Ho puntato la sveglia al solito orario ma avrei potuto tranquillamente farne a meno! Quando più di quindici persone dormono una attaccata all’altra è un attimo che la mattina appena si sveglia uno…seguono tutti gli altri! Per fortuna, fatta un’eccezione che ha deciso di partire davvero molto presto, bene o male noi altri abbiamo più o meno gli stessi orari. Ci si alza, ci si prepara e si fa colazione! La colazione era gestita in autonomia. La cucina dove la sera prima avevamo condiviso tutti insieme la cena, era messa a disposizione con una sola richiesta: una volta finito ognuno sistema e lava il suo. Non mi sembra una richiesta così esagerata ed impossibile! Caffè. tè, biscotti, pane, cereali…tutto il necessario per partire belli carichi!
Sono le 07.00 e siamo pronti in direzione di Nájera. Già ieri avevo fatto ingresso nella zona della Rioja raggiungendo Logroño che si trova vicino al confine con la Navarra, oggi posso ufficialmente affermare che con questa tratta ci immergiamo in questa zona con una rinomata produzione vinicola manifestata in tutto il paesaggio che ci andrà a circondare!
L’uscita dalla città di Logroño richiede un pò di tempo tra il centro storico e la periferia, prestate attenzione alle indicazioni poco evidenti anche se la scia di pellegrini in uscita vi darà una mano! Oltre ai pellegrini ci si imbatte in qualche giovane che ha fatto la notte in giro! Del resto è domenica! Più andando avanti più il contesto si appiattisce, il cielo era coperto, le temperature ancora fresche; prometteva una giornata grigia sotto tutti i punti di vista. Stranamente nell’arco di poco tempo ci ritroviamo noi quattro sole, il solito gruppo ultra ristretto con cui avevo legato il primo giorno a SJPDP. Non che la cosa mi dispiacesse! Che fine hanno fatto tutti? Bè…ve lo spiego subito!
Appena fuori dalla città il Cammino porta ad attraversare il Parco della Grajera. Finalmente un contesto che ci tira su di morale. Per la gente del luogo è il classico parco fuori città in cui andare a fare jogging, portare i bambini al parco, fare un pic-nic, se non ricordo male c’è la possibilità di pescare nel grande lago che fa da padrone, e così via. Le attività possibili sono tante, ma ci sono tre motivi per cui non mi scorderò di questo luogo:
1- Siamo riuscite ad attaccar bottone anche qui! Un ciclista di passaggio che ci ha viste entusiaste del luogo, ha deciso di farci da cicerone lungo un tratto di parco raccontandoci aneddoti vari e consigli! Ma sopratutto…siamo riusciti a capirci!
2- Le carpe nel lago sono addestrate! 😆 Non appena vedono un umano avvicinarsi all’acqua affiorano a bocca aperta aspettando che tu gli dia del cibo! Sono abituati bene qui!
3- Gli scoiattoli ti corrono incontro, perché anche loro sanno che tu gli darai da mangiare! E loro non si fanno alcun problema a prendere il cibo direttamente dalle tue mani! (guarda il video per questo!)
Mi piacerebbe stare tutto il giorno a giocare con gli animaletti del parco come ma ho giusto quei 30 km a piedi da fare; quindi è meglio ripartire! E così alzi la testa, ti guardi intorno e ti accorgi che non c’è più nessuno! Il Parco ci ha distratte portandoci ad un notevole distacco da tutto il resto del gruppo!
Proseguiamo lasciando definitivamente Logroño ed immergendoci nella natura con una breve salita. La terra rossa, da cui prendono nutrimento le vigne e poi le cantine che si susseguono; io continuo a rimanere dell’idea che un tuor degustazioni in parallelo al Cammino non sarebbe una brutta idea! In mezzo a tutto questo si alternano usanze come quelle di riprodurre con legnetti, sulle reti lungo il ciglio della strada, delle croci a simboleggiare il passaggio dei pellegrini o come pensiero a qualcuno che non è più qui con noi. A volte queste pareti di croci erano così tante da rendere il contesto un pò “pesante”, anche se in questo caso eravamo vicino ad una superstrada con auto e camion che sfrecciavano.
Ho decisamente preferito ritrovarmi a giocare con una gattina in mezzo ad un vigneto qualche km dopo o ammirare da lontano il famoso toro di “Osborne” sulla cresta delle colline che ti fa ben ricordare in che Paese ti trovi! Metti che lo dimentichi! Passo dopo passo arriviamo a Navarrete che pare essere famosa per la produzione di ceramiche (se avete in mente qualche souvenir tenetene conto). Qui ci siamo fermati per una piccola pausa alla “Bocateria Move” e dove recuperiamo parte del gruppo che come noi si è fermato per una breve colazione, anche perché non ci saranno molte altre scelte lungo questa tappa. Una particolarità di questo luogo, per quanto possa sembrare poco entusiasmante, è il cimitero dell’Hospital San Juan. Il suo ingresso in stile gotico gli dona un fascino unico. Io non ne conoscevo prima l’esistenza ma qui avrete modo di notare un rilievo dedicato ad una pellegrina: Alice de Gramer, morta lungo il Cammino nel 1986 per un incidente a causa del traffico. Riporto questo triste evento per puntualizzare una cosa: spesso, molto spesso, lungo il Cammino si devono attraversare delle strade importanti, o camminare lungo il ciglio di strade principali, super strade, statali ecc. E per quanto voi siate dei pellegrini lungo un percorso storico, insieme a voi ci sono persone locali che si spostano per portare avanti la loro quotidianità. Il camion che sfreccia per la consegna, il genitore che è in ritardo per portare a scuola i figli e andare al lavoro e via dicendo. Con questo non voglio giustificare l’imprudenza alla guida, o chi cammina con la testa tra le nuvole, ma state attenti perché sarete comunque delle persone che a volte percorrono tratti trafficati e pericolosi.
Riprendiamo abbastanza in fretta il nostro cammino perché la giornata non vuole saperne di riscaldarsi, anzi si è alzato un vento piuttosto freddo e meno stiamo fermi meglio è. Per fortuna con il passare delle ore il cielo si apre e il sole ci riporta a delle temperature ben più alte fino a dovermi coprire per il sole cocente. Il percorso si alterna tra il fiancheggiare la superstrada, cosa che non rende il tutto proprio così idilliaco e il ritrovarsi tra i vigneti fino ad arrivare a Ventosa. Per alcuni pellegrini questa è meta finale della giornata, ma non per noi!
Qui raggiungiamo alcuni componenti del nostro gruppo per una pausa pranzo al Buen Camino Cafè-Bar. Un posticino grazioso che offre sia piatti caldi che panini. Sarà in questa pausa pranzo che una coppia in viaggio farà un’amara scoperta. Il giorno precedente, a Logroño, avevano deciso di provare quello che è un trasporto organizzato per gli zaini. In sostanza si compila un modulo in cui vengono messi i propri dati, il luogo di partenza e dove vuoi che venga portato il tuo bagaglio e mentre tu percorri la tappa a piedi, un corriere ti porta lo zaino all’ostello/albergue dove hai intenzione di arrivare. Bene a quasi 20 km dal punto di partenza…non sapevano che fine avessero fatto i loro zaini! Erano partiti? Non erano partiti? Sta di fatto che la loro giornata è finita per rincorrere i loro zaini, sistemare la situazione e tornare in taxi per non perdere una giornata. Questo mi fa pensare che…se parto con solo uno zaino con all’interno tutto il mio occorrente per un mese e mezzo di viaggio, quello zaino deve rimanere attaccato alla mia schiena! Da queste considerazioni escludo chi ha particolari problematiche fisiche. Così salutiamo la coppia e proseguiamo per la nostra strada.
Il pomeriggio sarà completamente immerso nella natura, una natura pianeggiante che non richiede particolari fatiche altimetriche, ma pur sempre basato sulle lunghe distanze.
Passiamo dai campi alle zone industriali, dove sul muro di una fabbrica di farina, il parroco locale, Eugenio Garibay, ha riportato un poema dedicato al Cammino.
Polvo, barro, sol y lluvia
es Camino de Santiago.
Millares de peregrinos
y mas de un millar de años.
Peregrino, Quién te llama?
Qué fuerza oculta te atrae?
Ni el Campo de las Estrelas
ni la grandes catedrales
No es la bravura navarra
ni el vino de los riojanos
ni los mariscos gallegos
ni los campos castellanos.
Peregrino, Quién te llama?
Qué fuerza oculta te atrae?
Ni las gentes del camino
ni las costumbres rurales.
No es la historia y la cultura
ni el gallo de La Calzada
ni el palacio de Gaudi
ni el Castillo Ponferrada.
Todo lo veo al pasar
y es un gozo verlo todo
mas la voz que a mi me llama
la siento mucho más hondo.
La fuerza que a mi me empuja
la fuerza que a mi me atrae
no se explicarla ni yo.
Sólo el de Arriba lo sabe!
Polvere, fango, sole e pioggia
è il Camino de Santiago.
Migliaia di pellegrini e più di mille anni.Cosa ti chiama?
Quale Forza oscura ti attrae?
Non il Campo delle Stelle
Né le grandi cattedrali. Non il coraggio di Navarra
o il vino di Rioja
né i frutti di mare della Galizia
né i campi castigliani. Pellegrino, Cosa ti chiama?
quale forza nascosta ti attrae?
Non il popolo del Cammino
né i costumi rurali.
Non la storia e la cultura
Né il Gallo della Calzada
Non il palazzo di Gaudì,
o il Castello di Ponferrada. Tutto ciò che vedo al mio passaggio,
è una completa gioia,
ma la voce che mi chiama
la sento molto più nel profondo.La forza che mi spinge,
la forza che mi attrae,
non la so spiegare nemmeno io.
Solo Lui lassù lo sa!
Arrivo quasi alla meta del giorno con le braccia e parte del viso coperte di bolle pe il sole cocente. Come cambiano le giornate lungo queste tratte! Nulla di grave, un pò di protezione solare e qualche crema idratante e si sistemerà tutto. A smorzare un pò il contesto ci pensa un percorso d’Arte posto lungo il sentiero tra i campi. Un km d’Arte in cui sono esposte delle gigantografie rappresentanti momenti di vita di persone locali, purtroppo in alcuni casi deturpate. Incontreremo, anche, una graziosa capanna di pietra utilizzata da pastori ed agricoltori.
E così arriviamo a Nájera, un tempo capitale della Navarra, oggi città della Rioja, regione autonoma dal 1982.
Leggenda narra che Rolando arrivò a Nájera per liberare i cavalieri cristiani che il gigante Ferragut, discendente di Golia, teneva prigionieri. Un giorno dalla collina “Il Poyo”, Rolando vide il gigante seduto sulla porta del castello, così prese una grande pietra e gliela scagliò contro uccidendolo. Da allora il dosso si chiama Podium di Rolando. Un’altra versione della leggenda parla di uno scontro diretto tra i due in cui Rolando, venuto a conoscenza del suo punto debole, scagliò un pugnale nell’ombelico di Ferragut. E così Nájera fu liberata.
Qui avrete modo di visitare il Monastero di Santa Maria la Real la cui cripta, un tempo, era una grotta dove vi si rifugiarono i primi monaci eremiti. Con il passare degli anni e il passaggio dei pellegrini questa Chiesa acquisì un’importanza tale da portare i reali di Navarra a chiedere di essere seppelliti qui; dando a questo luogo il nome di: Phanteon Real.
Per raggiungere l’albergue dobbiamo attraversare il centro, che a differenza della tappa precedente, è poco trafficato e frequentato; sarà sempre il fattore domenica che porta le zone della Spagna meno turistiche ad essere deserte, ma non mi ha trasmesso molto questa cittadina. Dormiremo all’Albergue Las Peñas dove per 15€ avremo un posto letto e la colazione! Si trova proprio sulla via del Cammino quindi è molto semplice da raggiungere ma anche la mattina seguente è facile trovare subito la via per proseguire. E’ una piccola struttura su più piani, ben tenuta, gestita da dei giovani che lasciano pieno spazio ai propri ospiti. Tra l’altro hanno un sello bellissimo che rappresenta delle montagne con una via disegnata nel mezzo. Molto semplice ma già che ci sono le montagne con me vinci facile!
Facciamo le opportune registrazioni, bastoni e scarpe vengono lasciate in un’apposita area all’ingresso vicino ad un frigo contenente bibite e birre. Perfetto, abbiamo la birretta defaticante tra l’altro a 1€…quando si dice che in Spagna costa più l’acqua della birra non è uno scherzo! Infatti mi ritroverò poco dopo sul marciapiede a fare stretching con una birra in mano! Sono o non sono la rappresentazione dello sport?!?
Meglio tornare seri! Su i due piani successivi ci saranno camere, bagni e una piccola zona cucina dove potersi autogestire per pranzo/cena e dove verrà servita la colazione la mattina successiva. Non siamo in molti ma poco importa perché la stanza assegnata con tre letti a castello è occupata solo da noi gruppo ristretto! Il tempo di sistemarsi come al solito e doccia. I bagni sono bellissimi, spaziosi, puliti e non in comune! Si tratta di normalissimi bagni di casa con un bel termosifone caldo che a fine giornata sono una manna quando esce tutta la stanchezza e il freddo dello sbalzo termico😆
E’ ora di cena, avevamo in programma una tavolata comune tra pellegrini tutti insieme in un posto qualsiasi. Ma le persone con cui dovevamo trascorrere la serata si sono organizzare in modo diverso aggregandosi ad altri e per noi a tavola non c’era più posto. In un contesto diverso ci sarei rimasta male ma qui non me ne faccio un problema, non posso tener conto di persone che a mala pena conosco e sicuramente alla fine di questo viaggio non vedrò ne sentire più. Quindi esco dal ristorante, insieme al “mio gruppo ristretto” andiamo in cerca di un posto dove cenare. Sarà così che ci ritroveremo, insieme a qualche anziano e famiglie locale, a mangiare un doppio hamburger con patatine e un’ottima bottiglia di rosso, brindando alla nostra per una spesa totale di 10€! Piena come un uovo rientro all’albergue per l’orario di chiusura previsto per le 21.30. Si chiacchiera un pò, scrivo il mio diario, mi cospargo di arnica e finalmente si dorme!
Non è stata una giornata particolarmente ricca di avvenimenti, da un punto di vista culturale è stato più un godersi la natura che ci circondava piuttosto che la ricerca di luoghi storici. I km sono stati tanti e su strade piane che sembrano non avere fine, questo può portare la tratta a sembrare meno faticosa ma vi assicuro che non lo è affatto; sono arrivata alla destinazione di questo giorno decisamente provata! Non perderti il prossimo articolo, ti parlerò del peggior donativo mai incontrato.
A presto,
Deb!