Giorno 4: Zubiri – Pamplona. Come i tori ma fiacchi!

Con un orario di risveglio un pò obbligato dalla colazione comune, scendo nella sala dedicata e trovo qualcosa che non mi aspettavo! Tutto questo personale da dove è uscito!? La miglior colazione fino ad ora! Pane tostato al momento, burro, marmellate, plumcake, frutta, latte, tè e un caffè buono (che in Spagna è un miracolo!). Dedico poco tempo a chi mi sta attorno, la mattina sono ancora meno socievole del normale, almeno finché non mangio qualcosa! Se in più ci mettiamo il fattore timidezza nel rapportarmi a sconosciuti che parlano, anche, un’altra lingua… be la mia soluzione è: mi metto nel mio angolino e faccio colazione senza guardare nessuno!
Recuperiamo le nostre cose e si esce, ecco un’altra fantastica uggiosa giornata 😒 
Ci avviamo verso la prima città del Cammino, Pamplona!
La strada da percorrere non è impegnativa come nei giorni precedenti, i sali e scendi ci sono ma meno aggressivi. Il problema è che il mio corpo ancora si rifiuta di accettare quella situazione quindi arrivo a metà giornata con dei dolori atroci alle anche tanto da non riuscire più a camminare. Posso dire di essermi trascinata fino alla fine.

Inizialmente si percorre un tratto di strada asfaltata che fiancheggia un’azienda di magnesio che ricorda il posto di lavoro di Homer Simpson; insomma non proprio una visione celestiale come inizio di tratta! Per fortuna tutto questo viene abbandonato abbastanza in fretta per tornare a camminare in mezzo alla natura.
Come nei giorni precedenti iniziamo a camminare tutti insieme per poi disperderci nell’arco di pochi km. Ma oggi c’è qualcosa di più, non so se è il contesto, non so sono io che sto iniziando ad elaborare quello che sto vivendo ma sento il bisogno di stare sola. Così mi stacco da gruppo, circondata dal bosco, sotto la pioggia che fine e costante continua a scendere rendendo il tutto ancor più malinconico. Riempio gli occhi di quel che mi circonda, respiro profondamente come a voler imprimere bene dentro di me i profumi del bosco. Ero veramente grata per l’esperienza che stavo vivendo ma allo stesso tempo triste perché avrei tanto voluto la presenza di alcune persone, come mio padre che non c’è più. Spesso, quasi quotidianamente mi ritroverò a pensare: se ci fosse ancora papà gli avrei mandato una foto su WhatsApp, o un video, chissà cosa avrebbe detto. Sì perché era per me un’abitudine tenerlo aggiornato sui posti che visitavo le esperienze che facevo, le innumerevoli telefonate basate sul: come va? Posso dire che mio padre era il mio fan numero uno!
Così mi ritrovo a piangere sotto la pioggia e ridendo per quanto cavolo è bello quello che sto vivendo! Così fino a ricongiungermi al resto del gruppo ritrovando il mio essere schermata; sia mai che mi faccio vedere con le lacrime agli occhi  🤦
Ci avviciniamo sempre più a Pamplona e più ci avviciniamo più fatico a camminare. Devo rallentare e spesso fermarmi, le anche mi fanno un male tale da trascinare le gambe. Non riuscivo a non pensare al dolore e questo rendeva il tutto ancor più faticoso. Ero così concentrata su questo che ho smesso completamente di godermi quel che mi circondava così da rendere l’arrivo in questa città uno strazio.

L’arrivo alla città comporta l’attraversamento di una periferia non proprio fantastica! Non so come siamo le altre zone limitrofe ma la via segnalata dal Cammino ti porta a passare per una zona, diciamo, poco raccomandabile. Sì insomma mentre stavamo passando noi c’era gente che con tutta la tranquillità del mondo spacciava! Ma non ci hanno considerati minimamente se non giusto il tempo di capire se potevamo essere potenziali clienti! Resta il fatto che nessuno vi avvicina se non siete prima voi a farvi avanti, quindi andate tranquilli per la vostra strada. Passata questa zona si inizia a capire che ormai siamo giunti al termine, delle mura iniziano a lasciar intendere dove siamo, giusto il tempo di attraversare due vie principali ed un piccolo parco circostante che subito vi troverete davanti all’ingresso del centro storico di Pamplona.

Per me era come vedere un’oasi nel deserto!
Si passa il famoso Ponte della Maddalena o Ponte del Diavolo. Questi punti di passaggio, lungo il Cammino, sono significativi perché ti fanno rendere conto che tu effettivamente stai camminando la dove sono realmente passati milioni di pellegrini nel corso del tempo. Capiterà di pensarlo anche su alcune strade ma nulla come i ponti che sono lì da così tanto tempo, immuni, al massimo un pò restaurati! Addirittura alcuni ponti sono stati costruiti appositamente per permettere il passaggio di questi insoliti viaggiatori!
Proprio qui in prossimità di questo ponte, fermi ad un semaforo, ci si rende conto che il traffico cittadino è già diventato alquanto fastidioso. Ci si impiega poco tempo ad abituarsi alla pace della natura, capiterà di fare diversi giorni in mezzo al nulla per poi essere catapultati in una città ritrovando non pochi disagi!
Non ero mai stata in questa città prima, ne ho sempre sentito parlare per via della corsa dei tori e mi ero fatta un’idea ben diversa! E’ decisamente più piccola di quel che mi aspettavo, le vie sono davvero molto strette e se si pensa a quel sacrilegio che si compie ogni anno tra il 6 e il 14 luglio la prima cosa che viene spontaneo chiedersi è: come fanno tutti quei tori a correre qui in mezzo? Tolta questa orrenda usanza il centro storico l’ho trovato bellissimo ed a prova di giovane! L’architettura è ricca di storia ed affascinante e i locali non mancano, sia per godersi l’orario di montaditos, pinchos e tapas sia per il dopo cena!

E ancora una volta ritroviamo lui…si proprio lui: Hemingway ! Che a suo tempo rese famosa questa città con il romanzo: “Fiesta” 1926, dove parla dell’encierro che avviene per la Festa di San Firmino (Sanfermines ), patrono locale. Firmino, nato a Pamplona nel 272, fu battezzato dopo che la sua famiglia romana si convertì al cristianesimo. Divenne vescovo a 24anni e fu incarcerato e decapitato per l’opposizione al potere ufficiale della dottrina cristiana, diventando così martire. Questa ricorrenza cade proprio il 7 luglio. Ma perché c’è la corsa dei tori? Il via a questi giorni di festa viene dato con il lancio del chupinazo (un fuoco artificiale)  dal balcone del municipio, il 6 luglio di ogni anno a mezzogiorno.
L’encierro, che significa letteralmente chiusura, è un’operazione che anticipa la corrida e consiste nel trasferimento dei tori dal recinto, in cui vengono portati alcuni giorni prima dello spettacolo, fino all’arena. In molte località come Pamplona questa operazione è diventata un vero e proprio spettacolo. Dura circa tre minuti ed inizialmente le persone correvano davanti ai tori nel tentativo di guidarli dove volevano, con il tempo è diventata una specie di prova di coraggio, una sorta di evento sportivo popolare spagnolo. 

Raggiungiamo subito l’ostello Municipale Gesù e Maria, luogo riservato ai soli pellegrini ed oggi uno tra gli ostelli più grandi lungo il Cammino Francese. Anticamente era una chiesa poi ristrutturata per diventare la struttura che è oggi mantenendo le sue caratteristiche originali. Un luogo bellissimo e ben tenuta. Costo per la notte 10€, e rileggendo quanto scritto, penso al fatto che dormirò in posti decisamente più costosi e che non valgono nemmeno la metà di questo luogo. Purtroppo è la parte commerciale di questo viaggio che con il corso del tempo per alcuni è diventato solo questo. Badate bene ai luoghi dove vi fermerete o rischierete di perdere quella parte umana e magica che fa parte di questo tipo di viaggio, e più vi avvicinerete a Santiago più questo aspetto puramente turistico sarà evidente.

Fatte le opportune registrazioni (pagamento, registrazione dei documenti e timbro), prendiamo la nostra biancheria usa e getta per il letto e ci sistemiamo, giusto il tempo di giocarsi il posto letto sopra o sotto! Sì perché il letto a castello sarà un salva spazio ma per un pellegrino è una gran rottura di *alle 🤭. Pensate di arrivare a destinazione distrutti e dover far su e giù per una scalina a pioli e di avere uno zaino contenente tutta la vostra roba a terra e voi che dovete continuare a salire e scendere per prenderla, oppure l’altra opzione è mettere tutto quel che vi serve in un sacchetto ed appenderlo al letto. Pensate di dovervi alzare durante la notte per andare in bagno cercando di fare meno rumore possibile, sfilarvi dal sacco a pelo scendere dal letto andare a fare quello che dovete fare e tornare su; tutto questo con un mal di gambe assurdo! E magari ci mettiamo dentro pure un letto scricchiolante! Insomma si cercava di giocarsi il letto sopra a rotazione o di cedere i letti sotto ai più malconci!

E’ urgente la gestione della biancheria, c’è un orario per l’utilizzo di lavatrici e asciugatrici, siamo in tantissimi e la biancheria pulita inizia a scarseggiare! Si corre ai ripari prendendo possesso della zona lavanderia dove M. ed F. si mettono a lavare i panni a mano per sopperire alle lavatrici piene per poi buttare tutto insieme nelle asciugatrici (consiglio la visione del video in questo caso per comprendere appieno il livello di disagio raggiunto!!!!). All’inizio potrà sembrare strano condividere i propri panni sporchi con degli sconosciuti ma senza rendervene conto arriverete a piegare anche le mutande del vostro vicino di letto! Qui inizia a venir fuori la confidenza che stiamo prendendo tra di noi e capisco che non potevo unirmi a gruppo migliore! Purtroppo l’opzione lavare a mano e stendere fuori non era più fattibile, le sere di ottobre sono già troppo fresche per far sì che i panni asciughino per tempo.

Passata l’emergenza panni sporchi è il momento di passare alle docce; purtroppo per me! Qui mi trovo davvero in difficoltà perché per la prima volta devo affrontare un bagno unisex con delle docce che non avevano spazio per le proprie cose all’interno, ciò non vuol dire che si è tutti nudi insieme appassionatamente ma per me c’era comunque dell’imbarazzo. Non me la sentivo di spogliarmi in camerata per avvolgermi in intimo nell’asciugamano anche se cosciente del fatto che: chi cavolo sta li a guardarmi? Eppure è più forte di me. Cerco di rimanere quanto meno spoglia possibile e vado in doccia dove una volta fatto il tutto si presenta il problema opposto…devo vestirmi prima di uscire! Così mi ritrovo ogni volta ad andare in bagno con una catasta di roba tra vestiti puliti, sporchi e cose per lavarmi!

Ecco se devo dare un voto negativo a questo posto lo darei ai bagni perché sono un pò messi maluccio sia esteticamente che a livello tecnico, alcune docce non avevano l’acqua calda oppure era solo bollente! Altra scoperta che ho fatto in questo bagno è che l’acqua dei rubinetti lungo il Cammino è imbevibile. Magari un tempo si poteva riempire la bottiglietta negli ostelli come si legge da alcuni racconti, ma oggi non più. Almeno spero perché se è sempre stato così significa che i pellegrini pur di risparmiare l’acquisto di acqua si bevevano quella del rubinetto al gusto di cloro!!! E’ come farsi una bella bevuta in piscina!

Un altro elemento che diventerà significativo lungo questo viaggio e di cui mi sono dimenticata di parlare la volta precedente è il phone di M. Voi direte perché ci vuoi parlare di un asciugacapelli? Be perché è diventato di un importanza vitale, quel piccolo asciugacapelli da viaggio ha salvato molte cervicali lungo il Cammino! Quindi torniamo un attimo indietro nel tempo e ricollochiamoci tra i letti a castello della collegiata di Roncisvalle dove mi rendo conto che: punto uno io ho una cofana di capelli pure lunghi e punto due gli asciugacapelli negli ostelli non sono contemplati. Ed io ingenuamente avevo dato per scontato questo elemento dato che uno, in teoria, parte per il un pellegrinaggio il più leggero possibile. Mi aspettavo di trovare certe cose nelle strutture; invece no! D’estate sono la prima a dire lascio che si asciughino da soli tanto fa caldo ma ora? Qui entra in gioco M. che dopo la doccia salta fuori come un folletto e questo micro phone chiedendo chi ne avesse bisogno! Mia salvatrice! Praticamente è stato abusato da tutta la camerata tanto che ad un certo punto ne abbiamo perso le tracce temendo il peggio! Come avremmo fatto senza il super mini phone?! Niente di grave per fortuna, ad una certa è tornato all’ovile! Ed anche qui a Pamplona magicamente dallo zaino di Mary Poppins arriva lui, bello bello (cit.) l’asciugacapelli! Così piccino che con tutti i miei capelli si surriscaldava spegnendosi, così aspettavo che tornasse in sé per poter continuare!!!😂

Tutti belli profumati è giunto il momento di vedere qualcosa di questa città e che voi ci crediate o no io stavo già meglio; camminavo in modo semi decente! Mi sa che lo zaino era caricato male 🤔 Usciamo e purtroppo mettere tutti d’accordo quando si fa gruppo in questo modo non è facile. C’è chi vuole uscire e chi no, chi vuole camminare e chi no, chi vuole visitare e chi non gliene frega nulla, chi vuole mangiare un pasto volante e chi vuole uscire a cena.

Riesco a guardarmi intorno con calma e mi rendo conto che…Pamplona è bellissima! Il centro non è grandissimo si gira anche in fretta ma a molto su cui soffermarsi! Qui viene fuori il peggio di me, soffro nel trovarmi i posti nuovi e non poterli conoscere a fondo, è un luogo ricco di storia e la piccola Wikipedia che è in me ha fame di tutto questo! Ma c’è poco da gironzolare, è sera, dobbiamo cenare e l’ostello alle 23.00 chiude le porte.😢 Intanto nel dubbio un bel bocadillo de jamon Serrano non me lo leva nessuno, così per tappare un pò quel buchetto!

Cosa vedere a Pamplona? In questa città segnata urbanisticamente dalla sua storia troviamo:

  • Il Porta de Francia. Non lo puoi evitare perché ci passa il Cammino!!!
  • Plaza de Castillo. Il cuore della città, dove oltre a trovare il busto di Hamingway, vi sono numerosi palazzi storici e cafè. Tra i più celebri c’è il Cafè Iruña, aperto dal 1888 e spesso frequentato dallo scrittore. Ancora oggi mantiene il suo aspetto elegante, entrare in questo luogo è un pò come viaggiare nel tempo. Non potevo farmelo scappare e così siamo entrati per bere qualcosa…vestiti da pellegrini a riposo… stanchi… e in ciabatte! Quindi andate tranquilli 😅 inoltre i prezzi sono decisamente accessibili.
  • Plaza de Toros. Dove si trova l’arena per le corride e dove termina la corsa di San Firmino. Da qui seguendo quella che viene chiamata la Ronda del Obispo Barbazàn si arriva al centro e si percorre un tratto di cinta muraria dichiarata monumento nazionale perché tra le più interessanti e meglio conservate di Spagna.
  • Prendi per la cattedrale, sul baluardo del Redin, si trova uno dei punti considerati più pittoreschi della città: il Rincon del Caballo blanco.
  • Si dice che la cattedrale di Santa Maria sia caratterizzata d uno dei chiostri gotici più belli d’Europa e poco distante da qui si trova il Museo della Navarra.
  • Percorri la salita di Santo Domingo per arrivare al palazzo del Comune e da qui segui la via percorsa durante la corsa dei tori verso la via Estafeta!
  • La chiesa fortezza di San Nicola e di San Saturnino sono un altro elemento da visitare!
  • Ci sono poi parchi e giardini e il Planetario.

Ora capisci perché dico di volerci tornare? Come si fa in un paio d’ore a vedere tutto questo ed anche più!?
Trovare dove cenare non è stato facile in primis sul metterci d’accordo su cosa fare e poi perché i locali era già quasi tutti pieni 😱Decidiamo di seguire il consiglio di altri ragazzi e provare un posto molto consigliato per tapas e panini. Be ne siamo rimasti davvero entusiasti! Purtroppo non ricordo il nome del locale.
Qui si può dire sia nato il mio appellativo di Obelix! Ovviamente detto in modo ironico! E mi fa sorridere che proprio a me venga dato questo soprannome! I problemi avuti in passato con il cibo mi hanno portata, una volta superato il problema puramente fisico, ad avere un approccio decisamente opposto con esso! Per farvi capire meglio vi riporto quel che mi è stato detto quella sera dai miei compagni di viaggio, ovvero che: è bello guardarmi mentre mangio perché lo faccio di gusto! E da qui mi sono ritrovata una collezione di foto e video di me sul Cammino di Santiago mentre mangio! Non sapevo di questa cosa tanto che ho chiesto anche a casa e me ne è stata data conferma. Mi sento quasi in imbarazzo adesso! Però è la verità…ora mi godo le cose che ho nel piatto o nel bicchiere, ancora di più quando mi trovo con qualcosa di nuovo o non abituale!

Panino con peperone verde, uovo in camicia, prosciutto e non ricordo che altro!!!

Ad ogni modo la colpa è di tutto quel ben di Dio che ci hanno portato a tavola! Tra cui il mio bel panino gigante! Ci divertiamo, scherziamo, ci godiamo il posto finché non è ora di rientrare. Anche oggi abbiamo tirato fino all’ultimo, siamo incorreggibili da questo punto di vista!
E’ giunto il momento di riposare, una nuova avventura ci aspetta!

A presto,
Deb!


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