E’ martedì 12 ottobre 2021, la sveglia è arrivata un pò prima del solito dato che uno dei membri del gruppo aveva deciso che aveva voglia di chiacchierare; se non sono matti non li vogliamo! Avremmo voluto eliminarlo ma il sonno era troppo, quindi cerchiamo di tirare il solito orario per poi alzarci. Ci sistemiamo come ogni mattina e scendiamo per la colazione, sperando in qualcosa di migliore della cena ma…nulla, questo posto non s’ha da fare! L’attrezzatura sporca ed arrugginita e le stoviglie unte ci fanno rinunciare con la speranza di una colazione decente strada facendo. Prendiamo le nostre cose e lasciamo questo posto per sempre.
Ma perché ho specificato la data ad inizio racconto? Bè perché una volta incamminati ci siamo ricordati che giorno era…in Spagna il 12 ottobre è Festa Nazionale! E’ tutto chiuso, le strade sono deserte, ci sono solo quei folli dei pellegrini in giro. Mangeremo oggi? Chi lo sa….male che vada prenderemo qualcosa dai campi!
Ma cosa?
Lasciamo la Rioja all’alba per addentrarci nella regione di Castilla y León, anche se alcuni di loro preferiscono mantenere ben separati i due nominativi come si nota da alcuni cartelli deturpati della “Y”. Si va cambiando scenario, salutiamo i km di vigneti, frutta e verdura per accogliere qualcosa di nuovo; km di campi di terra! Bene!
Ci sono tratti che fiancheggiano la famosa strada nazionale N-120, ma non temete, sono stati creati tratti pedonali apposta per evitare che i pellegrini camminassero lungo il ciglio della strada. Tolti i punti in cui è necessario attraversarla, non si corre alcun pericolo! Ma non sarà così per tutto il giorno, lasciata Grañón ci immergiamo in un tratto sterrato che condurrà fino ad una collina dove un pannello vi indicherà il passaggio ufficiale nella nuova regione, e così si andrà avanti alternando tratti di asfalto a tratti di sterrato.
In realtà siamo stati fortunati perché non passa molto prima di poter fare colazione, solo circa 11 km dalla partenza; abbiamo fatto decisamente di peggio in altre giornate! Ci imbattiamo in un albergo- ristorante lungo la N-120, il classico posto che si trova lungo le strade nazionali in cui si fermano autisti e viaggiatori di passaggio. Poco importa il tipo di posto, è aperto quindi approfittiamone! Prendiamo posto all’esterno così da stare al sole e notiamo da subito che sembriamo quasi dar fastidio a chi è lì a lavorare, strano non ci capita mai! Nonostante questo facciamo la nostra sostanziosa colazione e riprendiamo il cammino nel bel mezzo del nulla e paesini semi deserti.
Arriviamo a Viloria de Rioja dove vi consiglio di pernottare se non avrete la fortuna di poter dormire a Grañón presso l’Albergue parroquial San Juan Bautista.
Potreste organizzarvi per arrivare fin qui ed alloggiare al Rifugio di Orietta e Acacio, struttura di due pellegrini, lei italiana e lui brasiliano, che hanno deciso di non lasciare più questo luogo e dedicare la loro vita al Cammino. Ad averlo saputo prima!
Ecco questo è uno dei motivi che spiega perché mi piace raccontare le mie esperienze!
Poi ognuno si approccia al suo personale viaggio, con le proprie avventure e disavventure, esperienze e conoscenze; Cammio di Santiago o qualsiasi altra avventura.
Prosegue il mio cammino in quella che sarà una giornata fin troppo tranquilla! Come si vede dal video del percorso tracciato, ci sono dei tratti infinitamente dritti lungo un costante falso piano, che unito alla tranquillità del giorno di festa non aiuta a movimentare le cose!
Una giornata che possiamo definire monotona ma che possiamo anche mettere in conto viste le altrettanto giornate intense che caratterizzano questo viaggio!
Qui inizierò a chiedermi se l’esperienza che sto facendo mi serva davvero a qualcosa. Perché mi trovo a “X” km da casa da sola, camminando con sconosciuti e soffrendo!? Ne vale davvero la pena?
Me ne renderò conto una volta rientrata a casa di quanto mi sia servito tutto quello che ho vissuto! Una cosa sicuramente mi era già chiara: sapevo chi erano le persone che già mi mancavano e chi no. E anche questo mi è servito molto al mio ritorno.
Arriviamo a Belorado!
Un bellissimo comune che ci regala un pò di vita in questa giornata piatta, uno di quei paesini in cui è bello perdersi per le viuzze fino ad arrivare alla bellissima piazza centrale. Ci soffermiamo un pò in questo luogo che merita di essere visto. Caratteristici i murales che si incontrano ovunque ad abbellire i muri di questo comune, delle vere e proprie opere d’arte a cielo aperto che rappresentano il luogo, le persone, le tradizione e lo sport.
Salutiamo Belorado per tornare in mezzo al nulla, i colori della terra e il cielo di un azzurro intenso. Nel tratto verso Tosantos avrete modo di notare l’ “Ermita di Nuestra Senora de la Pena”, scavata nella roccia. Ne si nota solo la facciata perché ,la struttura è parte integrante della montagna; davvero affascinante!
Così che dopo quasi 24km arriviamo a Villambistia dove, leggenda narra, l’acqua della fonte delle quattro canne è un rimedio naturale per curare stanchezzae e recuperare vitalità.
Parte del gruppo che era già arrivato da almeno un’ora abbondante, aveva però optato per un tipo di fonte diversa, quella del bar dell’albergue in cui avremmo soggiornato. Ci uniamo a quella che sarà una merenda epica; chiamiamola merenda perché aperitivo alle 15 del pomeriggio è imbarazzante!
Scatta la monopolizzazione di Villambistia che è un piccolo paesino di 46 abitanti, sì hai letto bene..non ho scritto male!
Alloggeremo presso l’Albergue San Roque che si compone di: classico bar di paese, sala da pranzo, area esterna con i famosi tavolini e sedie in plastica di una nota marca di gelati che fa tanto estate, e zona notte al piano superiore con una sola stanza con letti a castello e un bagno comune con tre docce e tre lavandini.
La situazione ad un certo punto era la seguente: quattro tavoli uniti in mezzo alla strada con questi pellegrini scalzi seduti al sole che bevevamo birra, mangiavano e cantavano. A seguire qualche locale ha pensato di unirsi a noi! La gente del posto che arrivava in auto cambiava strada per evitare che ci dovessimo spostare… cioè loro cambiavano strada per noi spaparanzati al sole! Gli anziani seduti ai tavoli che giocavano a carte che ad un certo punto cantavano “Bella Ciao” con noi (perché questo ti fanno cantare quando sei un italiano all’estero). I bambini..bè loro ci guardavano incuriositi come si guarda un animale esotico allo zoo! Non ricordo quante torte salate hanno portato al tavolo insieme a molte altre cose, ma ricordo che eravamo tutti molto felici! Ridevano tutti, noi, gli albergatori e la gente del posto. Un paese in balia di una decina di pellegrini!
Ma pensate sia finita qui? Certo che no…Fatta merenda ci si va a lavare, ci sistemiamo e riposiamo in attesa della cena che condivideremo insieme ad altri pellegrini presenti in albergue. Fermarsi qui costa 20€ pernotto, cena e colazione. Non male vista la cena che consisteva in: vino, acqua, pane, pasta con le vongole, pollo con patate al forno, caffè dolce o frutta. Una cena che ci ha messi a confronto tra tutti noi e nonostante il Cammino sia un contesto in cui tutto è amplificato, in cui il relazionarsi con persone che non conosci è all’ordine del giorno e via dicendo; capisci che ci vuole tempo per conoscere qualcuno e nemmeno il Cammino può aiutarti in questo. Impari che non puoi permetterti di giudicare una persona anche se ci cammini insieme per km e km ogni giorno perché non sarà comunque abbastanza per conoscerla davvero. Impariamo a guardare oltre…sempre!
Lì per lì la situazione stava diventando difficile da gestire, qualcuno aveva raggiunto un livello alcolico un pò troppo sopra le righe quindi decidiamo che è ora di concludere questa giornata. Leggendo come sono andate le cose penserete che avevamo fatto serata invece..alle 21.00 eravamo tutti a letto! nonostante la stanchezza fisica a quest’ora della sera la mia testa non ne vuole sapere di andare a dormire quindi mi armo di cuffiette, telefono e mi guardo un bel film finché i miei occhi non iniziano a chiudersi per conto loro! Pronta per una nuova giornata, domani si va ad Atapuerca e le italiane cucineranno per gli stranieri!
A presto,
Deb!