Colonia Ettore Motta

Una Colonia abbarbicata sui monti della Verbania, una struttura nascosta tra i boschi, dove la natura ha preso il sopravvento, dove le indicazioni verso questo luogo sono ormai sparite.

motta.jpg

Una costruzione di cui si possono reperire poche informazioni, le più recenti sono in merito ad un programma di recupero delle strutture abbandonate nel verbanese ma la cosa non è andata a buon fine. Davvero uno spreco per un qualcosa di così bello immerso nella natura che si affaccia sul lago Maggiore, con tanto di vista sulle Isole Borromee.
Questo complesso del gruppo Montecatini Edison, gemella di un’omonima Colonia presente a Massa Marina, sono state costruite su volere del Sig. Giacinto Motta e moglie in onore del figlio Ettore Motta scomparso all’età di 18 anni a causa della tisi.
Lo scopo di questo luogo era di dare un luogo di villeggiatura alle famiglie dei dipendenti.  Arrivarono ad ospitare fino a 4 mila bambini tra i 4 ed i 6 anni.

motta1.jpg

Anche la struttura stessa ne ha ovviamente risentito, ci sono intere aree in cui ormai mancano completamente pavimenti e/o soffitti. 
Un luogo che nel corso del tempo è passata da posto per le vacanze a scandali politici e tragedie umane.
La Colonia ha ospitato generazioni di bambini/ragazzini fino agli anni ’70, dopodiché cadde in disuso e sarà vittima di vicende industriali della Edison. Ritroverà un pò di notorietà negli anni ’80.
A questo punto arriverà il Sig. Gunther Kiss, miliardario svizzero patron della Thermoselect. Qui aprirà un laboratorio nel refettorio del complesso, dove si verificò un’esplosione e un incidente fortunatamente senza vittime.
Si finirà negli anni ’90 quando la struttura venne coinvolta nello scandalo dell’Italsanità e dei politici legati all’Iri, la società delle partecipazioni statali.
Figura centrale è lo spregiudicato avvocato d’affari romano Marco Squatriti (noto per essere stato marito della modella Afef Jnifen, oggi signora Tronchetti Provera), che tramite una società del fratello comprò lo stabile per realizzare una casa di riposo da 600 posti letto. Una vicenda rinominata: “ Lo scandalo dei vecchietti d’oro” con lo scopo di creare una rete fino a 10.000 posti letto in case di riposo facendosi pagare dallo Stato.

_MG_3419.jpg

Ma non è finita qui! 

La Colonia Motta finisce poi all’Immocri, che raccoglie beni immobiliari rilevati dalle banche per sanare crediti deteriorati e nel 2002 la compra Gabana che perde la vita, nel giorno di sabato 14 novembre 2009, con il suo pilota, nel lasciare la struttura in elicottero, nel tentativo di atterrare a causa del maltempo, scambiando lo specchio acqueo del Lago di Varese in un prato: entrambi finiscono annegati; incidente o no? Chi lo sa.
Fatta questa premessa sul luogo.. vi racconto la nostra vicenda in merito.
Raggiungere questo posto non è difficile, basta puntare un qualsiasi navigatore.
Il problema si pone davanti al cancello sulla strada principale.
I casi sono due: scavalcare in pieno giorno con il traffico di una strada principale che assiste passando per dei ladri intenti a fare chissà che cosa o …. passare per i boschi. Bene forse era meglio passare per ladri!
I boschi sono un’insieme di rovi ma la voglia di esplorare questo posto era maggiore del pungere e sentir tirare ovunque da spine malefiche!
Riusciamo a sbucare su quella che era la strada principale trovandoci praticamente davanti a quella che era l’area piscine.

_MG_3374.jpg

Qui ci imbattiamo in una struttura non esageratamente malconcia, vetri di porte e finestre ovviamente rotte a causa di ignoranti, un pò d’immondizia e nulla di più. Girando capiamo che questa doveva essere stata la depandance delle piscine o comunque il luogo in cui bambini e genitori si preparavano per nuotare. Ci sono bagni, docce e non solo.
Troviamo anche un garage con all’interno oltre che dei vecchi mobili malconci due automobili completamente distrutte.

_MG_3363.jpg

Decidiamo a questo punto di fare il giro delle piscine per fare a questo unto una triste scoperta. Il cadavere di un animale senza testa(forse un cane chi può dirlo), galleggiava in una delle piscine. Mi auguro fortemente non sia stato frutto di qualche mente malata.
Ci allontaniamo da quella macabra area per risalire la strada principale e trovarci in quello che era l’auditorium.
La mia idea di contesto non troppo malconcio sparisce subito.
All’interno di questa enorme e meravigliosa sala super luminosa troviamo un plastico rappresentante tutta l’area della colonia, è così che scopriamo essere un posto davvero immenso!
Le piante si sono ormai insinuate ovunque, i muri dipinti e le meravigliose colonne sono ormai vittime del tempo eppure se sono così affascinanti ora…pensa come lo erano all’epoca.

Da quest’area si accede ad un contesto che sembra quasi un labirinto. Da un lato ci si collega a tutta la zona verde su cui si affaccia il 90% della struttura con tanto di vista a sua volta sul lago Maggiore. Sempre da qui si accede a diverse aree come le stanze in cui vi erano tutti i quadri elettrici in cui non ci siamo addentrati a causa delle pessime condizioni presenti.
Un’enorme area semi crollata che presupponiamo fossero le cucine e seguendo un corridoio si accede ad una passeggiata coperta a gradini che collegava la zona giorno della struttura ai dormitori.
Questa zona non siamo riusciti a girarla tutta nel dettaglio per due motivi: il primo è per la grandezza dell’area e poi per il fatti  ché i piani sono tutti uguali. 
La presenza di immondizia e murales lascia ovviamente intendere che non sia un luogo poi così abbandonato.

_MG_3444.jpg

Abbiamo ritrovato compiti di scuola e disegni, così come, essendo stato per un certo periodo anche un ospedale, delle cartelle cliniche di persone che secondo noi potrebbero essere ancora vive. Ma non solo, sono presenti dei veri e propri registri aziendali!
Tutto abbandonato su interi pavimenti.
La cosa che mi ha lasciata un po’ allibita e stato entrare in una stanza e trovare per terra non so quanti vestiti per bambini. Tutti uguali quindi ne deduco fossero delle divise; ecco questa cosa mi ha fatta un po’ fatto gelare il sangue.
La nostra esplorazione continua salendo e scendendo tra i vari piani dei dormitori, trovando cose di ogni genere e godendo dei bellissimi punti panoramici che le varie finestre offrivano.
Una volta usciti dal grande complesso originario scopriamo che dietro tutto questo mondo se ne apre un’altro.
Una grande struttura tipo case popolari anni ’80 che è ovviamente stato fatto costruire con le gestioni successive al Sig. Motta.
Non è possibile accedere a questo condominio in quanto le due porte mangiafuoco che portano alle scale sono chiuse. Ma sinceramente visto il contesto non mi è dispiaciuto molto.
A questo punto dopo qualche ora di vagabondaggio all’interno di quest’area decidiamo che è giunto il momento di tornare a casa. Bene lo facciamo prendendo la strada principale e scoprendo che potevamo benissimo evitare di finire in mezzo ai rovi in quanto vi è la possibilità di accedere sempre dai boschi evitando però un giro assurdo e doloroso!

Conoscevate già questa struttura?
L’avete mai visitata?

_MG_3457.jpg

Mi piacerebbe sapere la vostra in merito.
Altri scatti in merito questo luogo potete trovarli sulla nostra pagina Facebook ed Instagram; mentre qui a seguire trovate il video in merito 😉

A presto,
Deb.

thewandererdeb@gmail.com 

I link ai nostri social:

Una Coppia in fuga 

The wanderer Deb

Youtube

19 commenti

  1. Strutture e località abbandonate, lasciate a se stesse. Un dispiacere vederle ridotte in questo stato. Fortuna che è sempre più diffuso un turismo alternativo che cerca di far rivivere questi luoghi dimenticati che può spingere alla realizzazione di opere di bonifica e ristrutturazione.

    • Concordo pienamente…avevano già avviato un programma di riqualifica della zona ma i costi eccessivi e la situazione economica del paese hanno fatto sì che tutto si fermasse.. sistemare questa zona richiede un costo esagerato ed in Italia nn se lo può permettere nessuno..
      Arriverà il solito magnate straniero e fregarci tutto!

  2. Che brutta sensazione….durante la mia infanzia sono stata solo un paio di volte in colonia e ne ho ricordi struggenti…la voglia di essere grandi ma la mancanza fortissima dei genitori che faceva piangere. Starei malissimo se vedessi le “mie” colonie ridotte così. E soprattutto questa dovrebbe essere un’ abitudine da ripristinare!

  3. Sono andata in colonia dai 5 ai 12 anni e l’ultimo anno ho pianto sperando che i miei genitori mi lasciassero ancora un mese. Adoravo andarci perché mi sentivo grande e indipendente e perché ogni anno ritrovavo gli amici dell’anno prima. Non so che fine abbiano fatto le colonie che ho frequentato, ma spero non abbiano fatto la fine di quella che ci avete mostrato. Ne sarei davvero addolorata.
    Comunque sono molto affascinata da queste esplorazioni.

  4. Ciao! Fa sempre tristezza constatare che certe strutture vengono abbandonate. È bello regalare loro una nuova vita fatta di parole.

  5. Non conoscevo questa struttura ma la scena degli abiti sul pavimento mi ha fatto ripensare a quando, anni fa, durante il servizio civile in un ex manicomio, sono salita con due colleghe al piano di sopra, abbandonato. Anche a me si è gelato il sangue alla vista di quello che avevo davanti e non ho avuto il coraggio di andare oltre la soglia. C’erano letti e scatoloni e si respirava aria pesante. In genere amo andare per i luoghi abbandonati e visitarli, fantasticare come potrebbero rinascere.

    • È davvero triste vedere certe cose…
      Per non parlare dei documenti e delle cartelle cliniche…tutto abbandonato li così.
      Con nomi e cognomi e riferimenti di ogni genere che ovviamente non sono stati fotografati o ripresi anche perché a vedere dalle date è ossibile che tali soggetti siano ancora vivi se tutto va bene😲

  6. stampingtheworld

    un posto che mi ispira un sacco, ma mi mette anche i brividi. insomma, un posto dove andrei subito! 🙂

  7. Incredibile come questi luoghi abbandonati nascondono storie pazzesche. Brava hai fatto un bel reportage.

  8. Non conoscevo questo luogo. Grazie per aver condiviso questa esperienza . È sempre molto interessante scoprire strutture erette e poi dimenticate e soprattutto lasciate decadere. Queste storie mi affascinano sempre 😊

  9. Giovy Malfiori

    Subisco moltissimo il fascino delle vecchie colonie abbandonate. Tempo fa, a Tenerife, trovai quella di Abades. Un vero e proprio spettacolo misterioso.

  10. Un’esplorazione davvero interessante la vostra! Ho letto il vostro post tra curiosità, fascino e un po’ di ansia. Questi luoghi abbandonati portano con loro una storia coinvolgente, speriamo si possa al più presto iniziare un bel progetto di riqualificazione!

  11. Addirittura le piscine! Io trovo i luoghi abbandonati sempre affascinanti e tristi allo stesso tempo. Certo quanti documenti lasciati li…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *