Giorno 15: road to Frómista

A malincuore saluto Monia e il monastero di San Antón.
E’ tardissimo, sono ormai le dieci del mattino e direi che il fatto di non voler lasciare questo luogo era ben evidente!
Data l’ora parto con l’idea che non farò molti km, inoltre i miei piedi non sembravano voler collaborare fin dall’inizio, eppure mi ritroverò, comunque, a percorrere anche oggi quasi 30km o poco più; è come se il mio corpo fosse diventato dipendente dal camminare!

Da qui la mia prima missione era una farmacia!
Avevo iniziato questo viaggio pensando: ma quante farmacie ci sono lungo questo cammino? Più loro che negozi dove comprare da mangiare.
Ecco, più passano i giorni più capisco il perché!
Vagando per Castrojeriz finalmente ne troviamo una dove comprerò: Betadine, cerotti e una crema cicatrizzante che secondo me non è legale fuori dalla Spagna! Lo dico scherzando, ovviamente, e lo dico perché quella crema ha fatto davvero un miracolo nell’arco di pochi giorni!

Passando per Castrojeriz incontriamo la “Casa del Silenzio”. Un altro luogo unico nel suo essere lungo questo viaggio!
Qualche anno fa un uomo è giunto in questo paese ed ha acquistato un rudere su quella che è la via principale per poi ristrutturarlo.
Così è nata la Casa del silenzio in cui non esiste alcun rumore/suono emesso dall’uomo. Uno spazio nato per leggere, meditare, pregare, pensare, ascoltare, contemplare e dove gli scambi tra le persone non avvengono in modo verbale!

Incuriosite dall’ingresso e con la porta non del tutto chiusa…decidiamo di entrare.
Bussiamo, entriamo aspettando che qualcuno ci venisse incontro ma nulla!
La porta era aperta…stiamo violando la proprietà di qualcuno?

C’è scritto silenzio ma data la situazione chiediamo permesso….nulla!
Eppure sembrava una situazione così normale!
Un luogo aperto alle persone…dove sta a te comportarti di conseguenza.

I profumi e la pace di questo posto ci catturano.
Esploriamo ogni angolo ammirando tutto ciò che ci circonda e nessuno si fa vivo.
Si prosegue …non si può farne a meno.
Un luogo colmo di “cose” che trasmettono pace!

La musica da meditazione ti avvolge, ogni oggetto esposto vibra di energie positive, quadri dai colori che rapivano, foto e frasi appese. Una zona in cui poter dipingere, una in cui poter meditare, un piccolo angolo cottura, un giardino interno che pareva un’oasi meravigliosa!
Era possibile anche acquistare oli, creme e prodotti naturali di vario genere per il corpo.
Non so quanto siamo rimaste lì ma nel mentre non è arrivato nessuno!
E così come siamo giunte fin qui ce ne siamo andate ringraziando per questo incontro.

Lasciato il comune di Castrojeriz torniamo nella piena campagna dove ci rendiamo conto che la strada ci porta verso l’Alto de Mostelares, piuttosto altina sta collina, e temo che dovremo superarla!
Così è…ci mancavano le salite ripide seguite dalle discese che fanno sempre bene a ginocchia e quadricipiti!
Davanti a noi la Tierra de Campos, una distesa immensa di terra piana infinita e monotona che viene chiamate “il granaio di Spagna”.
Non si può negare però che dall’alto della collina il panorama è davvero suggestivo!
Attraversiamo una zona definita come ricca di cacciagione, arte e storia, di oro, argento, tessuti, terra di pane, vino, carne e pesce, latte e miele…ma non di alberi!

Camminando nel bel mezzo del nulla si passa per forza davanti al donativo Ermita San Nicolás de Puente Fitero oggi gestito dalla una confraternita italiana.
Ecco un altro luogo dove potreste fermarvi a dormire!
Perché? Ve lo spiego subito!
Non si può non notare questa grande costruzione in mezzo ai campi con solo una strada che vi passa davanti; l’unica percorribile.
Non c’era nessuno, ovviamente tutti i pellegrini erano in cammino, solo un adorabile hospitalero che ci ha accolti all’ingresso spiegandoci che ormai siamo alla fine della stagione, il donativo al 30 del mese avrebbe chiuso per poi riaprire in primavera e quindi c’era poco movimento. Non si è tirato indietro dal mostrarci l’interno, offrirci un caffè e lasciarci usare il bagno ed ovviamente non ci ha mandati via senza il loro bellissimo sello!

Questo antico eremo è oggi un donativo per pellegrini.
La storia di questo luogo non è chiara, non sono stati tramandati molti documenti a riguardo ma sicuramente è appartenuto ai “Cavalieri di Malta”.
Durante gli anni ’90 è stato restaurato per tornare a dedicarsi ai pellegrini. Viene gestito dai volontari della Confraternita di San Jacopo di Compostella che ha sede a Perugia.
Al suo interno un’unica navata dove oggi è posto un grande tavolo dove i pellegrini trovano sempre da mangiare e i letti a castello dove trovare riposo. I bagni sono esterni perché la struttura non ne permetteva la costruzione all’interno ma tenendo conto che è aperto durante la bella stagione, il problema freddo non si pone! In più qui c’è l’acqua calda!
Inoltre ogni giorno viene svolto il rito della lavanda dei piedi.

La lavanda dei piedi
Il Vangelo di Giovanni, capitolo 13, recita: “Mentre il diavolo aveva già messo nel cuore di Giuda Iscariota, il proposito di tradirlo, Gesù si alzò, depose le vesti, e prese un asciugatoio che si cinse alla vita, versò dell’acqua in un catino e con un gesto inaudito, perché riservato solo a schiavi e servi, si mise a lavare i piedi degli Apostoli ed asciugarli”.
In quel periodo si portavano solo dei sandali e con essi si camminava ovunque, rendendo questa pratica decisamente poco piacevole. La lavanda dei piedi era un gesto di ospitalità, il dovere di un servo verso il suo padrone, di una moglie verso il marito o di un figlio verso il padre.

Ripartiamo e il percorso prevede il passaggio fino al ponte medievale sul río Pisuerga. Questo ponte oggi composto da sette arcate, in passate si dice fosse arrivato ad averne undici, immaginate la sua maestosità all’epoca?! Passando questo ponte salutiamo la provincia di Burgos ed entriamo nella provincia di Palencia. Per un attimo avevo capito male ed ho pensato di aver sbagliato strada!
Va be volevo fare la simpatica dai!

La giornata prosegue e l’unica cosa che incontro è sempre più la difficoltà nel camminare, rallento, rallento tantissimo fino a trascinarmi. Sono poche le immagini e i video di questa giornata proprio perché il mio pensiero non era rivolto in primis a raccogliere ricordi.

Giriamo intorno al comune di Boadilla del Camino, ci giriamo attorno nel vero senso della parola perché le frecce ti portano a percorrere le mura perimetrali evitando il centro, e via fino a Frómista.
Una giornata che ha portato me ed M. a parlare molto di noi, l’inizio di un’amicizia unica!

Arriviamo a Frómista che è sera, passando vicino al Canal de Castilla fino alla chiusa. Perché vi parlo di quest’opera? Perché fu costruita per collegare i paesi della Castilla y Léon con il porto di Santander, sull’oceano, e permettere il trasporto della merce su zattere trainate da buoi. Non era roba da poco!
Iniziato a metà del 1700 i lavori proseguirono per quasi un secolo.
Oggi ovviamente non viene più utilizzato per trasportare le merci ma per queste terre così aride nei mesi estivi…o per chi ci cammina vicino!

Arriviamo in quella che oggi è una piccola cittadina di circa mille abitanti ma un tempo è stata molto più di questo; dicono fosse quattro volte più grande e con una ricca comunità ebraica.

A Frómista non vi è molto da vedere se non:

– La chiesa di San Martín che faceva parte di un monastero. Costruita per volontà di donna Mayor, vedova di Sancho il Maggiore re di Navarra, divenne luogo di riposo spirituale per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela.

– Il Canal de Castilla di cui vi ho parlato prima.

– Altre chiese minori.

Arrivo stremata all’albergue, così a pezzi che non ho nemmeno fame nonostante il non aver mangiato praticamente nulla dalla colazione delle 8:00 e una banana a metà giornata.
Non chiedetemi come ho fatto ad arrivare lì nonostante tutto questo perché non so rispondere!
Sono così demoralizzata che quando vedo N, che ci stava aspettando all’ingresso, scoppio a piangere tanto da farmi venire il magone.
Ero terribilmente preoccupata per giorni futuri, come avrei fatto a camminare così? Non potevo fermarmi.. era già un enorme regalo poter fare tutto il cammino per intero in un’unica volta, non potevo permettermi di sprecare giorni. Ma qui ancora non sapevo del miracolo che avrebbe fatto la super crema cicatrizzante!

Abbandono ad N. il mio zaino come se non lo volessi più rivedere e già con 9kg in meno addosso la situazione migliora. L’hospitalero, impietosito dalla mia situazione, mi offre un bicchiere d’acqua mentre fa la registrazione per la notte.
Siamo all’albergue Luz de Frómista, una struttura nel cuore del paese su più piani e diverse stanze all’interno delle quali sono disposti i letti a castello, aree ristoro e, in questo caso, bagni divisi per sesso.
Prendo posto nel mio letto, mi sistemo, abbandono i panni ad N. che si fa carico del bucato, doccia calda e mi medico le ferite. Già dopo la doccia mi sento meglio ma c’è poco tempo per riposare, sono già le otto e dobbiamo ancora cenare. Per la vita di un pellegrino è tardissimo!

Purtroppo non ricordo il nome del posto dove abbiamo cenato ma ho divorato un hamburger con patatine e birra in un posto a pochi passi dall’albergue.
Con la pancia piena e l’umore un pò sollevato grazie ai miei compagni di serata, torno a letto dove finalmente posso utilizzare la crema e con il bisogno di riposare ma…sarà una lunga e difficile notte.
Uno dei pellegrini nella mia stanza russa talmente forte che tiene svegli tutti quanti; una notte infernale.

Come farò domani?
Lo scopriremo presto,
Deb!

I link ai nostri social:

Una Coppia in fuga 

La Deb 388

Youtube

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *