Nonostante la terribile notte passata alla Collegiata sono piuttosto carica per affrontare questa nuova giornata. La curiosità nei confronti di ciò che mi aspetta mi riempie di energia. Con il fatto che sono partita da sola ho attuato diverse ricerche prima di questa avventura per non essere totalmente sprovveduta. Ma nessuna ricerca ti preparerà mai davvero a questo viaggio! Ogni giorno è una sorpresa! Possiamo leggere tutto ciò che si vuole, guardare documentari e film, ma trovarsi di persona e vedere con i propri occhi certi luoghi e colori… è insostituibile.
Demotivante il fatto che questa tratta è riconosciuta come : “Rompe piernas” (Spezza gambe), per le discese ripide, i terreni duri, la presenza di sassi e in base alla stagione anche di fango che rende il tutto difficile e scivoloso. In alcune situazioni sembrava di essere dei concorrenti di: Mai dire Banzai!
Una piccola cosa da non sottovalutare è che in questo tratto tra Roncisvalle e Zubiri non vi sono albergue se non privati. Calcolate bene i tempi e in base alla stagione la scelta di prenotare o no.
Tra le 6:00 e le 6:30 a.m. alla Collegiata accendono le luci e ti svegliano con una musica di sottofondo, il tempo di vestirsi e andare a fare colazione, prevista tra le 7:00 e le 8:00. Colazione a base di: spremuta, caffè, pane tostato e marmellata; prendiamo le nostre cose e partiamo. Ma non tirate troppo le otto a meno che non andiate a fare colazione pronti per partire., perché questo è l’orario massimo per soggiornare alla Collegiata, dopodiché tutti fuori!
Dati gli orari un pò prestabiliti, bene o male lasciamo tutti Roncisvalle alla stessa ora.
Prima però, la foto di rito!
Abbandoniamo Roncisvalle con un cielo che promette acqua… anche oggi!😒
Si passa inizialmente per piccoli paesini molto caratteristici per immergersi poco alla volta completamente nella natura. Qualche goccia d’acqua e a tratti il sole e così un gioco di luci che rende il panorama unico! Prati rigogliosi e sempre più verdi, cavalli e ad un certo punto, davanti a noi si presenta uno scenario unico.
Un doppio immenso arcobaleno! Ne si poteva vedere l’inizio e la fine. Bello, nitido, davanti a me! Ne ho visti di arcobaleni ma mai da così vicini e completi! Veniva voglia di andare a vedere dove iniziava e dove finiva ma…non era proprio il caso di passare la giornata a caccia di folletti e pentole piene di monete d’oro!
Proprio in questa occasione ci sarà il primo incontro con Rainbow! Ecco diciamo che Rainbow è stato il nostro folletto fino alla fine dell’arcobaleno! Mentre eravamo tutti fermi ad ammirare ed immortalare questo momento, M. presa dall’entusiasmo si rivolge ad un ragazzo in arrivo ed esclama: “Ehi guarda che arcobaleno!” A questo punto capisce che il ragazzo è perplesso e non parla italiano, decide allora di essere più chiara lo guarda, alza il braccio indicando il cielo, sgrana gli occhi e con ancora più entusiasmo esclama: “THE RAINBOW”. E’ così che un povero pellegrino è stato traumatizzato e battezzato con il nome di Rainbow! Con tutta l’educazione possibile ci ha guardate, ha sorriso e si è allontanato. O meglio è scappato! E lo farà fino a Santiago!
Riprendiamo a camminare circondati dalla natura rigogliosa per sbucare ogni tanto sul ciglio della strada. Strade che mi fanno sentire la mancanza delle mie moto e ad ogni curva di asfalto perfetto mi ripeto che un giorno ci tornerò… sì ma su due ruote!
Piccola nota culturale: Se siete degli appassionati di letteratura magari vi interesserà sapere che Hemingway amava frequentare questi posti da lui definiti come: i luoghi più terribilmente selvaggi di tutti i Pirenei. E che gli diedero spunto nel: Il Sole sorgerà ancora.
Riprendiamo il cammino immersi nella natura, il sole continua a farsi a tratti desiderare, il corpo affaticato dal giorno prima e acido lattico ovunque che appena ti fermi ti paralizza. Ci concediamo poche soste dato che il percorso nonostante tutto non è così terribile, giusto il tempo di fare qualche spuntino.
E’ primo pomeriggio quando arriviamo a Zubiri, conosciuto anche come Valle dei Cacciatori. Dopo 21,5km ci accoglie questo piccolo comune di poco più di 400 persone. Ho superato rompepiernas alla grande, le mie ginocchia non hanno accusato il colpo e le caviglie sono intonse. Purtroppo c’è chi non ha potuto dire lo stesso. Non è inusuale incontrare lungo questi punti così difficili, persone in serie difficoltà fisiche e di conseguenza psicologiche. C’è chi richiede l’aiuto di tutori e chi in lacrime cerca le forze per arrivare a Zubiri; ecco perché dico di essere stata fortunata ad avere avuto solo i dolori che mi si erano presentati. Questo punto definito così complicato si presenta solo alla fine della giornata, poco prima di arrivare in paese; un pò come a volerti dare il colpo di grazia finale! Giustamente cosa vorresti una giornata rilassante lungo il Cammino?
Arriviamo a Zubiri che il brutto tempo a lasciato spazio a sole e un caldo assurdo. Ci riposiamo un poco lungo il fiume che passa sotto al: Puente de la Rabia (Ponte della Rabbia). Ed è qui che pranziamo con quello che abbiamo con noi ed immergiamo i piedi nel fiume che ormai ad ottobre è gelato! Ma chissà che anche con noi non faccia qualche miracolo questo luogo. 😂
Ma perché si chiama Ponte della Rabbia?
Deve il suo nome ad una leggenda. Si narra che durante gli scavi per la costruzione del ponte, per permettere ai pellegrini l’attraversata del rio Arga, gli operai trovarono non poche difficoltà nell’erigere il pilone centrale. Fatti gli opportuni scavi nella roccia, trovarono i resti di una donna che emanava un gradevole profumo (chissà che meraviglia!), attribuiti fin da subito a Santa Quiteira; protettrice degli animali. La gente locale iniziò a credere che potesse proteggere il loro bestiame dalle malattie, rabbia compresa, facendoli girare per tre volte intorno al pilone. E che le acque del rio potessero curare uomini ed animali che vi si immergevano.
Trascorriamo qui circa mezz’ora poi raggiungiamo L’albergue “El palo de Avellano”, che ormai è metà pomeriggio. Non siamo in pochi, anche perché ad ottobre non c’è chissà che vita a Zubiri, molte attività hanno già chiuso e quasi tutti i pellegrini si sono fermati qui! Fatte le dovute registrazioni abbandoniamo scarpe e racchette nell’apposita zona e raggiungiamo le camere. Non c’è nulla da vedere ad eccezione del ponte e questo è un bene, perché il mio unico obiettivo oggi è riposarmi!
Raggiungiamo la camera assegnata ed insieme al piccolo gruppo che si era ormai formato troviamo una nuova coppia mai vista prima! Mi spiace per loro che ci dovranno sopportare! Siamo in otto, con una mega ciabatta per tutti i telefoni e varie ed eventuali da caricare, due docce e….un Wc, senza finestra 😂 E’ una prova di resistenza..ma per il bagno!
Preparo il letto, tolgo le scarpe e scopro una prima vescicola; benvenuta stronzetta! Nulla di grave per fortuna, una piccola monella sul mignolo che ho eliminato all’istante e non mi ha più creato problemi. Mi si stanno invece formando dei calli sulle mani per via delle racchette, come se già la moto non me ne procurasse abbastanza! Vi svelo un segreto però…li guardo con orgoglio pensando alle avventure vissute!
Mentre faccio finta di fare stretching e di spalmarmi arnica sulle gambe come se non ci fosse un domani, mi rendo conto che intorno a me inizia uno spaccio di medicinali stile Narcos! Antidolorifici, creme per muscoli ed articolazioni e lassativi (si avete letto bene!). Il Cammino ti purifica l’anima e ti fa esplodere il fegato! La butto sul ridere ma, soprattutto i primi giorni, si cerca di sopperire a tutti i dolori come è possibile. E se posso dare un consiglio per chi vuole diventare ricco…investite in una farmacia lungo il Cammino! Se in Italia nei distributori automatici fuori dalle farmacie trovate i profilattici, lungo il Cammino si trovano medicamenti per i pellegrini…e questo dovrebbe già farvi capire molte cose!
Una volta fatta la doccia, scritto sul mio diario di viaggio e riposato un poco, scendiamo nella zona comune per un piccolo aperitivo. Il posto è ben tenuto ed accogliente, c’è anche il biliardo che a causa delle restrizioni Covid non si può utilizzare. Il perché io possa condividere un bagno con altre sette persone ma non possa giocarci a biliardo non l’ho capito😂 Peccato, ci saremmo divertiti parecchio! 😏
Giusto un piccolo aperitivo messo insieme in qualche modo tra le birre che c’erano in ostello e qualche stuzzichino preso al minimarket vicino e poi si va a cenare. Cena fatta nell’unico posto trovato aperto il più vicino possibile. Sì perché arrivata sera anche solo quei 700 mt di distanza sembrano impossibili!
Il locale (ne ho scordato il nome!) ricorda un pò quello che da noi viene chiamato Circolo, ma non si tratta di un club privato, da noi il circolo è quel posto dove i nonni si sono sempre ritrovati a bere, giocare a carte o bocce! Solo che in questo caso c’eravamo solo noi, circa dieci pellegrini e altri due tavoli con un paio di commensali a testa; insomma era come avere un locale riservato! Per fortuna perché già così la ragazza che ha preso le comande ha avuto serie difficoltà! La qualità non è stata tra le migliori incontrate lungo il viaggio ma nemmeno pessima. Con 16€ ho mangiato una paella di carne, stufato, e il dolce che ho ceduto perché non potevo mangiarlo, acqua, pane e tre caraffe di birra divise tra più o meno tutti!
Si è fatto tardi, troppo tardi! Siamo tutto ciò che un buon pellegrino non è! Rientriamo cercando di dare meno disturbo possibile e si va a dormire. Più o meno 😕 La notte è andata decisamente meglio delle precedenti ma fatico ancora a prendere sonno.
Devo trovare al più presto un rimedio o ne pagherò le conseguenze.
Ma di questo vi racconterò più avanti!
Non è stata una giornata impegnativa, vi assicuro che arriveranno situazioni ben più difficili da gestire ma lungo questa tratta ho avuto modo di conoscere un pò di più le persone che ho incontrato, incontrarne di nuove e iniziare a capire anche con chi e come non voglio vivere questa esperienza! Tutto questo lo scoprirete passo dopo passo come ho fatto io!
A presto,
Deb!