Sono le 7:42 di mercoledì 6 ottobre, ci sono 11°C e siamo pronti a partire! Dopo aver fatto colazione in ostello con quello che ho con me e il supporto delle macchinette, saluto Pamplona! I più fortunati a livello alimentare potranno fare tappa in qualche panetteria aperta per delle succulente brioches burrose che con il loro profumo invadono le strade ancora buie; noi come gruppo decidiamo di rifarci più avanti. Gli addetti alla pulizia della città stanno lavorando, qualche pellegrino fa da riferimento su che strada prendere ma l’uscita dalla città non è complicata, frecce e conchiglie poste a terra non mancano! In questi contesti non è difficile orientarsi, è più facile perdersi per via del sonno che con il buoi può giocare qualche scherzo!
Il percorso di oggi prevede il passaggio per la Sierra del Perdon, circa 24 km passando tra i punti più immortalati del Cammino. La Sierra del Perdón, chiamato anche Erreniega, in passato chiamato anche con il nome di Errenega e Reniegai, è una catena montuosa della Navarra con un’altitudine di 1039 m. Si dice che il nome della Sierra de El Perdón sia dovuto al fatto che i pellegrini di Santiago ottennero nell’eremo di Nuestra Señora del Perdón la massima indulgenza per i loro peccati, in modo tale che se morivano lungo il cammino lo fecero sotto perdono, divino; confortante!
L’uscita dal contesto cittadino dura per diversi km, si passa prima per il centro storico, poi per la periferia dove giovani alticci in auto e a piedi fanno ritorno a casa (buongiorno a voi!), qualcuno ispira poca fiducia, qualcun altro tenta di attaccar bottone, ma basta non dargli retta e andare per la propria strada. Ecco forse in quel momento se fossi stata sola non l’avrei presa molto bene. Nella periferia si passa per quello che è un parco della città dove incontriamo persone che fanno jogging o chi è diretto al lavoro. Lasciata la città iniziamo a percorrere una strada asfaltata, praticamente l’unica! Questa strada leggermente in salita ci porta a vedere Pamplona sempre più da lontano finché curva dopo curva sparisce.
Ed anche questa volta siamo partiti in quindici e ci ritroviamo in quattro! Meglio proseguire con moderazione…questa tappa prevede 18 km in salita… costante ma pur sempre in salita! Il pezzo più “brutto”, fisicamente parlando, è subito dopo l’Alto del Perdon. Ma ci arriveremo!
Dobbiamo percorrere un pò di strada prima di trovare un paesino dove fermarci per una colazione decente; finalmente! Che poi definirla colazione è un eufemismo…comunque!
Sarà lui: “Asador El Tremendo” del paese Cizur Menor ad accogliere tutti i pellegrini di passaggio, ognuno con la sua colazione più opportuna. Poi arriviamo noi e…nulla sono tipo le nove del mattino e decidiamo di mangiare una mezza baguette a testa! E non di quelle francesi che siete abituati ad immaginare, queste valgono doppio! Farcita con una frittata ed una spremuta. Ma a questo giro non sono io ad avere la meglio, vince a mani basse F. con la sua birra! La colazione dei campioni insomma! Passa una buona mezz’ora prima di riprendere il cammino! 😂
La strada presenta qualche sali scendi ma nulla di troppo impegnativo. Il paesino incontrato è davvero molto carino e caratteristico dalle strutture agli studenti in divisa che vanno a scuola! Poi ad un certo punto tutto cambia, basta attraversare un paio di strade e si passa da un contesto civilizzato al nulla.
Siamo circondati solo da campi che cambiano colore con delle sfumature meravigliose, sembrano di velluto!
In lontananza si vede…è lì…l’Alto del Perdon tra una curva e l’altra si fa attendere. Le pale eoliche così lontane fanno da riferimento…sono piccolissime.
E’ una giornata poco movimentata, sì un pò cantiamo ma per lo più ognuno tende a stare per le sue. Siamo tutti immersi in questo contesto che sembra non avere fine. Da fuori per alcuni potrebbe sembrare noiosa l’idea di vedere per km e km sempre lo stesso scenario ma vi posso assicurare che quando siete lì la percezione del tempo e delle distanze cambiano e di quei contesti non ne fareste più a meno. Di tanta bellezza e sopratutto della pace che ti pervade. Ma è proprio quando tutto sembra calmo e piatto che succedono cose assurde. Arriva in un piccolo paesino in mezzo al nulla con un nome particolare: Zariquiegui! Qui facciamo una breve sosta alla iglesia de San Andres, il tempo di un timbro e un ringraziamento, bere un pò di acqua, scambiare quattro parole con gli altri pellegrini incontrati e ritrovati, chi si sistema le ferite e si riparte.
Partiamo noi solite ..ormai il gruppo delle Quattro Marie! E il tempo di percorrere pochi metri notiamo che da lontano una volante della polizia locale ci sta guardando. Stava risalendo in auto ma si sono fermati e ci scrutano. I toni si placano subito. Pensiamo a cosa possiamo aver fatto di sbagliato, non abbiamo bevuto alcolici (e si sa che in spagna chi è alticcio non è assolutamente ben visto), non ci sembra di aver infratto leggi. Forse i toni un pò alti nello scherzare…avvicinandoci pensiamo a che colpa abbiamo ed una volta lì, dopo un saluto amichevole ci rivolgono parola ma non capiamo cosa vogliono. Cosa si fa in questi casi? Sorridi e annuisci! Magari ti hanno chiesto se hai droghe ed armi addosso e tu sorridi ed annuisci! Furba! Va be si scherza! La situazione è apparsa da subito amichevole, volevano solo assicurarsi che stessimo bene ed augurarci: Buen Camino! Forse anche provarci un pò visto che non hanno esitato a lasciare un recapito telefonico in caso di qualsiasi necessità 😅 Va be…non si sa mai il biglietto da visita meglio tenerlo visto che siamo comunque in mezzo al nulla.
Mangiando qualche mora trovata lungo la strada, qualche pausa per bere, metti e togli i vestiti a strati e il tempo di una sosta per un timbro in una piccola ma graziosa chiesetta, e si arriva all’Alto del Perdon.
Quando raggiungi questo luogo pensi: sono qui? Davvero? Come ho fatto ad essere già qui? Mi guardo indietro e Pamplona nemmeno la vedo più. In realtà non si vede più nulla! Campi, campi e ancora campi e sopra il cielo infinito. Un senso di libertà mi pervade, il vento soffia, le pale eoliche schierate su tutta la cresta fanno il loro lavoro ed ora sono così grandi! Sono lì, mi guardo intorno come a voler imprimere dentro di me tutto quello spettacolo per non scordarmelo più, mi sento così viva! L’immenso mi circonda e i colori del mondo mi riempiono gli occhi!
Una volta ripresa da tutta questa meraviglia, in quello che è un grande Parco Eolico, mi dirigo verso questo luogo tanto fotografato e che, devo essere sincera, mi ha delusa un pochino! “Il monumento al pellegrino”.
Lo immaginavo più grande viste le foto in circolazione, invece era solo il frutto di ottimi grand’angoli!
Eretto nel 1996 dagli Amici del Cammino di Navarra, riporta una frase che richiama sia il costante vento che soffia sulla collina sia la leggenda del ritrovamento della tomba dell’apostolo Giacomo.
L’interpretazione del monumento secondo lo scultore va fatta da sinistra verso destra: La prima scultura rappresenta i primi pellegrini del IX e X secolo diretti verso Santiago, si nota che tra un pellegrino e l’altro vi sono degli spazi più o meno lunghi. Questo rappresenta lo spazio temporale, il passare del tempo e le evoluzioni del Cammino di Santiago nel corso del tempo. L’incremento delle sagome ravvicinate aumenta nel punto centrale della scultura e rappresenta i pellegrini in epoca medievale, quando questo pellegrinaggio ebbe un grande successo, soprattutto fra nobili e cavalieri provenienti da tutte le nazioni europee. Dopo questo periodo di splendore del Cammino di Santiago le cose sono cambiate nel corso del tempo portando ad una crisi del Cammino fra il XVI e il XIX secolo. Fino ad arrivare ai giorni nostri con due sagome di pellegrini ravvicinate, munite di zaino, nella parte terminale dell’opera.
“Donde se cruza el camino del viento con el de las estrellas”
(Dove si incrocia il cammino del vento con quello delle stelle)
Chissà cosa significa essere qui sopra durante una notte stellata!
E’ comunque bello raggiungere certe mete per tanto tempo immaginate! Però, secondo me, una cosa è certa: il panorama vince sul monumento. Il problema è racchiudere in uno scatto quello che si vive in quel momento! Ci fermiamo giusto il tempo di qualche foto ricordo e per permettere ad F. di fare pipì! Penserai a me cosa importa di questo…be è un momento da ricordare perché non è stato facile. Provate voi a farla in un posto in cui: non ci sono ripari, il vento soffia senza sosta ed è un continuo via vai di turisti e pellegrini (perché qui ci si arriva anche su strada asfaltata). Immaginate la scena di lei che corre a destra e sinistra disperata cercando il punto opportuno senza trovarlo, noi a ridere di lei e quando si decide a farla…passa un pullman di turisti che si gode tutto il panorama compresa F. a braghe calate!!!
Tornando sei! C’è altro all’Alto del Perdon! Poco distante dal monumento, proseguendo per la via del pellegrinaggio, non potrete non vedere il “Memoriale alle vittime della guerra civile spagnola”. Si tratta di una spirale di 19 pietre erette con un pilastro nel mezzo. Il cartello vicino spiega che si tratta di un memoriale per 92 persone provenienti da 19 villaggi della Sierra del Perdón che persero la vita tra il 1936 e il 1937.
Il cartello dice:
“Questo è un tributo alle vittime e alle loro famiglie che sono state uccise per aver combattuto per i loro ideali di giustizia sociale e di democrazia. In Navarra non c’era un fronte durante la guerra, e queste persone sono state uccise senza processo, private delle loro case con la forza e sepolte in fosse comuni in questa terra. Tutte dimenticate e messe a tacere, per 81 anni, dalle istituzioni”.
E’ giunto il momento di riprendere la nostra strada ed è qui si presente il tratto difficile di cui vi parlavo all’inizio. Subito ci rendiamo conto che la discesa è decisamente più impegnativa della salita. La pendenza non gioca a nostro favore e il sentiero è fatto di sassi e pietre, e nemmeno così piccoli a tratti, il che non facilita la discesa! Non impossibile ma diciamo che quando ti avvii verso il fine giornata preferiresti andare incontro a qualcosa di più leggero! Per fortuna sono in buona compagnia e di conseguenza l’umore si mantiene alto aiutando a togliere l’attenzione sulle difficoltà fisiche! Qui è facile andare incontro ad una brutta storta. Una volta affrontato il tutto resta una strada tranquilla tra i campi, nulla di troppo particolare.
Stanche ma soddisfatte arriviamo a Puente de la Reina, un grazioso paesino ben tenuto dove ci attende l’Albergue de los Padres Reparadores e dove con ben 7€ abbiamo un letto, o meglio, una stanza per noi sei! Così se dobbiamo tirare un cuscino a chi russa possiamo farlo senza problemi!!!
E’ un luogo molto basico ma ha tutto ciò che occorre ed è pulito: delle stanze pulite con tutto l’occorrente monouso previsto da normativa Covid, docce unisex spaziose con acqua calda (non scontato),una lavanderia con lavatrice ed asciugatrice, un bel giardino esterno, una sala comune per mangiare, teoricamente ben attrezzata ma per ovvi motivi non abbiamo potuto sfruttare nulla sempre a causa della pandemia. Che poi spiegatemi, forse avrò già posto questa domanda ma: non possiamo cucinare tutti insieme ma possiamo condividere lo stesso tavolo con cose comprate da fuori? Poco male non ci siamo comunque tolti le occasioni di condividere i pasti con alte persone!
I ragazzi che si occupano dell’ostello sono molto gentili e tra tutti parlano un sacco di lingue diverse, il che non è male, a maggior ragione quando vivi una situazione come quella vissuta da M. quel giorno. Non si sa come e perché, dato che le scarpe erano già rodate da prima del Cammino, ma le sue scarpe hanno causato non pochi problemi in primis ad un alluce; tanto da dover ricorrere al medico di base di Puente la Reina. Una vescicola sotto l’unghia che ne ha causato un conseguente sollevamento e successivamente un’infezione. Forse la scarpa, la calza sbagliata, forse tutta l’acqua presa in quei giorni che ha lasciato i piedi troppo umidi, non si sa; resta il fatto che secondo il medico M. quel giorno doveva fermarsi.
Ora pensate di essere un pellegrino partito per questa esperienza, avete solo 15 giorni a disposizione. Un viaggio organizzato per mesi ed oltre alle persone care con cui siete partiti ne avete incontrate di nuove fin dal primo giorno. Ogni giorno persone che vanno e vengono nella vostra vita, ogni giorno luoghi nuovi ed esperienze diverse. All’improvviso, al solo quinto giorno vi dicono che vi dovete fermare, così di punto in bianco, a nemmeno metà di quello che doveva essere questo viaggio. Voi come reagireste? Cosa avreste fatto al posto di M.?
Il medico ha provveduto a sistemare la ferita pulendo e drenando il tutto, medicando e mostrando ad M. cosa avrebbe dovuto fare nei giorni successivi per tenere il dito pulito. Fasciato il tutto si passa all’acquisto di opportuni sandali perché rimettere le scarpe era impossibile. Saluta M. con tutti i riguardi del caso, incosciente del fatto che M. non si sarebbe mai fermata! Era solo l’inizio di quello che sarebbe stato un Cammino travagliato!
Ovviamente l’umore non era dei migliori quindi proviamo a distrarci facendo due passi in centro. Vuoi non camminare dopo tutto quello che ti hanno detto?! Tappa alla farmacia del luogo per fare scorta di Betadine, garza e cerotti, ed è già ora di cena! Un bel menù del pellegrino e via: petto di pollo con patate , pane, vino e frutta il tutto a 10€ ma non solo…riesco ad assaggiare finalmente uno dei vari piatti tipici che incontrerò lungo la strada; la sopa de ajo (zuppa di aglio). Secondo voi mi tiro indietro dall’assaggiare qualcosa di tipico anche se completamente a base di aglio? Certo che no! Ero un pò intimorita dalle conseguenze visto che saremmo stati in sei chiusi in una stanza per la notte! Ma vi assicuro che è di una bontà pazzesca e il sapore dell’aglio inteso come quello che si può avere con una bruschetta…non esiste minimamente! In più la sera faceva freschetto e una bella zuppa calda temprava corpo e animo!
E’ ora di tornare in ostello e provare il mio nuovo acquisto…pastiglie per dormire! Eh sì alla fine ho ceduto all’acquisto di qualche aiuto, dopo cinque giorni di viaggio ho bisogno di dormire decentemente. Se faccio un’altra notte in bianco potrei uccidere qualcuno! Speriamo bene!
A presto,
Deb!