Dopo una giornata di totale relax in spiaggia abbiamo deciso di dedicarne una alla visita della città di Rodi.
Le persone non mancano ma si riesce a disperdersi abbastanza da non darsi fastidio in questo che da un punto di vista storico/turistico ha molto da raccontare!
Rodi città
Rodi è la quarta isola più grande della Grecia e la più grande tra le isole del Dodecaneso a soli 17km dalla Turchia.
Tra le prime destinazioni insieme a Mykonos e Santorini.
Il suo capoluogo è una delle città medievali meglio conservate d’Europa e patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1988.
Si trova a nord dell’isola e si divide in due: la città vecchia, considerata dal 1960 monumento del patrimonio culturale dal Ministero della Cultura greco, e la città moderna sviluppata dal 1912 con la conquista dagli italiani durante la guerra italo-turca; e poi cedute alla Grecia con il trattato di pace del 1947.
Delle due volte che abbiamo raggiunto Rodi città una siamo riusciti a parcheggiare gratuitamente mentre l’altra abbiamo posteggiato per tutto il giorno a 7,50€.
Il parcheggio gratuito è stata davvero una coincidenza perché è molto difficile che capiti in questa zona, anzi in alta stagione è complicato trovare parcheggio in centro a prescindere!
Vi sconsiglio con un’auto a noleggio di tentare posteggi di fortuna perché i controlli non mancano e la gente del posto ha una guida piuttosto spartana!
Nella parte di città nuova si trova il centro amministrativo dell’isola. Palazzi italiani in stile veneziano e neo-gotico, parchi, piazze e ampie strade, vi si trovano hotel, ristoranti, locali e negozi di tutti i tipi.
In questa parte di isola sul lungo mare si fiancheggiano svariati hotel con le loro spiagge private, affollate durante questo periodo dell’anno ma sicuramente comode per chi vuole rimanere vicino alla città e all’aeroporto.
Nella zona considerata città nuova abbiamo visto il
Il porto di Mandraki
Uno dei luoghi più antichi, non solo di Rodi, ma della Grecia.
Questo oltre a essere un riferimento per le escursioni in barca, lo è anche per chi vuole navigare le acque del Mediterraneo.
E infatti passeggiamo lungo questa zona mentre ci rifacciamo gli occhi con qualche yacht!
Non si possono non notare i tre mulini a vento, costruiti nel XV secolo dai Cavalieri di San Giovanni.
Leggenda narra che quando vennero costruiti erano 14 e il loro scopo era quello di macinare il grano per la città, dandogli così tutto il sostentamento necessario per quanto riguarda la farina.
Bello il fatto che alcuni siano ancora presenti, peccato che non siano aperti al pubblico.
Vicino a questi mulini si trovano delle casette con ciotoline annesse per le colonie di gatti della zona, per alcuni potrebbe essere una cosa superflua o magari dare anche fastidio, a me invece fa piacere vedere che questi animali senza una casa siano controllati e tenuti in sicurezza anziché lasciati allo sbaraglio tra cucciolate e malattie.
Avanziamo oltre i mulini per arrivare alla
Fortezza di San Nicola
Ti dico subito che purtroppo anche questa non è accessibile.
Ma non ho resistito e mi sono arrampicata fin dove possibile senza rischiare di farmi male e di invadere una proprietà! Ad ogni modo il panorama dalle mura e dal faro al suo interno devono essere pazzesche perché già salendo al limite concesso ci si trova a strapiombo sul mare e la vista è infinita!
Questa fortezza è stata costruita a metà del XV secolo a difesa del porto e della città.
Da qui seguendo la banchina arriviamo all’ingresso del porto dove un tempo si trovava il
Colosso di Rodi. Elafos ed Elafina
Si dice che nel III sec. a.C. all’ingresso del porto di Mandraki sorgeva una delle sette meraviglie del mondo antico, il Colosso di Rodi.
Raffigurava il dio Elio, protettore dell’isola.
Alcuni studi sostengono che non fosse situato all’ingresso del porto ma che si trovava nella città vecchia, bisogna però ammettere che fa molta più scena immaginarlo come ingresso al porto dove ogni nave passava sotto di lui!
Il Colosso di Rodi venne costruito per celebrare la vittoria su Demetrio I Poliorcete che tentò in ogni modo di invadere l’isola.
Si dice fosse alto 32 metri, rappresentato con le gambe divaricate mentre elevava una fiaccola ricoperta d’oro come a voler essere un faro per chi arrivava dal mare.
Un’impresa che ha richiesto 12 anni e che rimase lì per 67 anni, prima che un terribile terremoto nel 226 a.C. lo fece crollare rompendolo in più punti.
Così il re d’Egitto Tolomeo III si offrì di ripagare la ricostruzione della statua ma gli abitanti dell’isola rifiutarono temendo l’ira del dio, così il colosso non venne più ricostruito.
Si dice venne portato via dagli arabi nel 653 a.C. e rivenduto a pezzi e se ne persero le tracce.
Riporto un’immagine di repertorio di come doveva apparire.
Che sia storia o leggenda, tutto questo è molto affascinante, inoltre è stato d’ispirazione per grandi artisti che successivamente si sono impegnati in costruzioni come la Statua della Libertà!
Oggi al suo posto ci sono due colonne con due daini di bronzo che proteggono il porto, il maschio Elafos e la femmina Elafina; simbolo di Rodi.
Per questioni di tempo abbiamo scelto di non soffermaci su tutto quello che riguarda la città nuova e andare direttamente nella storia.
Ci spostiamo passeggiando per il dedalo di viuzze che caratterizzano questa città fino ad arrivare tra locali, bar e un caos di persone che riempiono le vie del centro.
Per accedere alla città vecchia ci sono ben 11 porte che abbiamo casualmente incontrato esplorando la città.
Attraverso la Porta Marina siamo arrivati alla
La Via dei Cavalieri
Porta Marina è un’appariscente porta che come lascia intendere il suo nome, era l’accesso più veloce alla città dal porto. Una porta più simbolica che di difesa e che purtroppo subì dei danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e venne successivamente restaurata.
La Via dei Cavalieri invece viene costruita nel XIV secolo, inizia là dove si trovava l’Ospedale dei Cavalieri e termina con la monumentale Porta di Santa Caterina, chiamata anche Porta dei Mulini in quanto permetteva il passaggio dalla zona commerciale della città ai mulini sul porto.
Tornando alla Via dei Cavalieri, si tratta di una lunga strada di ciottoli costeggiata da antichi palazzi dove un tempo si trovavano le locande dei cavalieri, luoghi di ristoro e di riposo.
Fungevano anche da alloggi per i pellegrini che passavano di lì per raggiungere Gerusalemme.
Come già avevo raccontato lungo il mio viaggio lungo il Cammino di Santiago, i cavalieri hanno sempre protetto i pellegrini.
Oggi queste locande, mi viene da dire purtroppo, non hanno più questa funzione ma sono diventate sedi di consolati ed uffici delle ambasciate estere.
La Via dei Cavalieri e tutta la città vecchia di Rodi sono stati dichiarati nel 1988 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Risaliamo la strada scrutando stemmi, chimere e statue, nel mentre la mia fantasia viaggia pensando a come potesse essere in quegli anni, tralasciando il fattore igiene!
Si percorrono 200m dove respiro storia e leggende fino ad arrivare al
Palazzo del Gran Maestro
Chiamato anche Palazzo dei Grandi Maestri era la residenza principale dell’ Ordine degli Ospitalieri che per intero si chiama: Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta.
Mi emozionano sempre un pò queste cose perché le mie origini mi portano proprio a questi contesti pieni di fascino e mistero.
Costruito nel XIV secolo sulle rovine di una cittadella Bizantina su volere del Gran Maestro Helion de Villeneuve, la sua costruzione ha richiesto più di vent’anni, e rimase dei Cavalieri di San Giovanni fino al loro comando su Rodi nel 1522d.C.
La costruzione ha una tripla cinta di protezione e la sua maestosità si fa decisamente notare!
E’ considerato uno dei più importanti esempi di architettura militare medievale europea. Una cittadella al cui interno si trovavano: magazzini, edifici militari, strutture fortificate, la Residenza del Gran Maestro, il Palazzo del Governatore e infine ma non per importanza, luogo di rifugio per il popolo in caso di pericolo.
Con l’occupazione ottomana venne adibito a prigione, poi fu abbandonato e nel 1856 la grande esplosione di una polveriera nei dintorni lo distrusse parzialmente. Dal 1937 al 1940 venne ricostruito dagli italiani ridandogli il suo aspetto originario.
Divenne anche la residenza di Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini che fece incidere una targa in suo onore, visibile ancora oggi. Tutti questi passaggi nel corso del tempo hanno portato all’aggiunta di particolari architettonici e artistici. Ciò che è rimasto di completamente originale sono le due torri all’ingresso e il blasone del Gran Maestro Hélion de Villeneuve.
Le pareti sono costruite con le pietre bianche e rosse di Lindos e al suo interno si trovano particolari italiani come i lampadari di Murano e maioliche Italiane.
Arriviamo all’ingresso dove acquistiamo i biglietti sia per la visita al palazzo che per percorrere tutta la cinta muraria per un totale di soli 8€.
Noi abbiamo preso i biglietti direttamente in loco ma ci sono diverse possibilità su Internet con varie combinazioni che comprendono anche le guide. Abbiamo visitato il tutto per conto nostro, con documentazioni prese on line e brochure, sicuramente così ci siamo persi delle spiegazioni in merito a dettagli e alla loro storia ma visto come è stato organizzato questo viaggio (ovvero per nulla!) abbiamo preso le cose come arrivavano!
Da qui accediamo al cortile del palazzo, con piastrelle di marmo a motivi geometrici, mentre sul lato nord spiccano statue greche provenienti dall’Odeon di Kos.
Seguiamo un percorso guidato che ci porta ad esplorare gli interni tra una sala e l’altra con decorazioni, arazzi, arredi che hanno fatto il tempo e mosaici.
Si prosegue con la sala di Laocoonte dove si trova una copia dell’opera, mentre l’originale si trova in Vaticano e che molto probabilmente fu scolpita proprio sull’isola .
Avanziamo verso la sala di Medusa dove è presente un mosaico ellenico con la sua testa, vasi cinesi e islamici. I mosaici a volte caratterizzano anche i pavimenti!
Al Palazzo del Gran Maestro ogni anno si tiene la cerimonia del giuramento dei nuovi membri dell’Ordine dei Cavalieri provenienti da tutto il mondo. E’ possibile vedere qualche video su YouTube.
Una volta percorso tutto l’interno, ci spostiamo sulle mura esterne.
Vi sconsiglio di fare il contrario perché la camminata lungo la cinta muraria porta ad uscire in un punto diverso da dove si entra, ritrovandosi in un’altra zona della città!
Ma questo lo fanno presente anche all’ingresso.
Camminare lungo queste mura da un’idea di quanto fosse importante e imponente il palazzo e la cittadella.
Vennero costruite ampliando quelle già presenti.
Si tratta di circa 5 km di mura da cui la vista spazia dentro e fuori, comprendendo le case delle persone! Si cerca di non essere troppo inopportuni guardandoci proprio dentro!
A fare questa “passeggiata” eravamo in quattro gatti anche perché ormai era praticamente mezzogiorno e il sole era cocente!
Cappello, protezioni e acqua sono fondamentali perché non troverai nessun riparo.
Oltre a questo tratto di mura ci sono altri punti lungo il perimetro della città in cui è possibile accedere e salire sulle fortificazioni conservate in modo eccellente nonostante il tempo che passa ma bisogna prestare molta attenzione perché gli scalini datati non hanno sicurezze, quindi in alcuni punti o mancano o sono danneggiati, così anche le mura quindi è molto pericoloso sporgersi.
A questo punto torniamo a farci trasportare dal labirinto di vie alla ricerca di un posto dove mangiare, tendenzialmente in viaggio per pranzo non facciamo pasti importanti, delle volte non pranziamo nemmeno ma stuzzichiamo qualcosa giusto. In questo caso il girare per la città necessita di energie quindi optiamo per un gyros pita e una dissetante birretta!
Manco a farlo apposta ci troviamo in un posto in cui parlano benissimo italiano e scopriamo che il proprietario ha vissuto in Italia!
Ma in generale non è così insolito trovare persone con attività che parlano italiano o quanto meno lo capiscono questo per via dell’importante turismo che arriva qui.
Durante questo passaggio tra la ricerca di un posto dove mangiare e il dopo pranzo abbiamo avuto modo di vedere
Piazza Ippocrate
La principale piazza della città vecchia di Rodi.
Da un punto di vista fisico non si trova nel centro della città vecchia, in realtà è più vicina a Porta Marina, da qui partono vie come: via Socrate, via Pitagora e via Aristotele, ognuna delle quali porta a diversi quartieri della città murata.
Tutto intorno palazzine colorate, attività di souvenir, bar, ristoranti ecc.
E’ anche la zona dove si tengono eventi culturali e festival.
Al centro la fontana turca che attrae l’attenzione di chiunque, in un angolo la Loggia dei Mercanti conosciuta anche come “Giuderia” la cui scala oggi è usata come luogo di riposo per turisti che vogliono godersi “da lontano” il marasma della piccola piazza.
Arriviamo al
Roloi
Nel cuore della città vecchia a metà tra il Palazzo del Gran Maestro e la Moschea di Solimano.
Costruita nel 1851 sui resti di una torre bizantina, si erge la Torre dell’Orologio che in altri tempi era collegata al Palazzo del Gran Maestro. Distrutta nel 1856 a causa di un’esplosione nella vicina Chiesa di San Giovanni e subito ricostruita con lo stile arrivato fino ad oggi; mentre il meccanismo dell’orologio risale a 150anni fa.
All’interno non vi è nulla se non una ripida scala con piccoli scalini che diventa sempre più stretta man mano che si sale fino a godere della vista a 360° sulla città.
Il biglietto per accedere costa 5€ che in confronto al prezzo del biglietto per il palazzo è esagerato.
Compreso c’è anche un drink al bar che si trova vicino all’ingresso, forse un escamotage per riuscire ad attirare più persone ma comunque ancora oggi mi chiedo se ne vale la pena.
La risposta è molto soggettiva si sentono pareri discordanti in merito, io onestamente sono combattuta tra il pensare sia eccessivo per salire su una scala e guarda la città, che comunque si vede anche dalle mura. Ma allo stesso tempo penso ai costi per mantenere certi luoghi e strutture, inoltre c’è il costo della bibita “offerta” noi abbiamo preso una birra e mediamente il costo non si allontana da quello del biglietto.
Insomma se hai sete e vuoi fermarti a bere qualcosa puoi pensare ad una combo in questo luogo!
La Moschea di Ibrahim Pasha
Trovata per caso durante il nostro vagare, questa moschea è un altro luogo che continua a far rimbalzare i turisti nel tempo camminando nella città di Rodi.
Si dice ci siano 14 moschee, (non le ho contate mi fido sulla parola!) e la più antica pare essere questa che ad oggi è anche l’unica utilizzata per il culto.
La sua costruzione è terminata nel 1540 su richiesta di Pargali Ibrahim Pasha 1493-1536, il gran visir di quel periodo, per celebrare la conquista di Rodi dalle forze islamiche. La fine della sua costruzione è avvenuta quattro anni dopo la sua esecuzione, ecco perché non vi è nessuna dicitura dedicata a lui sulle mura.
Costruita lungo la via di pellegrinaggio per la Mecca che in quel periodo passava per Alessandria per coloro che provenivano dall’Europa.
La moschea è visitabile ma non è possibile fare foto all’interno proprio perché aperta al culto.
Si è fatta sera e decidiamo di rientrare per fare una doccia e uscire a cena a Lindos.
Abbiamo notato questo ristorante passeggiando la sera prima e dopo le varie ricerche tra foto e recensioni, ci siamo convinti per questa cena in terrazza con vista sulla città.
Siamo da “Agostinos Restaurant“.
Ci godiamo una bellissima serata al tramonto fino ad avere una vista illuminata dalle lucine di negozi e case e dalle candele poste intorno a noi.
La terrazza non è grandissima quindi i posti sono limitati e non deve infastidire il fatto di avere i tavoli intorno molto vicini.
Abbiamo cenato molto bene, le portate sono ben curate, decisamente un contesto diverso dai classici posti turistici con porzioni abbondanti e molte persone nel locale. Quello a cui non bisogna dare peso è l’atteggiamento burbero del proprietario!
Sembra quasi di dargli fastidio ma a me tutto questo mi ha fatto più sorridere che altro!
Abbiamo preso una pasta allo scoglio fatta con il formato risoni, i dolmades che noi adoriamo, il calamaro fritto, birre e amari per un totale di €61,50.
Tutto davvero molto buono, io quella pasta di pesce me la sogno ancora!
Tornando verso l’albergo decidiamo di fare due passi in zona per cercare un locale dove bere qualcosa e qui, parlando di locali, facciamo la scoperta più bella della vacanza.
Ci troviamo al “Kanaloa Beach Bar – Smart Cocktails & Dining”.
Si tratta di un locale all’aperto che offre pranzo e cena unendo la cucina mediterranea a quella polinesiana. Inoltre, durante il giorno, hanno il servizio lettini in spiaggia dove è possibile anche consumare i pasti.
Inutile dirvi che siamo ovviamente tornati, ma del nostro ritorno ti racconto a tempo debito.
Il locale è moderno, in legno, con un personale preparato e super gentile.
Dopo questa piacevole chiusura di giornata, facciamo rientro in albergo per prepararci ad una nuova avventura!
Mi piacerebbe sapere la tua nei commenti.
A presto,
Deb!