Dopo una notte difficile a causa dei dolori ai piedi che mi hanno impedito un sonno regolare, abbandono la stanza cercando di fare il meno rumore possibile perché qui tutti dormono!
Prendiamo la nostra strada intorno alle 7:40 che comunque non è presto eppure sembrano essere tutti molto tranquilli sull’orario di partenza..
La colazione in albergue non è prevista o meglio, non è prevista prima delle 10:00.
E l’unica macchinetta con quattro cose da mangiare…non funziona!
E’ ancora buio ma è evidente che il tempo è davvero pessimo e le temperature ormai stanno scendendo ogni giorno di più; inizia a circolare voce che qualche app meteo prevede neve per i prossimi giorni; non sono attrezzata per la neve 😟
C’è una pioggerellina finissima e persistente che crea non poche difficoltà a scendere da questi monti dato che i sentieri sono per lo più di roccia che in queste condizioni diventano scivolose.
Ci aspettano circa 7km così, ma soprattutto sette chilometri prima del primo paesino previsto, io ho fame!
“Sono stanco e ho fame.. ho la coda gelata.. e il naso gelato.. le orecchie gelate.. e i piedi gelati”
Nonostante l’inizio complicato bisogna ammettere che il mio umore non era così pessimo, anzi!
Raggiungiamo il paese Molinaseca che sono ormai le 10:30, mangerei anche i sassi! Ovviamente data la situazione generale, gli unici in giro sono i pellegrini in cerca di ristoro, eppure solo due locali sono disposti a fare da mangiare a quest’ora e quello per cui abbiamo optato io ed M, l’Hostal El Palacio, aveva del personale anche abbastanza scocciato nel “doverci” servire la colazione!
Non mi importa del loro umore ho bisogno di mangiare e siamo a metà strada rispetto alla meta di oggi.
Nonostante la situazione è un contesto molto bello e caratteristico!
Si accende al centro passando sul bellissimo e grande “ponte dei pellegrini“, dove, durante le giornate afose, si può trovare un pò di fresco nelle acque del fiume Maruelo.
Raggiungiamo Ponferrada anche abbastanza in fretta dato che da qui in poi non ci sono più monti da valicare o sentieri rocciosi impegnativi, il tempo migliora decisamente e la via continua su strade piuttosto pianeggianti tra un’abitazione e l’altra!
Purtroppo però commettiamo un errore.
Io in primis non bado al tipo di indicazioni che stavamo seguendo e, alle porte della città, anziché prendere la via classica, ci incamminiamo sul Cammino d’Inverno che anziché passare per il centro costeggia la città, e così abbiamo allungato di 3km la nostra strada.
Ti lascio immaginare il mio nervosismo, volevo gridare!
Un fiume ci divideva dalla meta e non c’era modo di attraversarlo finché non mi importa come ho deciso che dovevamo passare, prendo il primo ponticello che incontriamo senza sapere dove ci avrebbe portate e a costo di scavalcare le mura della città vado dritta per la tangente!
Per fortuna non è stato necessario scavalcare nulla, tra una via e l’altra arriviamo a destinazione!
Ma la mia pace interiore con cui ero partita la mattina è destinata a svanire del tutto quando raggiungiamo l’Albergue de Peregrinos San Nicolás de Flue.
Veniamo accolte con arroganza da due soggetti di mezza età il cui interesse era solo sapere quanti soldi avevamo in tasca. Non esagero nell’esprimermi così, inoltre tutto è tranne che un donativo visto che ci è stato chiesto di non lasciare meno di una determinata cifra.
Sono d’accordo che donativo non significa gratis e che quello dei volontari è un’occupazione da rispettare, che richiede tempo e dedizione, ma qui di rispettabile non c’era nulla.
Prendiamo posto nella nostra stanza con due letti a castello, dove finalmente abbiamo una nota positiva, saremo solo noi due.
Non c’è il wi-fi, ma poco importa, la cosa peggiore è che siamo al freddo, i riscaldamenti non funzionano.
Prendiamo le nostre cose per fare il bucato e quando raggiungiamo i due gentili signori per chiedere quanto costasse lavatrice e l’asciugatrice la risposta che abbiamo ricevuto è stata: li avete i soldi?
Con il carattere che ho in un’altra situazione avrei risposto: sì i soldi li ho ma il bucato preferisco farlo domani da qualcuno di più gentile.
Purtroppo non potevamo permetterci di rimandare.
Sono questi contesti, queste situazioni, queste persone che nel corso del tempo stanno mettendo il Cammino in cattiva luce. Facendolo diventare semplicemente una via turistica su cui fare commercio.
Per fortuna almeno l’acqua per lavarci era calda ma che freddo poi.
Ci rintaniamo nei sacchi a pelo vestite a strati con i vestiti usciti dall’asciugatrice e riposiamo un pò prima di uscire alla scoperta di questa città e per mangiare qualcosa.
Ponferrada, un tempo chiamata Pons Ferrata, deve questo nome al fatto che nel 1082 d.C., il ponte di legno venne rinforzato con del ferro di cui le miniere locali erano ben fornite insieme alle miniere d’oro.
E’ una città di circa 65 mila abitanti ed è la capitale della regione del Bierzo.
Un tempo accampamento romano, visse la sua evoluzione grazie, anche, al Cammino di Santiago.
Nel 1178 re Ferdinando II consegnò questo luogo nelle mani dell’Ordine dei Templari che occuparono il Castillo de los Templarios, costruendovi sopra l’attuale castello.
Questo venne ampliato con torri di guardia e il ponte levatoio diventando il presidio più importante per i Templari in Spagna.
Il castello con i suoi 8mila m² è perfettamente conservato con i suoi simboli, segni, riferimenti astronomici e una biblioteca templare. Completamente visitabile…ma ovviamente quando sono arrivata io era giorno di chiusura!
Devo ammettere che ci sono rimasta parecchio male e ancora oggi un pò mi brucia!
Vorrà dire che con il mio passaggio in moto lungo il Cammino mi toccherà fermarmi qui 🤣
In realtà era tutto chiuso! Quindi evitate Ponferrada di lunedì!
Non ci resta che gironzolare per strade, vie e piazze!
La Basilica di Nuestra Señora de la Encina risale alla fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 e al suo interno si trova una statua della Vergine la cui leggenda dà il nome alla basilica. Si narra che questa statua venne trovata dai Templari all’interno di una quercia (encina appunto) che stavano per abbattere per costruire il castello.
Tra le altre cose che si possono ammirare vagando a zonzo troviamo l’arco del Reloj, l’arco dell’orologio che indica il passaggio al quartiere medievale.
Raggiungiamo Plaza dell’Ayuntamiento con il suo palazzo barocco e dove si trova anche una statua in bronzo di Pepe Cortes chiamato “el Barquillero”, un uomo tanto caro alla cittadina che viene descritto così:
“Pepe il waffle maker… buono, gentile, amichevole, laborioso e generoso. Altezza media, occhiali grandi, basco, giacca sbottonata, portafogli alla cintura per incassare i soldi, sorriso sempre stampato in faccia.
Con il suo carattere affabile si era guadagnato l’affetto di tutto il Bierzo.
Sbarcò a Ponferrada nel 1940 dalla nativa Galizia e dopo alcuni anni di lavoro nelle gelaterie mise in piedi la propria attività di waffle e iniziò a frequentare tutte le sagre di una regione emergente.”
Nel mentre ci guardiamo intorno alla ricerca di un qualsiasi posto dove cenare ma nulla.
Riusciamo giusto a fare un piccolo aperitivo con del vino e due pinchos.
Non resta che andare al supermercato e mangiare in camera, ne approfittiamo per fare acquisti anche per il giorno seguente visto come vanno le cose!
Andiamo a dormire demoralizzate ma anche ridendo di questa sfortuna!
Lì per lì ci diventa tutto più cupo ma bisogna rendersi conto che anche questo fa parte dell’esperienza e che in fin dei conti…non è nulla di così tragico!
…..
Mi sveglio alle 6:00 dopo, finalmente, una notte tranquilla! A quanto pare riesco a dormire solo nei posti più tragici!
Ad un certo punto hanno anche acceso i caloriferi!
Colazione con la spesa della sera precedente e un caffè della macchinetta per poi partire, come sempre con buio e freddo!
Ci aspettano 25km non impegnativi, alcuni su strada altri tra le vigne di questa zona che vanta un’ottima tradizione in materia!
La giornata è iniziata con un tempo decisamente pessimo tra nebbia fitta e pioggia tanto da sentire la necessità di una pausa colazione per scaldarsi un pò.
Ci fermeremo all’albergue Naraya dove abbiamo avuto modo di condividere questo momento con dei nuovi amici di cammino!
Nuove persone con storie nuove con cui condividere punti di vista ed esperienze.
Da qui ci capiterà di camminare quasi tutti i giorni con A., un ragazzo spagnolo che ha deciso di intraprendere questo cammino dopo una grave perdita e il mitico galegos! Un uomo dalla stazza importante ma con un piede molto veloce, innamorato della sua terra di cui tanto si vanta; una di quelle persone che regalano amore, che sprizzano gioia da tutti i pori per nascondere un grande dolore.
Una volta riscaldati ed asciugati, il nostro cammino riprende, per un tratto tutti insieme.
Passeremo per un simpatico paesino di nome Cacabelos! Un altro paesino dove il tempo sembra fermarsi, c’è poco movimento tanto che cerco un posto dove poter usare un bagno, ma con difficoltà!
Entro in quello che sembra un bar/ristorante, le luci sono accese, eppure non risponde nessuno.
I bagni sono esterni però non mi piace usufruire della toilette senza nemmeno prendere una bottiglietta d’acqua. Nonostante il personale sia presente nel locale non mi considera nessuno, passo anche davanti alla cucina ma nulla! E va be io ci ho provato!
Ciao Cacabelos!
La strada cambia, si passa dalla terra battuta all’asfalto, bisogna prestare attenzione a quei tratti lungo il ciglio della strada.
Sottopassaggi per attraversare l’autostrada per poi tornare tra paesini deserti!
Nel mentre cambia anche il meteo tanto che esce un sole pazzesco!
Il problema è sempre trovare dei punti di appoggio! Se durante l’alta stagione è possibile trovare dei food truck a supporto di chi è in cammino, quando il movimento cala sparisce tutto!
Rassegnate ci riposiamo in una piazzetta di un piccolo comune dove all’ora di pranzo non si muove una mosca!
Molti sono chiusi in casa al riparo, altri fuori per lavoro…io mi riposo sdraiata per terra!😁
Sono a Villafranca del Bierzo intorno alle 15:00, non sono abituata ad arrivare così presto alla meta del giorno!
Questa città fa parte di quei luoghi nati e sopravvissuti anche grazie al cammino.
Non si può non passare di qui per entrare in Galizia!
Entrando in città si viene accolti dalla chiesa di Santiago con la sua “Puerta del Perdón“. No non sono arrivata di botto a Santiago de Compostela!
Leggenda narra che nel XII secolo l’arcivescovo di Astorga chiese al Papa il permesso di costruire una chiesa con gli stessi privilegi di indulgenza della Cattedrale di Santiago per tutti i pellegrini malati che non sarebbero riusciti a proseguire.
Oggi siamo fortunati, abbiamo tutto quello che ci serve per affrontare un viaggio di questo tipo ma una volta era molto difficoltoso arrivare fin qui, per poi affrontare il Cebreiro con tutti i cambi repentini del meteo e non solo. Così una volta raggiunta Villafranca era possibile ottenere l’indulgenza passando attraverso la puerta del perdón, percorrere la navata della chiesa e fermarsi poi davanti alla statua di San Giacomo.
Oggi la porta del perdono viene aperta solo nel corso dell’anno Santo.
Non mancano le cose da vedere anche in questa cittadina circondata dai monti!
– Castillo-Palacio de los Marqueses de Villafranca. Non aperto al pubblico.
– Teatro Villafranquino
– Colegiata de Santa María de Cluni
– Iglesia de San Nicolás El Real
– Calle de Agua. Una via che passa da un punto all’altro del centro urbano.
– Plaza Mayor.
E molto altro! Insomma un piccolo contenitore colmo di elementi!
Ci sistemiamo all’albergue La Piedra, molto carino, si sviluppa su più piani e si chiama così perché costruito appoggiandosi alla montagna, o meglio, con la montagna visto che la roccia è effettivamente parte delle mura dell’edificio!
Siamo di nuovo io ed M. in una stanza tutta per noi, piccina ma con quello che serve e una piccola finestra che dava su…sulla parete della montagna 😅
Bagni spaziosi e puliti e una piccola zona cucina con delle macchinette perché purtroppo anche qui, causa normative Covid non si può cucinare nulla.
Una volta sistemate usciamo per delle commissioni, devo ancora comprare i famosi tappi per i bastoni e dei guanti per la mattina. La classica tappa obbligatoria in farmacia per tutti i dolori del caso e poi relax!
Il meteo ci concede la possibilità di aggregarci a tutti i pellegrini che stanno monopolizzando la piazza per fare aperitivo.
Veniamo accolte in piazza, grazie al nostro amico galegos, con un gran sonoro: SONO ARRIVATE LE ITALIANEEEEE! E un coro a seguire da tutti presenti! 😂
Ormai abbiamo anche i tifosi!
Una volta fatto un piccolo aperitivo bisogna pensare alla cena! La piazza, e non solo, offre possibilità di scelta tra vari locali, ma decidiamo di non spostarci da dove eravamo così semplicemente entriamo all’interno del locale per la cena che sarà a base di hamburger e patatine.
Torniamo in ostello subito dopo perché se oggi è stata tranquillo l’indomani affronteremo il tanto temuto Cebreiro ed è meglio riposare!
Un malessere mi assale…non fisico per fortuna!
Un pò di ansia, inizio a pensare se qualcosa sta davvero cambiando in me, ho paura di tornare a casa senza aver imparato nulla. Paura di non riuscire a lavorare abbastanza su me stessa, paura di non riuscire a fare tesoro di tutto questo.
Scoprirò al rientro, con il tempo, che non è così.
Per fortuna sono solo momenti e non mi lascio travolgere da questa negatività.
A presto,
Deb!
Questi sono posti davvero meravigliosi per essere esplorati a passo lento. Puoi davvero camminare al passo con la loro storia e amalgamarti nel tessuto dei posti, regalandoti emozioni straordinarie. Ci credo che tu non voglia tornare a casa!!
Non vedo l’ora di rivivere un’esperienza simile!!!
Sono convinta che malgrado le difficoltà e gli imprevisti, tu te la stia godendo alla grande. Buona continuazione, deve essere una fantastica esperienza!
Un’esperienza che consiglio a chiunque 😍grazie!
Non sarebbe un vero cammino se non ci fossero giornate no, dove essere demoralizzati è l’unica emozione da sentire. Non per questo però avete mollato, anzi, dopo una giornata no, è tornato il sereno. Bravissime!
Grazie infinite! I giorni no…servono anche loro per imparare qualcosa!
Che fantastico viaggio che hai intrapreso e sono sicura che nonostante le avversità tu te lo stia godendo a pieno. Chissà se avrò la “forza” di farlo anche io un giorno…
Perché no!? Sono sicura che ognuno di noi, a modo suo, potrebbe intraprendere un viaggio simile!
È bello sapere che nonostante vari imprevisti e qualche problemino, non perdi mai la voglia di andare avanti. Ci stai facendo viaggiare con te.
Grazie infinite!
Sono stata nel Bierzo quest’estate non da pellegrina e mi è piaciuto tantissimo, mi dispiace che tu abbia avuto un po’ di sfortuna tra alloggi e posti chiusi 🙂 in bocca al lupo per il resto del cammino!
Sono cose che bisogna mettere in conto quanto si fanno certi viaggi!!
Grazie!