E’ domenica e decidiamo di passare una giornata tranquilla in moto, senza allontanarci troppo dalle nostre zone.
Orta San Giulio
E così raggiungiamo il lago d’Orta con la sua isola Orta San Giulio, in Piemonte.
Durante la bella stagione bisogna armarsi di pazienza perché il traffico in queste zone può essere impegnativo.
Una volta trovato parcheggio ci addentriamo nel suggestivo paesino, un tipico centro storico con le sue minuscole viuzze dove bar e negozietti si alternano lasciando spazio a qualche cortiletto nascosto come un tesoro.
Un tempo, precisamente nel Medioevo, il lago era chiamato “lago di San Giulio” e solo a partire dal XVII secolo iniziò ad essere chiamato con l’attuale nome Lago d’Orta, presa dalla principale località che si trova sulle rive. Per quanto riguarda il nome Cusio, deriva da una cattiva lettura della Tabula Peutingeriana (la copia antica di una carta romana che mostra le vie militari dell’Impero romano).
La presenza dell’uomo in queste zone risale al Neolitico, andando via via a creare una lunga storia in queste terre, purtroppo a volte non a discapito della natura.
Dal 1926 il lago fu gravemente inquinato dagli scarichi di rame e solfato d’ammonio dell’industria tessile Bemberg, situazione che si aggravò negli anni a seguire a causa dello sviluppo industriale della zona, raggiungendo il picco negli anno ’60. Con la chiusura degli scarichi ed interventi specifici, negli anni ’80 iniziò un graduale miglioramento.
Quest’isola è stata d’ispirazione a molti artisti, come lo scrittore Gianni Rodari, che scrisse tra le varie opere: “C’era due volte il barone Lamberto” o “Il ragioniere-pesce del Cusio”.
Ma non solo, qui si incontrarono anche Friedrich Nietzsche e Lou Von Salomé.
Ricorderai sicuramente questo luogo anche per il film “Testa o Croce” del 1982 con Renato Pozzetto!
Passeggiando in un attimo arriviamo al porticciolo dove i piccoli traghetti fanno avanti e indietro per l’isola Orta San Giulio carichi di turisti.
Il costo del biglietti è di 4,50€ a/r a persona per pochi minuti di attraversata.
Per partire bisogna raggiungere il numero sufficiente di persone quindi può capitare di dover aspettare qualche minuto.
Noi ci siamo aggregati ad un gruppo di pensionati francesi, nel mentre il cielo iniziava a farsi nuvoloso creando un atmosfera suggestiva, un pò meno pensando al nostro rientro in moto!
L’isola è molto piccola, senza soste particolari in 30 minuti si gira,se invece sei come noi che scrutiamo ogni angolo e ci fermiamo per fare foto e video, ti ci vorrà un pò di più!
Inoltre sull’isola sono presenti un bar e un ristorante, quindi la sosta potrebbe allungarsi ancora di più!
Sull’isola è presente anche un convento di monache Benedettine, di cui solo una ha il permesso di avere contatti con l’esterno, questo perché mettono a disposizione degli alloggi gestiti dal Monastero.
Non si può non visitare la chiesa che è la prima cosa che ci si trova davanti. In questo luogo, piccolo ma suggestivo, riposa San Giulio.
Altra cosa a cui devi fare caso sono dei cartelli sparsi lungo il cammino, riportanti dei pensieri sul silenzio, l’amore e la contemplazione di ciò che ci circonda. Dato che si tratta di un luogo religioso è richiesto il silenzio e il rispetto, dedicando questa visita sull’isola, ad un momento di introspezione.
La leggenda di San Giulio
Si parla di ritrovamenti di ossa di draghi, figure alate con occhi lucenti e alito di fuoco! Da sempre per alcuni simbolo del male o custodi di tesori! Qualcuno si è addirittura spinto nel definire questo posto come il “Lockness italiano” perché molti pescatori, un tempo, pare abbiano visto riaffiorare in superficie code di draghi tra le fredde nebbie invernali.
Ma come è nata Orta San Giulio?
Alla fine del IV secolo due fratelli, Giulio e Giuliano, con il consenso dell’imperatore Teodosio I, partirono dal loro paese di origine, l’isola greca di Egina, per arrivare sulle rive del lago d’Orta. Qui si dedicarono alla distruzione di tutto ciò che era inerente al culto pagano per la costruzione di chiese.
San Giulio lasciò al fratello Giuliano il compito di edificare a Gozzano la novantanovesima chiesa, cercando da solo il luogo dove sarebbe sorta la centesima. Fu così che Giulio individuò nella piccola isola il luogo adatto, ma non trovando nessuno disposto a traghettarlo, stese il suo mantello sulle acque e navigò su di esso.
Qui sconfisse draghi e i serpenti, gettando le fondamenta della chiesa nello stesso punto in cui oggi si trova la basilica.
Oggi al suo interno si trovano molti riferimenti a questa queste creature, in particolare nella sacrestia c’è un antico drago in ferro battuto sopra il quale è appeso un osso; un’enorme vertebra delle dimensioni di un metro!
SI dice inoltre che gli abitanti della zona sentano spesso dei forti boati, si narra siano i draghi che si aggirano tra le rocce!
Sentire i defunti che parlano
Orta San Giulio non è solo draghi e serpenti, vorresti sentire i morti parlare?
Bene allora devi recarti al Cimitero di Orta, dove trova sede la chiesa di San Quirico.
Lungo la cinta esterna del cimitero troverai un incavo circolare di granito, si dice che se ci metti la testa puoi sentire i mormorii dei defunti.
Proveresti?
Il primo rogo di una strega.
Il più antico documenti ritrovato in Italia (il Consilium) in cui si parla del rogo di una strega, si riferisce proprio al paese di Orta che pare essere avvenuto nel 1340. Non si hanno però alcun tipo di informazioni sulla “strega di Orta”.
Si dice però che questo documento sia un falso, creato nel 1370 con data antecedente, per creare una valida giustificazione per bruciare chi veniva condannato come omosessuale o seguace del demonio.
l Cristo sommerso.
Siete dei sub e volete conoscere i fondali di questo lago?
Se non temi di imbatterti in qualche drago potrai testare la ripida parete di roccia che scende in profondità per poi incontrare: la statua del Cristo sommerso, due barconi, una croce ed una serie di cerchi per verificare la galleggiabilità e l’assetto.
A quanto pare la difficoltà maggiore dell’immersione in queste acque oltre alle basse temperature, pare essere proprio la visibilità. La luce filtra solo fino a 20 mt per poi ritrovarsi nell’oscurità.
Spero di averti incuriosito con questi aneddoti.
A presto,
Deb!
Ho letto con piacere il post e le parti di leggende che nomini, non conosco questo lago è la prima volta che sento parlare. Mi ha incuriosito il “mettere la testa alla roccia per sentire le voci dei morti”.
Ti ringrazio! Pensa che noi viviamo qui vicino e non conoscevamo questi racconti, sono state piacevoli scoperte anche per noi!!!!
Che storie affascinanti e intriganti! Per quanto mi incuriosisca, nemmeno io metterei la testa dentro a quella roccia! Però la zona la voglio visitare assolutamente!
Non pensavo di soffermarmi su un racconto di leggende di draghi e streghe legate ai luoghi: da quando ho scoperto il Museo delle Streghe in val di Sole – Trentino, non mi fermo più!
… mi mancava il fatto che il lago d’Orta avesse ispirato alcune opere di Gianni Rodari.
Quante cose che possiamo sempre imparare! Stupendo!