Dopo una notte un pò agitata per via del russare e del troppo caldo,
Alle 07:00 facciamo colazione in un bar del paese, con grande stupore! Da quando i bar sono già aperti a quest’ora!?
Tra l’altro un posto bellissimo, con i bagni in sasso, spettacolo!
Da qui si parte per una nuova avventura!
L’idea iniziale era di percorrere almeno 26km ma la tappa sembra essere più impegnativa del previsto fin da subito.
Per fortuna il tempo è stato clemente, niente neve al nostro risveglio…ma che freddo!
Un vento gelido accompagnava i nostri sali scendi e non sembrava voler smettere.
Così forte da spostarmi mentre camminavo.
Un peccato perché il panorama è davvero stupendo ma in quel momento l’unica cosa che sognavo era un posto caldo dove ripararmi!
Qui trovo il verde più verde che abbia mai visto, vi assicuro che in foto non rende abbastanza!
I pascoli non mancano mai e si incontrano spesso dei paesini davvero graziosi.
I comuni si chiamano Concellos a cui appartengono diverse Parroquias, ovvero frazioni, che a loro volta comprendono diversi Aldeas, cioè villaggi! Insomma una matrioska!
L’iniziale tratto che scende dal Cebreiro viene spezzato dall’asfalto della LU-633 che bisogna attraversare per tornare nella natura di questo luogo fiabesco.
Arrivati all’Alto de San Roque a 1270 m il vento rendeva difficile anche sentirsi tra di noi, ma che bello il contesto! Un saluto alla statua bronzea di un pellegrino medievale che avanza controvento (direi che dal medioevo ad oggi la situazione non è cambiata) e si prosegue!
Si arriva ad Hospital de la Condesa con una ripida salita che porta un bel numero di pellegrini a fermarsi subito dopo, e dove non mancheranno gli incontri con le vacche locali, ovvero le rubias gallegas, di cui i locali ne vanno così fieri!
Qui, insieme a tutti gli altri pellegrini ci fermiamo per mangiare qualcosa!
Un marasma di persone così credo di non averlo mai visto lungo tutto il cammino fino ad ora!
Le persone dietro il bancone continuavano a sfornare cose da mangiare!
Dopo il mio buon “pessimo” caffè spagnolo a cui ormai sono abituata, una fetta di torta e, non ci siamo fatte mancare anche una frittata grande come me!
Ricordate…in Galizia le porzioni sono solo in versione Obelix!
Un’altra cosa che non manca mai in Galizia…è la pioggia! Che non tarda ad arrivare!
Il mantra delle mie giornate ormai era: metti antipioggia – togli antipioggia!
Questo è abbastanza demoralizzante sul momento, ma dato che sei lì e non hai scelta bisogna prenderla come viene, per quanto a volte sia davvero difficile!
Rinunciamo all’idea di fare più chilometri di quanto pensavamo, stanche e zuppe decidiamo di fermarci a Triacastela dove ritroviamo praticamente tutto il gruppo creato sul Cebreiro.
Il maltempo ha messo tutti d’accordo!
Parliamo di un paese di poco più di 700 abitanti ed è a tutti gli effetti il primo villaggio galiziano del Cammino Francese.
Triacastela pare non derivi da: tre castelli. Visto che di castelli non ce ne sono mai stati!
Il nome sembra derivare dal termine: tre castri. Tre antichi villaggi celtici le cui rovine sono ancora presenti.
Non mancano le cose da visitare nemmeno qui, anche se io me le sono perse tutte ovviamente.
Si dice che questo luogo deve il suo sviluppo economico non solo grazie al Cammino, ma grazie anche alla presenza di una pietra trasformata in calce per le costruzioni.
Da qui si narra che un tempo i pellegrini raccogliessero delle pietre da portare a Santiago per contribuire alla realizzazione della Cattedrale.
E’ inoltre rinomato il racconto di un rifugio con tanto di prigione per i pellegrini che non si comportavano in modo idoneo! Se lo avete trovato vi prego fatemelo sapere!
Tra le cose da vedere ci sono:
– La Chiesa di Santiago a tre navate, con una grande e massiccia torre campanaria.
– La grotta di Eirós. Un sito del Paleolitico in cui sono state ritrovate tracce dell’uomo di Neanderthal, la raccolta di dipinti, diversi registri e pezzi che lo portano ad essere un importante patrimonio.
Decidiamo di alloggiare nello stesso posto in cui si sono fermati gli altri e bisogna ammettere che è davvero tra i posti più belli in cui abbia dormito lungo questo viaggio.
Il “Complexo Xacobeo Triacastela” è praticamente uno chalet di montagna!
Tutto in legno e sasso, i letti a castello di legno belli solidi, un posticino pulito e reso caldo dallo scoppiettare del camino. Che goduria!
Dopo le opportune solite sistemazioni mi prendo del tempo per riposare, il freddo e l’acqua che ti entrano dentro hanno la capacità di demolirti fisicamente!
Mi unisco ai miei compagni di viaggio in questo accogliente salotto dove ne approfittiamo per conoscerci meglio.
Per l’ora di cena ci spostiamo nel ristorante che fa praticamente parte del “Complexo Xacobeo Triacastela“, magari ci sarà stato qualcosa di più interessante o migliore ma nessuno di noi aveva voglia di uscire e che comunque non è stato affatto male.
Ovviamente il menù del pellegrino aiuta sempre a risparmiare qualcosina.
Tra le varie opzioni proposte mi gusto una bella zuppa calda!
Penserete…questa va avanti a minestre e uova!
Bè a parte il fatto che sono pietanze diverse dalle nostre quindi fa comunque piacere assaggiarle, le servono a temperature laviche e quando passi certe giornate ti ci faresti anche il bagno! 😅
Questa, tuttavia, devo ammettere che potrebbe non essere per tutti!
Anche qui mi ripeto…lo sappiamo già tutti che io dove vado devo assaggiare tutto quello che per me c’è di nuovo!
A volte però mi accorgo che chi mi circonda rimane un pò meravigliato della facilità con cui, quanto meno, provo ad assaggiare la di ogni!
In questo caso stiamo parlando del “Callos a la Gallega” chiamato anche “Callos a la Madrileña“
In sostanza un brodo con trippa il cui animale varia dal maiale, alla vacca alla pecora ecc. chorizo, prosciutto, sanguinaccio, peperoncini e verdure che possono variare.
Una volta terminata la cena ognuno si dirige nel proprio letto amareggiato dal maltempo che sembra non voler migliorare.
Purtroppo dovrò ricorrere al cortisone per aiutare i miei poveri piedi provati dai ponfi. Ed io che speravo di guarirne durante questo viaggio!
Mi rilasso un pò guardando un film finché il sonno non prende il sopravvento.
Pronta per una nuova avventura!
Giorno 29 Morgade arrivo!
Un nuovo giorno mi attende!
Ma noi decidiamo di prendercela con molta calma! 😂
Sveglia tardi rispetto al tipico orario, fuori piove, fa freddo ed è buio; è inutile partire troppo presto con queste condizioni se non è strettamente necessario.
Poi ammettiamolo, rimanere a letto con il suono della pioggia che rimbalza sul tetto è qualcosa di estremamente coccoloso che tutto fa venir voglia tranne che di uscire a camminare!
Alle 07:00, mentre molti ancora dormono, mi alzo e sguscio fuori dalla stanza per fare colazione e iniziare a prepararmi nel totale silenzio!
Decidiamo di partire tutti insieme. Vista la situazione esterna è bene fare gruppo, poi una volta fatta luce ognuno prenderà il proprio passo come al solito!
Fin da subito, guardandosi intorno, viene spontaneo il paragone con l’Irlanda o la Scozia!
Sembra di essere stati catapultati in un paese diverso “semplicemente” valicando una montagna.
E’ come essere nel film de “Lo Hobbit”!
Mentre cammini per i boschi guardi se per caso le piante si muovono, o se qualche gnomo o fata sbuca fuori da qualche angolo!
E’ tutto così fatato da non sembrare reale! Quella che percorriamo è l’antica via originale, lo specifico perché ad oggi c’è una seconda opzione, forse più diretta e veloce ma onestamente visto il vissuto consiglio vivamente di immergersi in un tutto questo
Per tutto il giorno il contesto non cambia, chilometro dopo chilometro, ed inizio ad avere paura per quando tornerò a casa!
Non vivo in una grande città, il verde non mi manca ma non c’è paragone e temo di poterne soffrire!
Facciamo una pausa pranzo che basterebbe a sfamare un reggimento con un panino con del “lomo“, si tratta di un taglio ricavato dal centro del lombo del bovino.
Accompagnato da birra e caffè…il tutto 5€!
Delle volte dovevo guardare la cifra riportata in cassa perché penso di capire male!
Da qui riprendiamo il cammino separandoci.
Arriviamo a Sarria, onestamente non mi ha lasciato nulla questa città. Forse visitandola in un’altra occasione con un pò più di movimento e una giornata di sole potrei avere un altra idea ma così…anche no!
Per chi volesse fermarsi qui, Sarria offre svariati albergue sia privati che pubblici.
Da qui partono tutti quei pellegrini che per i più svariati motivi non fanno il Cammino per intero ma vogliono percorrere il numero di km sufficienti per poter richiedere la Compostela.
Potremmo aprire le più svariate parentesi in merito, ma credo che alla fine ognuno faccia quello che ha bisogno per se stesso.
Ero partita molto chiusa in merito a questo argomento, per nulla tollerante verso chi percorre solo gli ultimi 100km perché tanto sono abbastanza per farsi dare la Compostela. Lo trovavo davvero triste come modo di pensare. Percorrendo per intero questo viaggio ho visto le più svariate motivazioni per cui una persona intraprende questo percorso, ed i più svariati modi di affrontarlo. Alla fine sono arrivata con naturalezza a cambiare il mio modo di pensare, semplicemente ognuno faccia quel che si sente, è il suo di viaggio non il mio!
Detto ciò vi lascio immaginare durante il periodo estivo la confusione che può esserci in questa città. Ecco perché con il tempo i luoghi religiosi sono aumentati notevolmente in questo luogo.
Potrete visitare : la chiese di Santa Mariña e del Salvador, il Convento de la Magdalena che nacque come hospital, la chiesa del Salvador e i resti di un castello feudale, e se resta tempo, potrete fare un giro tra i negozi di antiquariato locali.
Io proseguo per la via uggiosa giornata che mi riporta nella natura fino ad arrivare alla nostra meta del giorno anche questa volta… non prevista!
Decidiamo di fermarci a Morgade per non tirare troppo la corda.
Eravamo belle zuppe, piene di fango e di sterco. Perché ahimè succede anche questo quando cammini per ore in mezzo alla natura e ai pascoli!
Arriviamo a Morgade, più precisamente all’albergue “Casa Morgade” che sono circa le 17:00.
Un posto molto carino che ci mette un pò in difficoltà inizialmente perché era tutto bianco e noi tutte così sporche 😄
L’Albergue molto moderno prevede stanze con bagno privato, cena e colazione per 30€
Oltre ai pellegrini, come si può ben immaginare, in un contesto simile, ci sono ogni tipo di viaggiatori e locals.
Si divide in due complessi, la parte con il bar e il ristorante, più caratteristico con il classico bancone in legno, le mura con i sassi, pochi posti a sedere, qualche camera al piano di sopra a cui si accede attraverso una scala piccola e ripida.
L’altra parte, quella dove eravamo noi, sicuramente più recente perché più moderna. Si dispone tutta su un piano, vi si accede attraverso un salone enorme arredato come sulle migliori riviste di design, da qui i corridoi che portano alle varie stanze.
La nostra era grande il giusto, una stanza e un bagno, nulla di che, ma alla fine cosa ci serve!
Una volta cenato verso le 22:00 andiamo a dormire, sono così stanca che mi si chiudono gli occhi!
Giorno 30: Ligonde
Ho dormito così bene che quando è suonata la sveglia alle 06:30 l’ho totalmente ignorata!
Poco male tanto la colazione era prevista per le 07:30.
Partiamo che sono le 08:00 ed è ancora buio, ma per poco.
Graziate dal meteo, almeno per ora! Pronte per i nostri 28km.
Il contesto Irlandese è il medesimo dei giorni precedenti quello che cambia è il nostro mood!
Camminando tra le fresche frasche vediamo il solito pilastro con segnati i km per Santiago…ed eccolo lì…i 100km! Tondi tondi!
Sì, nel rileggere quello che sto scrivendo, ad oggi, mi viene da dire: ok Deb…sono cento chilometri, ma vi assicuro che dopo tutto quello che hai percorso, leggere quel numero è come dire siamo arrivati! 🤭
Qui si apre un divario in me, le emozioni sono forti e contrastanti, da un lato quelle belle. La felicità dell’essere vicina. Dall’altra la malinconia nel pensare che,,,sono già lì!
Dopo esserci fatte un book fotografico con il sasso dei 100km riprendiamo a camminare!
Da oggi sarà un incontro continuo di nuovi volti.
Li riconosci subito quelli che sono partiti da Sarria perché hanno la forza di saltare e cantare! Mi ricorda tutti noi a Saint-Jean-Pied-de-Port e a Roncisvalle 😂 Adesso invece è tutto un trascinarsi, zoppicare e piangere!
Per fortuna ci sono tutte queste emozioni a tenerci su il morale perché i contesti abitativi per cui passiamo sono di una tristezza immensa. Il nulla cosmico. Ci sono delle cittadine che sono perfette per i film horror perché sembrano disabitate!
Passeremo per Portomarin dove attraversiamo il rio Miño, il fiume più lungo della Galizia che va a sfociare direttamente nell’Oceano Atlantico in Portogallo.
Nonostante sia una tappa storica è completamente ricostruito anche nella parte più antica. Quel che rimaneva della precedente cittadina situata sulle sponde del fiume è stato sommerso con il rinvaso, quello che è stato tenuto lo hanno meticolosamente smantellato e ricostruito nella zona più alta della città.
Una volta attraversato il moderno ponte per accedere alla cittadina e poter proseguire bisogna percorrere una scalinata non indifferente…Questo posto sembra una torre di Babele!
In cima a questa scalinata vi attende la Cappella de la Virgen de la Nieves. E’ ciò che resta dell’omonima chiesa che era situata lì dove un tempo vi era il ponte medievale. Pezzo per pezzo è stata presa e spostata dopo la costruzione del ponte moderno e collocata in cima alla scalinata su una delle volte dell’antico ponte precedente.
Si inizieranno a vedere sempre più di frequente delle strutture che caratterizzano la Galizia, gli hórreos. Sono costruzioni rettangolari in pietra e legno, sopraelevati così da poter proteggere i raccolti conservati al suo interno. Ne si incontrano dei più disparati, grandi, piccoli, immensi, più o meno decorati!
Una cosa in comune la hanno….son inquietanti! 😂
Percorriamo 20km prima di incontrare un bar aperto anche solo per poter andare in bagno. Inevitabile la sosta!
Durante questi chilometri passeremo per Toxibo, Gonzar, Castromaior…tutta una serie di centroi..ma vita zero!
Questo è il lato negativo del vivere questo viaggio al di fuori della stagione estiva.
La novità molto bella di questi luoghi è che i loro boschi sono invasi di eucalipto! Cammini circondato da un profumo pazzesco, quindi se non ti piace l’eucalipto non passerai dei bei chilometri.😆
Da qui altri 9km e si arriva a destinazione e se nei giorni precedenti avevamo dormito in luoghi stupendi, il karma del Cammino ti riporta subito con i piedi per terra!
Arriviamo a Ligonde, uno dei pochi posti un cui è ancora conservato un cimitero per pellegrini.
Sarà stata la stagione, il meteo tremendo o non so cosa ma anche se Ligonde è considerato un antico e importante luogo Jacopeo, a noi è apparso… molto triste.
E ancor più triste è dove abbiamo dormito.
Arriviamo all’Albergue de Ligonde e l’hospitalero non c’è e se lo chiami non ti risponde nemmeno! Suoniamo, chiamiamo il numero riportato sulla porta dove c’è scritto di chiamare nel caso in cui non ci sia nessuno in struttura, e nulla.
Sì è accorto di noi dopo forse dieci minuti! Ah scusate era al bar, che si trova esattamente davanti alla struttura!
Entriamo e facciamo le opportune registrazioni. Lì per lì eravamo sole.
Una struttura su due piani completamente vuota, dopo un pò si aggregano altre tre persone.
Al piano terra ci sono lavatrice, asciugatrice e delle macchinette. Al primo piano la camerata e i bagni. Il posto era così silenzioso e buio che avevo paura anche a stare da sola in bagno tanto che per fare la doccia mi sono chiusa dentro. 😅
La sera ho perfino faticato a prendere sonno, quel luogo aveva un’atmosfera che mi spaventava davvero.
Da lì ci spostiamo al bar davanti per mangiare qualcosa, anche perché non avevamo altra scelta.
Il classico bar dove come sempre sembri dar fastidio. Olé siamo tornati nel giusto stile della Spagna inside!
Ovviamente posto pieno di locals che guardavano la partita, più noi e quei quattro poracci che si sono trovati nella nostra stessa situazione.
Questo posto mi ha lasciato così poco che solo al ritorno mi sono accorta di non aver fatto nemmeno una foto o un video del posto! 😢
Il problema è che non sapevamo cosa ci aspettava l’indomani.. altrimenti qui avremmo ballato la samba!😅
Te lo racconto nel prossimo articolo!
A presto,
Deb!
Leggo sempre con piacere i racconti dei cammini, forse perchè io non ho mai avuto il coraggio di farne uno ed ora forse non ce la farei più fisicamente. Un bel viaggio per i luoghi che si incontrano, per le persone che si conoscono ma soprattutto pper il viaggio che si fa dentro di sè!
Potrebbe esserci qualcosa di meno impegnativo adatto anche a te… non escludere l’idea a prescindere 🤗
Grazie!!
80 chilometri di magia ed esperienze indimenticabili, come lo sono state tutte le tappe del tuo cammino. Continuerò a seguirti, un racconto davvero appassionante!
Grazie 😍
Seguo davvero con molto trasporto il tuo resoconto di viaggio. Non ho avuto mai il coraggio di intraprendere un cammino, anche perchè ho dei problemi alle anche che non me lo permettono, quindi invidio le tue esperienze. Non ti pesa lo zaino da dieci chili sulle spalle??? Io sarei piegata in due dal mal di schiena.
Ammetto che ci sono stati giorni difficili.
Prima di partire ho guardato diversi video e letto svariati articoli dove consigliavano cosa portare e come fare lo zaino.
Tornassi indietro molte cose non le porterei nemmeno. Tutta esperienza per la prossima avventura!
Una nuova incredibile puntata del tuo cammino. Ormai ci hai abituati a continui colpi di scena, non vedo l’ora di leggere le prossime puntate
Ti ringrazio!!!
Nel mentre penso alla prossima grande avventura! 😀
Fantastico il tuo viaggio, che esperienza incredibile, che adoro leggere in ogni tappa, sono così curiosa dei luoghi che passi, dei locali dove trovi cibo e riparo per la notte, continua così!
Sei un tesoro!