Ciao!
Eccomi qui dopo un periodo di vacanza!
Oggi vorrei raccontarti della mia esperienza a Mantova, eredità dei Gonzaga, che da tempo bussava alle porte dei luoghi che volevo assolutamente visitare.
Come mi hanno sempre detto (ora posso confermarlo anche io!) è davvero un gioiellino!
Io e Marco siamo spesso passati attorno alle sue mura per motivi di lavoro senza mai avere il tempo per addentrarci.
Cogliamo così l’occasione per l’ennesimo appuntamento lavorativo per fermarci durante un fine settimana di marzo.
Ammetto che ero dubbiosa sul riuscire a visitarla in così poco tempo, eppure quello che vado ad elencare è effettivamente quello che siamo riusciti a vedere, non è tutto, ci sono molte altre cose, ma per due giorni mi reputo molto soddisfatta!
Il mio intento con questo articolo non è quindi fare approfondimenti storici di questi luoghi, se non una minima conoscenza, quanto darti un’idea per un weekend fuori porta fattibile!
Mantova è inserita nella lista dei patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO ed è l’unica città, intesa come museo urbano diffuso, presente sulla piattaforma Google Arts & Culture.
Arriviamo il sabato mattina avvicinandoci alla città circondata d’acqua per tre lati su quattro, questo aspetto le dona ancor più fascino, come un tesoro da proteggere.
Siamo arrivati in auto, visto che le possibilità di parcheggiare erano svariate.
All’esterno delle mura c’è il “parcheggio Canoa” che è gratis, potrà sembrarti scomodo, in realtà c’è un continuo avanti e indietro di navette che portano al centro storico.
All’interno delle mura invece si trovano i più svariati posteggi a pagamento.
Noi abbiamo optato per raggiungere un’officina a pochi passi dall’albergo così da poter lasciare l’auto al coperto per circa 30€.
Gli altri posteggi a pagamento non costavano molto meno quando siamo andati noi!
Se decidi di entrare nel centro storico in auto ricordati di comunicare la targa dell’auto al posteggio che raggiungerai così da poter entrare all’interno delle mura. Il 90% delle vie sono ZTL , altrimenti la multa è assicurata!
Da qui prima tappa l’albergo!
Ci troviamo in Piazza Sordello, un tempo Piazza San Pietro.
Qui si ha modo di ammirare: Palazzo Bonacolsi, Palazzo Ducale, la Cattedrale San Pietro Apostolo, Palazzo Bianchi, Casa di Rigoletto, Palazzo Acerbi, Voltone di San Pietro e Cà degli Uberti!
La domenica la grande piazza diventa sede del mercatino delle pulci, quindi per le foto consiglio di sfruttare il sabato.
Inoltre ci sono diversi bar dove fermarsi a bere e mangiare qualcosa durante il giorno.
“Cà Uberti Palace Hotel” 4*.
Palazzo tardogotico posizionato vicino alla Cattedrale San Pietro Apostolo e davanti a Palazzo Ducale.
Non si può non rimanere affascinati dalla struttura, che dopo cinque anni di ristrutturazione conservativa, ha creato un complesso davvero bellissimo dove il moderno si affianca al passato senza rovinarlo.
L’Albergo e Residence si trova all’interno del Palazzo degli Uberti, dimora signorile della famiglia fiorentina degli Uberti, al cui interno si trovano diverse sale affrescate.
Struttura ideale anche per feste private, eventi formali e matrimoni.
Per una panoramica dell’Hotel clicca qui!
Arriviamo di buon ora dove veniamo gentilmente accolti per il check-in insieme al nostro cane!
E c’erano diversi ospiti con i loro amici a quattro zampe!
Non so darvi info sulle possibilità di accesso ai cani alle varie strutture da visitare anche se non credo sia possibile, noi abbiamo lasciato il nostro cagnolino tranquillo in camera anche perché anziano.
Ci vengono date diverse info sul luogo e su Mantova e ci viene spiegato come raggiungere la nostra stanza di cui mi innamoro fin da subito!
Oltre alle foto della stanza ho voluto creare un video per mostrare velocemente la struttura che è davvero un labirinto!
Dalle bellissime sale affrescate al Lounge bar dove è possibile mangiare anche una pizza e dove la mattina viene servita la colazione e la sera è possibile fare un aperitivo e/o dopo cena. Buono il livello dei Gin e Whisky.
Il personale è molto gentile e simpatico.
Abbiamo anche cenato al 300 ristorante.
Un contesto intimo ed elegante con una cucina tipica che a noi è piaciuta molto.
Purtroppo temo abbia chiuso di recente. Essendo parte della struttura non so se riaprirà in altre vesti o sfrutteranno gli spazi per fare altro.
Da buona fissata quale sono, come già saprai se segui i miei articoli, ho ovviamente guardato tutto ciò che la città ha da offrire sia da un punto di vista culturale che culinario ma…a questo giro non ho voluto programmare nulla! Nessun piano di azione, nessuna lista, ci siamo lasciati trasportare dal contesto senza l’ansia di dover per forza vedere ogni cosa!
Quello che ti consiglio, la definirei quasi fondamentale se decidi di visitare Mantova, è la MANTOVA CARD.
Abbiamo speso 25€ a testa per aver accesso a diverse strutture con prezzi ridotti/gratis, salta coda ed utilizzo delle navette.
Una volta sistemate le nostre cose in camera entriamo nel vivo ed usciamo all’avventura!
Iniziamo guardandoci intorno proprio in Piazza Sordello.
Per poi partire con la prima visita di questo fine settimana alla:
Cattedrale di San Pietro Apostolo
Conosciuta anche come Duomo di Mantova, è aperta dalle 7 alle 19 e non visitabile durante l’orario delle celebrazioni.
Di origine paleocristiana e ricostruita in età medioevale, nel corso del tempo ha ricevuto ristrutturazioni ed ampliamenti che ne hanno mantenuto le origini ma inserendo lo stile del periodo.
Nel 1545 il Duomo fu ristrutturato da Giulio Romano, trasformandola in forma simile all’antica Basilica di San Pietro a Roma.
L’aula è divisa in cinque navate con quattro file di colonne corinzie scanalate.
Le navate laterali esterne e la navata centrale sono coperte con soffitto piano, le due navate laterali interne sono coperte con volta a botte. Lateralmente si trova una fila di cappelle laterali, i cui altari sono stati ornati dai più importanti artisti del manierismo mantovano.
Su iniziativa del vescovo Antonio Guidi di Bagno l’attuale facciata completamente di marmo, che dona luce al contesto, fu realizzata tra il 1756 e il 1761 dal romano Nicolò Baschiera, ingegnere dell’esercito austriaco.
All’interno dell’altare maggiore è visibile anche il corpo di Sant’Anselmo, patrono di Mantova, morto nel 1086, sepolto nella cattedrale ed esumato alcuni secoli dopo ancora integro, e così lo è ancora oggi.
Viene scoperto e reso visibile solo una volta all’anno, per l’anniversario della sua morte.
Abbiamo avuto la possibilità di vederlo, ma scusa non me la sono sentita di fotografarlo o riprenderlo, mi sembrava poco carino!
Per il video clicca qui!
Usciamo dalla Cattedrale e ci dirigiamo a Palazzo Ducale che si trova proprio al suo fianco!
Siamo fortunati, al nostro arrivo non c’è nessuno. chiedo info per prenotare e per la Mantova Card, è possibile acquistarla anche online, noi invece l’abbiamo comprata in loco.
L’ingresso a palazzo viene scandito da degli orari di prenotazione quindi la ragazza in cassa ci da il nostro appuntamento per il pomeriggio ma non pago in quel momento perché prima voglio prendere la Mantova Card e per farlo devo andare all’Ufficio Informazioni che si trova a pochi passi da lì, ovvero alla
Casa del buffone Rigoletto
Proprio dietro la cattedrale di San Pietro Apostolo c’è questa struttura del ‘400 con loggia e un piccolo giardino, che per secoli è stata abitata dai Canonici del Duomo.
Oggi è riconosciuta come la Casa del Rigoletto con al centro del giardino la statua bronzea del tragico buffone opera di Aldo Falchi.
Lo si ritrova nella scenografia originale dell’opera in tre atti Rigoletto di Giuseppe Verdi. Doveva essere la casa immaginaria del buffone di corte dei Gonzaga.
Rigoletto parla di dramma, passione, tradimento, amore e vendetta.
A questo punto è presto per tornare a palazzo ma non vogliamo muoverci troppo rischiando di arrivare tardi per la visita quindi decidiamo di andare a mangiare qualcosa, ma dove?
Vaghiamo per le vie cercando un posto che ci ispiri e ci imbattiamo in alcune persone decisamente locali in coda fuori da una attività ancora chiusa. Cosa fai non ti informi?
Ci avviciniamo e attacchiamo bottone con le persone in fila che ci consigliano assolutamente di fermarci!
Così scopro che si tratta di un’ osteria che avevo trovato tra i luoghi consigliati durante la mia veloce ricerca pre partenza.
Stiamo parlando dell’
Osteria delle Quattro Tette
Ci viene consigliato di fermarci intanto perché non è così facile trovare posto!
Non accettano prenotazioni quindi arrivi, se c’è posto entri se no aspetti e visto che la coda era appena iniziata dovevamo approfittarne!
Le persone davanti a noi erano padre e figlia della zona che ci hanno subito presi sottobraccio per farci da ciceroni durante il pranzo! Non si può rifiutare un’occasione simile.
Il locale rimane un pò nascosto, e viene portato avanti da diverso tempo dalla famiglia Ballasini.
Si è fatta l’ora dell’apertura e appena varchiamo al porta facciamo un salto nel tempo!
Tutto è come era una volta!
Non ci sono tavoli singoli…ma solo conviviali, da quattro da sei o più posti.
Ti siedi dove c’è posto e con chi ti capita.
Ci sediamo in un tavolo da quattro con i nostri ciceroni ed inizia la magia!
Ci raccontano del luogo, del cibo, delle tradizioni, quali sono le specialità di Mantova che non ci si può perdere e tante altre cose!
Non c’è un menù fisso ma una lavagna e quello che vi viene elencato al momento della comanda! Quindi il consiglio è di fare una foto al menù appeso all’ingresso prima di sedersi!
L‘Osteria delle Quattro Tette è aperta solo a pranzo e chiuso la domenica.
Ma perché si chiama così?
Nel 1980 il Sig. Angelo Ballasini rilevò questa osteria da due signore che la gestivano, da cui nasce il nome perché due per due fa quattro!
Viene ereditato lo stile semplice di un tempo, senza insegna, senza cose che non servono, al suo interno affreschi, stampe dell’epoca, tavoli e sedie di legno. L’essenziale per un luogo che doveva dare un posto alle persone per mangiare e ritrovarsi. Senza fronzoli!
Inutile dire che abbiamo mangiato bene e se non fosse stato chiuso il giorno dopo.. ci saremmo anche tornati!
Abbiamo avuto modo di assaggiare il risotto alla pilota e le crepes. E non chiedete i classici tortelli di zucca perché non vengono fatti, anzi il proprietario potrebbe indispettirsi! Qui fanno le crepes di zucca!
Per il video dell’osteria clicca qui!
Salutiamo i nostri gentili compagni di pranzo e riprendiamo la nostra visita!
Raggiungiamo il palazzo vagando un pò per piazze e vie del centro storico ed eccoci qui!
Palazzo Ducale
Il costo del biglietto con la Mantova Card è di € 5,50 con la Camera degli Sposi.
Prendiamo l’audioguida e ci avviamo!
L’audioguida è un’opzione che io prediligo sempre perché posso seguire il contesto senza dovermi accalcare sui pannelli quando ci sono molte persone. Inoltre spesso fa degli approfondimenti che nelle descrizioni non trovo.
La tempistica segnata per la visita di questo posto è di un’ora e mezza…poi dipende da te!
Io e Marco sforiamo sempre con gli orari indicati perché ci perdiamo a leggere ogni cosa, a guardare tutto quello che ci circonda e a fare foto!
Non entrerò troppo nel dettaglio raccontandoti di ogni stanza o dovrei fare un articolo dedicato!
Sono qui per dirti però che è uno di quei luoghi che vanno visitati.
Era definito città palazzo per le sue dimensioni.
Inizialmente si trattava di più complessi a sé ma una volta divenuta proprietà dei Gonzaga iniziarono i lavori che nel tempo lo resero un unico grande complesso da circa 34.000 m².
Una maestosa costruzione che racconta di Mantova, del Rinascimento italiano e del passaggio avvenuto in Europa tra Medioevo e Barocco.
Le prime testimonianze risalgono alla fine del Duecento con la famiglia Bonacolsi ma sono i Gonzaga che lo faranno emergere rendendola la loro residenza dal 1328 al 1707.
Il 2 aprile 1707 la Casa d’Austria rivendica il diretto dominio del Ducato mantovano e così ecco gli Asburgo!
La famosa Camera degli Sposi, in origine chiamata Camera Picta, è un ambiente di otto metri per lato con vista sul Mincio.
Dieci anni dedicati alla creazione che in quel tempo era una vera e propria opera, dove le dimensioni e la pittura creano quell’effetto del c’è ma non c’è!
Un luogo magnifico di cui ancor oggi possiamo goderne la maestosità ed il prestigio, nonostante il decadimento della famiglia Gonzaga che li ha portati a vendere molti dei loro beni e per i vari furti napoleonici.
Pensare anche solo al restauro e al mantenimento di tutto ciò per me è pazzesco.
Basti pensare anche solo alla stanza dell’Imperatrice. Il restauro del suo letto e le sue stoffe hanno richiesto anni. Il tutto ha avuto inizio nel 1987 e si è concluso nel 2021 per la pulitura e consolidamento della seta, trine e nappe con il ripristino delle decorazioni e il ricollocamento delle stoffe nei vari punti del letto.
Per il video del palazzo clicca qui!
Con il biglietto del palazzo una volta usciti è possibile raggiungere il vicino
Museo Archeologico Nazionale di Mantova
Raggiungerlo è molto semplice, basta uscire dal palazzo girare l’angolo e si è arrivati!
Questa per noi è stata una visita molto veloce ma se sei un amante ed esperto di archeologia.. penso che potresti tranquillamente trascorrerci diverso tempo!
Aperto nel 1998 in quello che era il Teatro di Corte, poi diventato luogo del mercato dei bachi da seta nel 1896.
Al suo interno è possibile trovare i ritrovamenti fatti in territorio mantovano nel corso del tempo.
Tra i vari suppellettili, colonne ed elementi di vario genere, quello che colpisce per la maggiore sono due scheletri chiamati: “Gli amanti di Valdaro“.
Una sepoltura rinvenuta nel 2007 che ha portato alla luce gli scheletri di due giovani tra i 20 e i 22 anni sepolti insieme tra i 5500-5100 anni fa.
Che romantici!
Una volta usciti dal museo torniamo verso la Basilica di Sant’Andrea, sì perché ci eravamo già passati una volta finito di pranzare la era chiusa! I suoi orari sono dalle 08–12, 15–19.
Basilica di Sant’Andrea
Si trova in Piazza Andrea Mantegna e siamo fortunati perché per visitare la cripta con la guida ci sono degli orari e noi riusciamo ad aggregarci all’ultimo turno della giornata. Le guide in questione chiedono un prezzo base di 1€ per accompagnarvi ma è giusto non approfittarne.
La Basilica di Sant’Andrea è il principale luogo di culto della città, qui si trovano nomi illustri come quelli di Alberto, Mantegna, Correggio, Giulio Romano, Juvarra, Canova e molti altri. Perché tutti hanno voluto lavorare in questo luogo? Perché qui si trova la reliquia del Sangue di Gesù; chiamata il Preziosissimo Sangue.
Non entro nel merito del credo e di tutto ciò che gli si crea attorno.
I lavori di costruzione hanno avuto inizio nel 1472 e tra la facciata e la cupola trascorrono 300anni!
Innegabile la bellezza architettonica al suo interno.
Qui trova riposo anche Andrea Mantegna, nello specifico nella cappella intitolata a San Giovanni Battista.
Ma veniamo all’aspetto che più attrae…la cripta!
Finito il giro in superficie, la guida si avvicina ad una porta che non da molto nell’occhio, chiusa a chiave ovviamente!
La apre e scendiamo per una stretta scala a chiocciola che sembra portare in una delle cantine di una volta, invece una volta arrivati di sotto si scopre il tesoro.
Sembra una piccola chiesa nella chiesa!
Dalla forma ottagonale, costruita nel ‘500 con lo scopo di custodire il sangue di Gesù raccolto da quel soldato romano che l’aveva colpito al costato una volta messo in croce.
Nasce anche come mausoleo per la famiglia Gonzaga ma non è mai stato utilizzato per questo scopo.
Le reliquie vengono esposte il Venerdì Santo, durante la processione, la data del ritrovamento (12 marzo) e in altre particolari occasioni.
Oltre alla poco appariscente costruzione che le custodisce, particolare è come avviene l’apertura della cassaforte che le contiene.
Un sistema a dodici chiavi custodite da quattro differenti persone che in quel momento devono essere tutte presenti. Si tratta di: il Vescovo, il Presidente del Capitolo della Cattedrale, il Parroco di Sant’Andrea e il Prefetto. Ed ogni volta che si apre la cassaforte viene redatto un atto notarile firmato dai testimoni.
Roba da film!
per il video della basilica clicca qui!
A questo punto si è fatta una certa ma c’è ancora modo di vedere qualcosa e così raggiungiamo
La Rotonda di San Lorenzo
E’ la chiesa più antica della città, eretta nel 1082 con ispirazione al Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Ha una pianta circolare e si trova ad un livello più basso rispetto al resto della città!
Si suppone perché costruita recuperando un edificio romano.
Su richiesta di Guglielmo Gonzaga venne chiusa al culto nel 1579 e inglobata a delle abitazioni private, poi nel 1908 furono smantellate le abitazioni e venne così riportata alla luce nel suo aspetto originario.
Purtroppo con il tempo e la mancanza di conservazione del luogo, che nel frattempo era stato sfruttato anche come magazzino o per creare negozi al suo interno, la cupola è caduta e la sua navata venne usata come cortile.
Un tempo era completamente affrescata, ora si può ammirare quello che è rimasto e conservato ed immaginare quanto possa essere stata bella!
Secondo me è affascinante e vale la pena vederla.
L’ingresso è gratuito con offerta libera.
Per il video sulla Rotonda clicca qui!
E’ giunta l’ora dell’aperitivo!
Decidiamo di avvicinarci all’albergo e nel tornare in Piazza Sordello cogliamo l’occasione per cercare la
Torre della Gabbia
Su una delle facciate di una costruzione medievale alta 55m. , si trova una gabbia.
A meno che tu non la stia cercando o vai in giro camminando con il naso all’insù è difficile notarla!
Quando la torre venne venduta alla famiglia Bonacolsi nel 1281 venne abbandonata a se stessa, fino all’arrivo dei Gonzaga che nel 1576 la ristrutturarono in parte e vi fecero costruire una gabbia in ferro.
Il suo scopo? Una cella all’aperto.
Ti è capitato di sentir raccontare in passato di queste forme di reclusione con scopo più di umiliazione?
Qui i condannati spesso vi rimanevano per lunghi periodi.
La storia più famosa è quella del borsaiolo Marchino Ziganti, che vi fu rinchiuso per ben tre mesi.
Nel 1850 la proprietà passò al senatore Giuseppe Cadenazzi fino a quando in occasione di una divisione condominiale, la torre, bisognosa di restauri, fu donata al comune di Mantova.
A questo punto vicino a noi ci sono tutta una serie di localini, non resta che sceglierne uno.
Andiamo a sentimento e prendiamo posto in un dei tavolini all’esterno dove ci godiamo il momento insieme a tutte le altre persone che occupano i tavoli dello stesso locale e di quelli vicini!
Il posto che abbiamo scelto si chiama The Place.
Siamo stati serviti da una ragazza molto gentile!
Con 14€ abbiamo preso uno Spritz Campari ai frutti rossi e uno Spritz Mantovano accompagnati da qualche stuzzichino!
E’ ora di cena, dove andiamo?
E chi lo sa! Vediamo su internet cosa propongono, le richieste sono: un posto in centro per potersi muovere a piedi, che abbia piatti tipici e che sia piuttosto alla mano!
Alla fine siamo andati all’ “Osteria del Campione”.
Non ci ha soddisfatti un granché. Bello il posto, particolare l’idea del proprietario, collezionista di Lego, di esporre la sua raccolta, ma l’accoglienza è stata molto fredda, sembrava quasi di dargli fastidio.
Due coperti, un antipasto, due primi, due dolci e 1l di vino 59€
Rientriamo in albergo per un dopo cena al Lounge Bar di Cà Uberti e poi ci si va a riposare per una nuova giornata alla scoperta di Mantova!
Il giorno seguente, una volta fatta colazione ci dirigiamo subito verso l’ingresso di Palazzo Ducale in attesa della navetta che, nel giro che di prassi ha da fare, ci porta anche verso la nostra prima meta del giorno:
Palazzo Te
Questo luogo è una chicca che attira molte persone ma con la Mantova card il prezzo è ridotto e si salta la fila! So che continuo a citarla manco fosse una markettata ma vi assicuro non lo è! Ci siamo trovati così bene che ci tengo a consigliarla!
In questo caso non avevamo l’audio guida ma abbiamo utilizzato i nostri telefoni!
All’ingresso è possibile scaricare l’App con la spiegazione di tutti i luoghi che visiterai e in ogni stanza e per ogni dettaglio basta inquadrare un Qr Code per avere maggiori approfondimenti.
Immaginate Palazzo Te su un’isola posta al centro del quarto lago di Mantova ora prosciugato.
Una sorta di oasi realizzata da Giulio Romano, tra il 1525 e il 1535, su richiesta di Federico II Gonzaga per dedicarsi all’ozio, alle feste e dove potersi dedicare alle storielle amorose lontano da occhi indiscreti, come per esempio con l’amante Isabella Boschetti!
Lo scopo del luogo è anche descritto nella sala chiamata Psiche.
Palazzo Te perché anticamente esisteva un’isola chiamata Tejeto, poi abbreviato in Te, collegata con un ponte alle mura meridionali della città. Tejeto forse per la presenza di tigli, oppure per tegia (capanna).
Secondo loro ci vogliono circa due ore per visitare tutto ma io starei un pò di manica larga!
Un percorso guidato che ci ha portati attraverso 27 stanze tra cui:
– L’Atrio: Un bellissimo ingresso maestoso su cui affacciano altre stanze. Qui si trovano anche gli ambienti chiamati “tinello pubblico” e “tinello privato per gli ufficiali” che altro non erano che sale da pranzo per il personale di servizio del principe. Oggi questi luoghi vengono usati come spazio espositivo.
– La Camera di Ovidio che prende il nome dai dipinti al suo interno inerenti a “La metamorfosi di Ovidio”.
– La Camera delle Imprese. L’impresa nel Medioevo intendeva un’immagine (il corpo) e il motto (l’anima). Di gran voga in quei tempi per raccontare qualcosa di sé, per celebrarsi, una cosa modesta insomma!
– La Camera del Sole e della Luna. Tra le mie preferite! Il nome è dovuto all’affresco stupendo che si trova sul soffitto (ah sì, metti in conto di uscire da Palazzo Te con il torcicollo perché dovrai stare parecchio con il naso verso l’alto!). Questa stanza era un salotto con la funzione di portare gli ospiti verso le sale riservate.
Nel centro il carro del Sole che tramonta per fare spazio al carro della Luna, come simboli del tempo che passa.
Se avete visto bene l’immagine a inizio paragrafo avrete notato che chi conduce il carro del Sole ha le chiappe all’aria! E ma il Sole fa stare al caldo!
Ricorrenti saranno le imprese dell’Olimpo e della Salamandra.
– Il Cortile d’Onore. Un grandissimo spazio aperto da cui gli ospiti entravano a palazzo per poi arrivare all’Atrio. Una specie di biglietto da visita per ciò che li aspettava: ecco guardate qui quanto sono possente e quanta bellezza mi appartiene!
– Loggia delle Muse. Accoglieva gli ospiti prima dell’ingresso alla Sala dei Cavalli. Aveva lo scopo di esaltare le arti e i modelli culturali del mondo antico.
– Sala dei Cavalli. L’ambiente più spazioso del palazzo e destinato ai grandi ricevimenti, l’ambiente di rappresentanza. Come dice il nome, sulle pareti sono rappresentati a grandezza naturale i sei destrieri appartenuti al Marchese. Quello che crea particolare attenzione è Dario, un purosangue grigio, che ti segue con lo sguardo mentre passeggi per la stanza! Un effetto voluto da Giulio Romano che in ogni stanza mette una firma di questo tipo!
– La Camera di Amore e Psiche. L’ambiente più suntuoso della villa e destinato ai grandi banchetti. Si può leggere il racconto di Amore e Psiche seguendo i dipinti sulle volte. Una storia sentita da Federico Gonzaga per l’amore travagliato, sofferto ed ostacolato verso l’amante Isabella Boschetti.
– La Camera dei Venti. Al suo interno si trovano dei rilievi che impersonificano i venti che soffiano. Al centro l’impresa del Monte Olimpo. Una stanza dedicata all’astrologia e alle stelle che influenzano i destini dell’uomo. Una frase riporta: “Distat enim qvae sydera te excipiant” ovvero ” Dipende infatti da quali stelle ti accolgono alla nascita”.
– Camera delle aquile. Ovvero la camera personale di Federico (ormai siamo in confidenza lo chiamo per nome). Le quattro aquile con le ali spiegate agli angoli della stanza e guarda caso è l’ambiente più minuziosamente decorato del palazzo. Prima era anche chiamata “Camera di Fetonte” la cui caduta è rappresentata al centro.
– Loggia di Davide. Non nascondo di aver avuto difficoltà a lasciare questa zona del palazzo. Dire che è stupenda è poco. Di grandezza al pari della Sala dei Cavalli. Una zona di passaggio tra gli appartamenti, il Cortile d’Onore e il Giardino dell’Esedra. Questa zona vuole rappresentare un momento di cambiamento politico per Federico II attraverso il racconto di re Davide.
– Camera deli Stucchi. Una zona che si distingue dalle altre. Altri colori, altro stile, altro periodo e come dice il nome che le è stato dato, qui si trovano solo rilievi in stucco.
– Camera degli Imperatori o Camera di Cesare. Chiamata così per i soggetti rappresentati come exempla virtutis. Troviamo Cesare, Alessandro Magno, Augusto e Filippo di Macedonia.
– Camera dei Giganti. Ed ecco la stanza tra le più attese! Quella di cui tutti parlano…e bisogna ammettere che fanno bene a parlarne! Perché è davvero unica e stupenda! Ci si potrebbe perdere ad ammirare ogni dettaglio. Sarai circondato a 360° dal racconto della Caduta dei Giganti.
Vengono smussati gli angoli tra le pareti e le volte, così che la composizione non abbia rotture. Il pavimento in origine era concavo e rivestito di ciottoli di fiume per riprendere il dipinto sulle pareti.
Vengono rappresentate le montagne che franano, e i Giganti che cadono schiacciati sotto lo sguardo dei Dei. In tutto questo sarai accompagnato da un gioco di luci e di musica che ne amplifica l’effetto.
Dietro questa opera d’arte lo studio architettonico che viene nascosto da questa creazione influisce anche sull’acustica! Se provate a mettervi agli angoli opposti della stanza e bisbigliate…riuscirete a sentirvi senza problemi! Quindi occhio a quello che dite o potrebbero sentirvi tutti!
Il tasto dolente che lascia interdetti molti visitatori, sono le scritte sui muri. Firme scavate nell’intonaco che oggi non sono state volutamente cancellate ma solo ricoperte durante i restauri con i colori del dipinto. Perché conservarli?
Perché sono incisioni che con il tempo sono diventate parte del luogo, la più datata risale al 1560, fino ad arrivare a metà del ‘900. Alcune firme risalgono al periodo in cui il palazzo divenne caserma e qui si trovavano i soldati.
– Camerino a crociera. Da qui inizia la zona meno sontuosa del palazzo. Si entra nell’area delle camere private. Così come a seguire il Camerino delle Grottesche, il Camerino di Venere, la Camera dei Candelabri, la Camera delle Cariatidi, la Loggia Meridionale e la Camera delle Vittorie.
All’interno delle stanze si trovano anche alcuni oggetti storici come la prima pallina da tennis in Italia, portata dalla Francia nel 1325! Originariamente chiamato “tennes” o gioco della balletta o della racchetta.
Si sale fino ad arrivare all’ultimo piano allestito per ospitare delle opere di arte moderna.
Qui c’è u na scrematura di visitatori non indifferente, molti si fermano al piano terra, poi ci sono i curiosi come me e Marco che devono esplorare ogni angolo.
Non contenti ci siamo spinti ancora più su… per finire nel sotto tetto! Inizialmente soli, poi qualcuno ha avuto il coraggio di seguirci e ha fatto bene!
Ci si ritrova a camminare (ovviamente sopra delle passerelle) su quelle volte che prima guardavamo con il naso all’insù…Quei soffitti panciuti richiedono un sacco di spazio!
Ma non siamo saliti per guardare solo le volte al contrario!
Ma perché su quelle bellissime passerelle c’è un’esposizione di oggettistica e monete dell’epoca!
Da qui siamo scesi per dedicarci agli esterni.
– Le Peschiere. Passando all’area esterna del palazzo non potevano mancare delle attrazioni d’acqua! Le Peschiere sono due vasche comunicanti separate da un ponte; al suo interno si trovano anche dei pesci, un tempo erano soggetto di giochi d’acqua.
– Nell’area esterna si trova quello che viene chiamato Spazio Te dove un tempo vi era una cappella privata e poi magazzino per i macchinari. Passeggiando per il giardino arriverai alla Fruttiera dove in passato vi si lasciavano le piante durante l’inverno ed oggi usate come spazio espositivo. Infine arriverai al Giardino Segreto! Un’altra costruzione con al suo interno un piccolo giardino! L’appartamento è stato creato per creare una zona ulteriormente segreta ed intima, la pavimentazione è creata con ciottoli di fiume e le pareti minuziosamente decorate. Ma il Giardino segreto nasconde a sua volta una chicca…la Grotta!
Con un ingresso di roccia naturale, creata su richiesta di Vincenzo I Gonzaga nel 1590 e terminata a inizio ‘600. Al suo interno delle complesse opere che dovevano dare l’idea di essere in un ambiente sotterraneo con conchiglie, pietre, stucchi, cristalli e giochi d’acqua. Si trovano i riferimenti ai quattro elementi che vogliono riferirsi alla trasformazione della materia attraverso magia ed alchimia.
Usciamo da Palazzo Te passando per il bar che ignoriamo per i prezzi insensati.
Per il video del palazzo clicca qui!
E’ il momento di rientrare verso il centro storico e decidiamo di farlo a piedi, la distanza non è molta e ci sono alcune cose lungo la strada del rientro che potremmo vedere. Partiamo con il
Tempio di San Sebastiano
Camminando notiamo questa struttura, il cancello è chiuso con un catenaccio, ma di cosa si tratta?
Curiosi come siamo ci avviciniamo e notiamo una ragazza con divisa (una guida) che ci invita ad entrare.
Il Tempio viene costruito nel 1460 da Leon Battista Alberti su richiesta di Ludovico II Gonzaga.
Non è certo il motivo per cui sia stato realizzato, si ipotizza fosse pensato per diventare un sepolcro di famiglia.
Con il restauro avvenuto tra il 1922 e il 1925, si decise di trasformare questo luogo ormai abbandonato in sacrario ai caduti. Ne venne alterata la struttura con modifiche alle aperture, il rifacimento della volta sostituendone i pilastri e le basi che la sostenevano, e l’aggiunta delle due scalinate di accesso.
La scala antica, tuttora esistente, e risalente alla fine del Quattrocento, è posta all’interno di una loggia, sul lato sinistro del portico, dove molto probabilmente si erano immaginate le due rampe d’ingresso al tempio.
Scendiamo al piano inferiore, un’area seminterrata, dove si trova un ampio spazio con grandi pilastri quadrati uniti da volte a crociera; sui lati di tutti i pilastri sono riportati i nomi dei caduti.
Tanti, troppi…alcuni anche troppo giovani.
Troviamo anche una costruzione in legno ma non capiamo bene di cosa si tratti.
Mi avvicino meglio per leggere la descrizione:
“I Martiri di Belfiore”. E’ il nome dato a una ventina di patrioti che nel 1850 fondano il Comitato insurrezionale mazziniano. Nel 1852 vengono scoperti e condannati per impiccagione nella valletta di Belfiore. Rappresentarono il culmine della repressione austriaca seguita alla prima guerra d’indipendenza e segnando il fallimento di ogni politica di riappacificazione.
Viene così per loro eretto un monumento, destinato ad ospitare le reliquie dei patrioti mentre le forche incassate nella base, sono quelle utilizzate per l’esecuzione.
Nel 1930, per volontà del fascismo, il monumento viene smantellato, le reliquie poste in un’urna e portate nel tempio. Nel 2002 il monumento viene ricomposto.
Vale la pena uscire dal centro per vederlo?
Se ci passi come abbiamo fatto noi è giusto fermarsi, se hai poco tempo e devi fare una selezione di luoghi da vedere allora lo metterei in coda.
Per il video clicca qui!
Prosegue il nostro rientro verso il centro con soste! Questa volta tocca al
Museo Tazio Nuvolari
Una tappa che non potevamo perderci da buoni amanti dei motori!
Particolare anche la sede di questo museo visto che si tratta della ex chiesa del Carmelino!
E’ dedicata a Tazio Nuvolari nato nel 1892 a Castel d’Ario e scomparso a Mantova nel 1953. Quest’uomo è passato alla storia come uno dei più grandi piloti di ogni tempo.
Nuvolari esordì nelle corse nel 1920 sia con auto che con moto ed eccellendo con entrambe.
Fra il 1920 e il 1950 disputò oltre 350 corse in moto e in auto, ottenendo circa 160 vittorie, 2 titoli di campione d’Europa, 5 di campione d’Italia e 5 primati internazionali di velocità.
Qui troverete trofei, targhe, coppe e medaglie d’oro, oggetti personali, come caschi, guanti, occhiali, tute ed indumenti, fra cui la sua maglia gialla senza la quale non correva!
Sono presenti manifesti, lettere autografe, attestati, onorificenze e documenti di grande valore, come il telegramma inviato da Gabriele D’Annunzio dopo la vittoria nella Targa Florio del 1932, con allegata una riproduzione della celebre tartaruga d’oro (D’Annunzio regalò una tartaruga d’oro a Nuvolari che ne fece il suo simbolo) e la dedica “All’uomo più veloce, l’animale più lento”.
Avrete modo di visionare filmati sul pilota ed approfondire informazioni sulla sua vita privata.
Per noi è stato inevitabile il paragone con i giorni nostri, vedere come correvano, con che indumenti ecc. è davvero pazzesco!
L’ingresso con la Mantova card è gratuito.
Per il video clicca qui!
Usciti dal museo, visto che eravamo già fuori dal centro, proviamo a cercare un edificio, punto il navigatore sul telefono per evitare di perderci inutilmente e arrivare più velocemente al
Teatro Scientifico Bibiena
Potrebbe anche non passare nell’occhio perché da fuori non è così appariscente come all’interno!
Un luogo che comunque se avete modo e tempo vi consiglio di visitare.
Il Teatro Scientifico Bibiona viene costruito tra il 1767 e il ’69 su richiesta dello scenografo e architetto Antonio Galli Bibiena all’interno della struttura del Palazzo Accademico (Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze Lettere ed Arti) e destinato a manifestazioni culturali, dimostrazioni scientifiche e spettacoli organizzati dall’Accademia.
Al suo interno si trova come dedica un busto del poeta Virgilio e una sua statua intera in una delle nicchie.
Il 16 gennaio del 1770 ha accolto un concerto del giovane quattordicenne Mozart.
Vale la pena vederlo? Sì… è bellissimo!
E’ giunto il momento di rientrare in centro e magari di mangiare qualcosa!
Decidiamo di fermarci per una piadina strada facendo.. poi però ho voglia di dolce!
Così ci spostiamo alla ricerca di una gelateria!
E così arriviamo a “La Loggetta” gelateria dal 1939 a Mantova. Oltre al classico gelato ha prodotti per vegetariani, vegani e celiaci. Ci gustiamo il buonissimo gelato e ne abbiamo approfittato per comprare la famosa sbrisolona da portare a casa!
Altra particolarità è l’edifico storico in cui è ubicata.
Da qui torniamo in
Piazza delle Erbe
Nel cuore di Mantova c’è un luogo che prende il nome di Piazza delle Erbe perché fin dal Medioevo qui si teneva il mercato di frutta e verdura.
Ma non solo!
In questa piazza trovano sede palazzo Podestà detto anche palazzo del Broletto, palazzo della Ragione, la torre dell’Orologio, la casa del mercante Boniforte da Concorrezzo e la Rotonda di San Lorenzo!
Abbiamo modo oltre che di ammirare le meraviglie architettoniche della piazza, con il caratteristico mattone rosso, di avere una vasta scelta di locali sotto i portici dove decidere di mangiare o fermarsi semplicemente a bere qualcosa.
Torre dell’orologio
Che luogo affascinante!
Questa torre rinascimentale è collegata al palazzo della Ragione da un lato e alla Rotonda di San Lorenzo dall’altro.
In cima è presente una campana che segna le ore.
Eretta nel 1472 gli venne collocato l’orologio astronomico di Bartolomeo Manfredi, astrologo del marchese Ludovico II Gonzaga.
Perfettamente funzionante fino al 1560, poi il meccanismo si guastò, venne riparato e continuò a funzionare fino al 1700 dopodiché non fu più attivo.
Nel 1989 il meccanismo astronomico venne rimesso in moto.
L’orologio aveva lo scopo di:
– Segnare le ore
– Indicare in quale segno e grado si trovava il sole, la luna e le fasi lunari
– Indicare i punti cardinali
– Segnare le ore dei pianeti
– Segnare le ore dei Mantovani
– Segnare le ore degli astrologi
– La durata del dì e della notte durante l’anno.
Da tutte queste informazioni le persone ne traevano informazioni sull’oroscopo, sull’andamento delle stagioni, i giorni della semina e se era propizio prendere delle decisioni in alcuni giorni piuttosto che in altri.
Una cartellonistica e dei video raccontano la storia dell’orologio e il suo funzionamento nel dettaglio.
Purtroppo nel corso del tempo perse le sue funzioni e finì per segnare semplicemente l’ora. Dico purtroppo perché doveva essere davvero ammaliante.
Al suo interno si segue una storia partendo, ovviamente, dal piano terra fino a godersi il panorama alla cima della torre. Si parte dallo studio del quadrante, per salire al meccanismo, la sala degli ingranaggi, quella del tempo fino alla sala del panorama.
A proposito di tempo! Non ci si dedica solo allo studio dell’orologio durante questa visita…ma allo studio del tempo! Man mano che si sale si segue un filone che fa riflettere sul trascorrere del tempo dalla nascita della Terra ad oggi. Con oltre 70 pannelli si vuole mostrare come l’Uomo nel corso della storia abbia imparato a studiare il Tempo.
Per il video clicca qui!
L’ingresso alla Torre dell’Orologio e a Palazzo della Ragione 3€ con la Mantova Card.
“Non sappiamo cosa sia il tempo
Ma lo misuriamo con fantastica precisione”
Purtroppo è giunto il momento di rientrare in Hotel per rinfrescarci e fare un aperitivo al Lounge bar di Cà Uberti per poi spostarci al 300 ristorante e concludere così la nostra visita in quel di Mantova.
Grazie per avere letto questo articolo, spero di averti dato spunto per un weekend fuori porta!
Fammi sapere se ti è stato utile e se hai avuto modo di visitare Mantova in un weekend cosa hai avuto modo di vedere.
A presto,
Deb!
Sono stata a Mantova quando ero davvero una ragazzina, ho vaghi ricordi di Piazza delle Erbe e della Torre dell’orologio, per il resto sono le foto a rinfrescarmi la memoria ogni tanto. Ricordo però di aver sempre mangiato benissimo nel centro storico, sia a pranzo che a cena. Tornerò presto, vorrei portarci mia figlia.
Che belli questi ricordi! Sono sicura che ti ritroverai benissimo!
Sono stata a Mantova un paio di volte, anche per lavoro, ma non ho mai avuto modo di organizzare un weekend come si deve in questa splendida città! Il ricchissimo articolo che qui hai scritto, però, mi sta ispirando alla grande.
Grazie! Non pensavo di poter vedere così tanto in due giorni ma è talmente tutto concentrato in brevi distanze che diventa molto gestibile!
Tantissimi interessanti spunti per un weekend diverso dal solito: sono stata a Mantova diverse volte ma sempre per accompagnare dei gruppi, quindi seguendo i giri guidati tra le principali attrazioni, sono stata più volte al Palazzo Ducale, nelle principali chiese e musei, Piazza delle Erbe ecc. ma avevo raramente tempo per qualcosa di più local. Ho adorato i suggerimenti su dove mangiare e, soprattutto, dove alloggiare: l’albergo che vi ha accolti sembra un sogno!
Io me ne sono innamorata! Hanno fatto un lavoro stupendo con il restauro!
Un articolo dettagliatissimo su una città che amo particolarmente e che frequento molto spesso dato che ci vado ogni anno in gita scolastica! Avete fatto bene a sceglierla per un weekend, è deliziosa!
Grazie mille! Mi fa molto piacere 🤗
Conoscerai sicuramente anche i luoghi meno turistici! MI piacerebbe approfondire questo aspetto in un’altra occasione!
Adoro Mantova, la sua architettura e la sua cucina! Penso che il risotto alla pilota e i tortelli di zucca da soli valgano una gita in città : )
Mamma che buoni i tortelli!
Sono stata a Mantova solo di passaggio e mi è sembrata così bella che mi sono ripromessa di tornarci. Senza contare che ho studiato Palazzo Te, e sono curiosa di ammirarlo dal vero!
Vai! Appena puoi visitala perché è stata davvero una conferma di tutte le belle cose che ho sempre sentito dire!