Villa Reale di Monza
Siamo stati in visita a questa mostra che si è tenuta presso la Villa Reale di Monza e di cui secondo me si è parlato poco.
Vorrei partire con il dire che spero ci siano altre occasioni per “Vertigo Syndrome” di presentare questo evento, anche in altri luoghi, per dare modo alle persone di approfondire questo argomento.
Ma prima di raccontarvi di questa esperienza vorrei partire con il dirvi cosa non mi è piaciuto. 😅
Mi aspettavo più approfondimento sugli argomenti.
Sicuramente l’obiettivo non era mandare il messaggio: la strega è sempre serva del demonio che pratica atti oscuri!
Purtroppo però a diverse persone è arrivato questo messaggio negativo.
Lo dico a seguito di commenti ascoltati durante la mostre da altri visitatori, riflessioni sentite al di fuori e commenti letti sui social.
Peccato perché la partenza era stata decisamente ottima!
Arriviamo all’ingresso della Villa Reale dove siamo stati indirizzati verso le scale che portano al terzo piano (per le persone con difficoltà in ogni caso vi era l’ascensore). Durante la salita si era accompagnati da alcune descrizioni con l’intento di preparare il visitatore e che riporto qui sotto.
Entriamo ufficialmente nel piano dedicato alla mostra dove ci vengono richiesti i biglietti acquistati online.
Qui si trova anche un’area dedicata ai più piccini e uno shop con oggettistica a tema di vario genere (tarocchi, sfere, bacchette e via dicendo) a cui ho dato poco conto, soffermandomi invece su alcuni libri interessanti di cui mi sono segnata i titoli perché penso proprio che leggerò!
Ve li elenco qualora possano interessarvi, se ne avete letto qualcuno lasciatemi le vostre recensioni!
– La chimera (Sebastiano Vassalli)
– Caterina Medici di Brono (Achille Mauri)
– Compendio delle stregonerie (Francesco Maria Guaccio)
– Storia della Magia. Dall’alchimia alla stregoneria. (Chris Gosden)
– La tradizione occulta. Dal Rinascimento ad oggi. (Davids Katz)
– Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne. (Jude Ellison)
– L’eredità delle dee. Una misteriosa storia dai Carpazi Bianchi.
– Le streghe dell’Europa occidentale.
– Il viaggio della strega bambina. (Celia Rees)
Ovviamente c’erano molti altri testi che trattavano argomenti per me non interessanti, come il “Necronomicon”.
Entriamo ufficialmente nel contesto della mostra dove veniamo accolti alla nostra destra da una sezione su tre pareti con fogli di giornale riportanti articoli di vario genere su streghe e cacciatori di streghe e una Tv con delle immagini di repertorio.
Alla nostra sinistra invece troviamo una riproduzione di Fridora in sella ad una scopa davanti ad un calendario pagano e un cartellone che recitava:
“Sali con me.
Nell’aria, sulle valli, sotto le stelle, sopra un fiume, uno stagno, una strada, noi voleremo.
Le mie sorelle volano di notte come aquiloni neri portati dal vento.
invece io nuda, di giorno, con te.
Ma non averne paura.
A volte una strega vestita di nero fa più luce di una principessa biancovestita.”
La mostra era divisa in diverse stanze ognuna delle quali trattava un tema diverso. In questa prima fase siamo andati incontro ad immagini ed oggetti generici che aprivano le porte di un mondo più ampio.
Da qui siamo entrati in una stanza con ingresso a tempo dove viene riprodotto un audio su un processo fatto ad una donna italiana denunciata di stregonerie nel 1539.
Purtroppo devo ammettere che questo è stato il momento che mi è piaciuto meno, nonostante dovesse essere il punto saliente di tutta la mostra.
Quello che mi è arrivato è stato un altro modo per dare man forte a certi credo. La storia, realmente accaduta, non è stata per nulla approfondita e questo non dava modo alle persone meno preparate di capire cosa stavano ascoltando. Inoltre l’audio era nella lingua dell’epoca che da un punto di vista scenico fa effetto ma a volte non era facile stare dietro a quel che veniva detto!
Vi riporto qui sotto la spiegazione data ai visitatori e a seguire riporto la storia completa di Orsolina.
Possiamo definire questo punto un’occasione sprecata.
Orsolina Toni ha la sfortuna di essere una vedova che vive sola con la figlia, conosce le erbe, prepara unguenti e cura la gente; bambini compresi. Chiamata “La Rossa”, per i suoi capelli color fuoco…e sappiamo tutti come sono sempre state considerate le donne dai capelli rossi. Orsolina si fa dei nemici nel periodo in cui nasce la Grande Riforma Protestante di Lutero. Nascono nuove confessioni religiose che si distaccano dai dettami della fede cattolica. Il Santo Uffizio è ben attento a tutte le denunce fatte. E’ così che Ursolina e sua figlia vengono condotte al Tribunale di Modena dove vengono accusate di essere eretiche.
Dato che tutte le accuse finivano sempre con un atto di colpevolezza e quindi la condanna, la donna ammette le sue colpe per scampare alla morte.
Dopo una prima ammissione ed una ritrattazione fu sottoposta a torture confessando i crimini di cui veniva accusata, dando dettagli sul sabba e sul volo notturno.
Ammise di succhiare il sangue dalle membra dei bambini, tentando di giustificarla come pratica terapeutica e non diabolica.
Nonostante ciò gli inquisitori non erano soddisfatti e quindi Ursolina fu comunque torturata con la corda e i carboni ardenti.
Il supplizio della corda è una forma di tortura praticata fino al 1800 che consisteva nel legare dietro al schiena i polsi con una lunga corda che veniva alzata con una carrucola e a volte poi la corda veniva lasciata di colpo per poi bloccarla nuovamente. Questo provocava strappi muscolari e slogature.
A questo punto Orsolina confessa ogni cosa, non sopporta più le torture subite ed è disposta a dire quel che gli inquisitori vogliono sentire.
Non viene condannata al rogo, vita salva per lei e sua figlia in cambio dell’abiura e del pubblico pentimento. Ma non solo lì, alla chiesa di S. Domenico di Modena, dovrà farlo per diverse domeniche, davanti a diverse chiese.
Quello che viene riportato negli atti del processo, sopravvissuti fino a noi, è praticamente un elenco di credenze popolari e dicerie del periodo.
La sua condanna però non finisce qui.
Viene condannata a non poter più uscire dalle mura di casa sua. L’unica eccezione permessa è la domenica per andare in chiesa.
Orsolina la Rossa di Sasso Rosso è ormai una prigioniera vivente, sofferente nel corpo e umiliata nell’anima.
Andiamo avanti con la mostra.
Si passa da una prima sala dedicata alle madri delle streghe e una serie di elementi che riportano ai tempi antichi.
Aradia: Dea delle streghe.
Figlia di Diana e Lucifero, insegnava alle streghe la loro magia.
In capo una luna d’argento come corona, una scopa di potere, un mantello di mistero e la conoscenza di ogni pianta.
Inviata sulla terra come profetessa della religione della stregoneria con lo scopo di proteggere le donne dalle oppressioni del feudalesimo ed insegnare loro come invocare la luna.
Si passava poi a temi sul perché e come una donna diventava strega.
Zone dedicate ai rituali con oggettistica e come venivano utilizzati.
Un’area in cui si parlava dei capricci delle streghe e del concetto di strega secondo Goya che le descrive come fanatiche del gioco dei destini, creatura della bizzarria e della mutazione, avendo come modello Maga Magò ne La spada nella roccia (ricordate al scena in cui lotta con Merlino e continuano a mutare? Ecco!).
Il calderone!
Dove vi è una strega…c’è anche un calderone!
Utensile tipico nel Medioevo, strumento basico per i sortilegi!
Ma un calderone è molto più di un recipiente.
Rappresenta l’Akasha, il quinto elemento, ciò che muove e scuote tutti gli altri elementi.
Le fiamme su cui poggia rappresentano l’inferno. Il recipiente rappresenta la terra, i suoi tre piedi l’unione tra inferno, mondo e paradiso. Il calderone contiene acqua con il potere di assorbire e riflettere le proprietà di ciò che vi viene immerso.
Nelle foto si possono vedere dei calderoni da viaggio! Si perché nel bagaglio di una strega ci deve essere anche lui!😆
Si prosegue con immagini, disegni e manifesti di varie epoche dedicati alla persecuzione delle streghe.
Una piccola sala è dedicata alla Matta Tapina, conosciuta anche come “La strega di Monza” e che agiva proprio nei boschi dove ora si trova il Parco delle Villa Reale di Monza.
Per finire la sala del Sabba e come le streghe vivevano e vivono questo momento. Anche in questo caso, nessun approfondimento sul concetto di Sabba, solo una bellissima esposizione di disegni, immagini ed oggetti di vario uso.
Maschera da gufo.
“Io non sono ciò che appaio, ma ciò che appaio è ciò che voglio voi pensiate io sia”.
Le maschere nascondono.
Carneade: “Vi ascolto e poi verifico per quanto possibile”. Non saprete mai se le mie parole manifestano i miei intendimenti o le mie emozioni.
Attraverso la maschera modifico il linguaggio e la percezione del mondo per adattarmi alle circostanze sociali, definendo le personalità con cui posso manifestare me stesso.
Ciondolo con la Dea Iside.
Dea egizia che racchiude in sé la Natura e la Luna.
Madre creatrice e distruttrice allo stesso tempo. Dispensatrice di fertilità, maestra dell’agricoltura per le donne, colei che insegna a macinare il grano, filare il lino, a tessere, l’uso consapevole dell’amore, misticismo ed esoterismo.
Il suo nome deriva da Maar che significa sapienza antica.
Si concludeva questo percorso con una piccola saletta con un’atmosfera adatta al contesto in cui al centro era esposto un libro in cui scrivere il proprio pensiero sul vissuto e che doveva rappresentare il “libro delle ombre”; anche in questo caso nessuna descrizione su cosa sia nella realtà questo libro.
Concludo dicendo che tutta la mostra è caratterizzata da un sottofondo musicale e di argomentazioni che infieriscono sul concetto negativo di strega.
Mi aspettavo molto, ero davvero entusiasta di questa mostra, sono contenta di quello che ho visto a livello di immagini ed oggetti, ma come già detto, descriverei questo evento un’occasione persa.
Sempre sul piano dell’esposizione ma in un’area a sé vi era una piccola esposizione di sei illustrazioni di Gloria Pizzilli in cui vengono rappresentate sei donne, sei streghe, durante atti terribili; ecco perché questa esposizione ha richiesto una sezione dedicata.
Molto belle da un punto di vista artistico, purtroppo però anche qui si torna a trasmettere il messaggio che una strega è sempre un soggetto cattivo che compie atti terribili.
Mi piacerebbe sapere il tuo punto di vista in merito all’argomento e soprattutto se hai avuto modo di vedere questa mostra.
Grazie per aver letto questo articolo!
A presto,
Deb!
⬇️Clicca l’icona per vedere il reel sulla mostra ⬇️
Sono sempre stata affascinata dall’esoterismo e dalla stregoneria in generale, tanto che ho persino imparato a leggere i tarocchi, anche se poi non li ho mai fatti a nessuno. credo che questo museo faccia proprio al caso mio e non vedo l’ora di visitarlo.
Non ci resta che far richiesta per una seconda edizione allora!!!!
Ho visto la mostra Yokai alla Villa di Monza degli stessi organizzatori ma questa purtroppo non ce l’ho fatta a vederla. Davvero una bella esperienza, con reperti simpatici ma anche molto significativi!
Immagino che questo tipo di mostra attiri un pubblico molto numeroso. E anche per questo motivo giudico piuttosto grave il fatto che le streghe vi siano state rappresentate solo in modo negativo, perpetuando così uno stereotipo, anziché fornire un quadro storico-sociale più amipio e presentare punti di vista. diversi. Anche se non ho visto personalmente la mostra, leggendo il tuo resoconto posso dire che sono perfettamente d’accordo con te.
Ti ringrazio per il tuo commento🙏