Giorno 6: Puente la Reina – Estella

Finalmente una notte serena, le pastiglie per dormire hanno fatto il loro dovere!
La sveglia è sempre al solito orario, oscilla tra le 6:00 e le 6:30, in base a quanto ho da sistemare prima di partire, e dal fattore colazione; se si fa in loco o strada facendo. Mi alzo mi preparo, caffè alla macchinetta, una brioche delle mie senza lattosio. Brioches che mi sono portata da casa come salvagente e che ormai dopo una settimana sono ridotte in condizioni pietose! Ti ricordi le tortine che portavamo a scuola e che ora della merenda erano tornate ad essere farina? Ecco!
Aspettiamo i soliti ritardatari e in questo caso sono ben felice di dire che non ero io ma un ragazzo! Io che a casa sono Miss ritardo qui è tutto un: pronti, via tutti, in piedi che c’è da andare 🤣 Ma è una cosa tipica di quando viaggio…a casa la mattina mi dovete trascinare fuori dal letto mentre in viaggio, qualsiasi viaggio, sono come i bambini la mattina di Natale.

7:40 siamo pronti a partire! E’ ancora buio, attraversiamo le vie di Puente la Reina e dopo pochi metri siamo già di nuovo tutti fermi! Un bar/panetteria aperto si trasforma nel pifferaio magico e tutti i pellegrini seguendo il profumo delle brioches vi entrano, tutti…troppi! Non ci stavamo più al suo interno!
Non ricordo il nome ma è impossibile non passarci davanti se alloggerete in quel albergue! La strada che porta fuori dal paese è quella… e giustamente loro si giocano bene la carta della colazione. Ne approfittiamo perché come sempre non si sa cosa incontreremo. C’è chi mangia sul posto e chi porta via per dopo.
Ora sì che possiamo partire, c’è anche luce! E tutto questo smentisce ancora la storia che i pellegrini iniziano a camminare alle quattro del mattino.. alle otto eravamo al bar come i pensionati! Meglio passare oltre!

Decido di uscire da Puente la Reina mantenendo una tradizione portata avanti per secoli dai pellegrini passati di qui: camminare sul ponte scalza! Con il tifo da parte di chi presente che di sbattersi per togliere scarpe e calzini e camminare sul freddo non ne hanno voluto sapere! 😆
Ma perché si attraversa il ponte scalzi?

Si narra che pima della costruzione del ponte i pellegrini dovevano adattarsi in qualche modo per l’attraversamento del fiume Arga. Così un’anonima regina di Navarra lo fece costruire e come forma di rispetto e ringraziamento, da allora, i pellegrini lo attraversano scalzi.

Questa tappa diventa subito diversa dalle precedenti! Il gruppo oggi è più allargato, il contesto non troppo impegnativo e inoltre l’ambientazione generale sta cambiando; nuovi panorami si fanno spazio davanti a noi! Il corpo si sta abituando a ciò che gli viene richiesto così da rendere le tratte anche più veloci permettendo piano piano di percorrere sempre più km al giorno. Questo non renderà il Cammino più facile!
Se avete letto l’articolo precedente vi starete chiedendo di M.! Cosa ha fatto?
M. ha continuato il cammino! Fatte le opportune medicazioni e con i sandali al posto delle scarpe ha deciso di volerci almeno provare. Non era sola e sapeva di poter contare sulle persona che la circondavano, anche se in parte sconosciute!
Durante questo inizio di giornata facciamo una nuova conoscenza: Martin! Un prete irlandese che sembra uscito da un cartone animato della Pixar! Per la precisione viene ricordato come Russell, il bambino di “UP”! Una di quelle persone che quando le vedi le vorresti subito abbracciare, senza un perché, o meglio, perché trasmettono dolcezza e serenità! Ma dato il suo lento passo lo abbiamo perso in fretta lungo il tragitto, per poi ritrovarlo alla meta di nuovo con un sorriso per tutti!
Non passano molti km quando ci troviamo a camminare su antiche strade romane che lasciano con un solo pensiero: quante persone sono passate di qui? Sì, è vero, capita spesso di pensarlo ma in fondo il Cammino nel corso del tempo ha subito le modifiche di qualsiasi altro luogo nel mondo, ci sono varianti, strade asfaltate , sviluppo di città che prima non c’erano ecc. Poi ad un certo punto trovi tratti ad oggi immutati e tutto questo ti fa sentire così piccolo! Una goccia nell’oceano. La pietra levigata dal tempo ne è testimone, così come il cambiamento di livello delle strade. Per percorrere quella tratta c’è un sali scendi non indifferente a testimonianza del cambiamento subito nel tempo.

Da qui si torna su strada asfaltata, si passa vicino all’autostrada per poi tornare tra i campi; è tutto un continuo cambiamento di scenario! Oggi il cielo è di un azzurro intenso, neanche una nuvola e il sole…scotta! Com’è possibile che siamo partiti con i primi di ottobre che sembrava ormai inverno, con pioggia e freddo, ed ora ci ritroviamo che sembra estate? Ed è con questo sole, per me, cocente che mi chiedo come si possa fare a luglio o agosto! Ma capisco che in alcuni casi non si ha scelta. A dire il vero la prima volta che avevo deciso di partire avevo scelto maggio, con tanto di biglietto in mano, poi per motivi lavorativi ho dovuto rinunciare. Il tempo è trascorso e quando mi si è ripresentata l’occasione l’ho presa al volo ma era estate, troppo caldo e troppi impegni già programmati. Aspetto la fine del campionato e parto…ed ecco come sono arrivata al 2 ottobre!
Torniamo a questo giorno! Cammino e mi sento bene, mi sento grata per quello che sto vivendo! Davanti a noi la ridente Valle di Mañeru.
Cala il silenzio, un pò come sempre strada facendo un pò perché i km passano e la necessità di un bagno si fa sentire per tutti! Anche la fame iniziava a farsi sentire ma si va per priorità e non sempre si può fare in mezzo alla natura! Il contesto sembrava non avere pietà di noi, dopo ogni curva ci proponeva di nuovo campi!
Ad un certo punto in lontananza si intravede qualcosa, un paesino! Inizia una salita piuttosto ripida che ci porta a Cirauqui Zirauki. Cerchiamo un bar, un negozio, qualunque posto potesse darci cibo e un bagno! Ma non c’era nulla! Una piccola “tienda” poco fornita al cui interno lavorava una signora infastidita dalla nostra presenza. All’inizio pensavo di essere io a percepire male certi modi, poi con il passare del tempo e le conferme ricevute da altri ho capito che era proprio così! Capiterà spesso lungo la via di imbattersi in queste situazioni, nonostante ci siano paesi che vivono letteralmente del Cammino di Santiago. Alcune persone non sembrano avere un buon rapporto con il lavoro o con i pellegrini stessi! Per fortuna non sono tutti così ed ecco perché io mi giro e me ne vado!
Per un attimo abbandono un pò tutto e tutti, ho davvero necessità di trovare un bagno quindi parto ad ispezionare il paese ma vengo distratta dalle gesta di un operario con il suo tipico camioncino da muratore. Il paese costruito in salita si districava tra strette vie e questo pover’uomo stava massacrando la frizione del suo mezzo per riuscire a partire senza centrare muri e altro. Un odore di bruciato che non vi dico, il rischio di essere investita se per sbaglio gli fosse partito il piede.. ma non riuscivo a non guardarlo! Passo troppo tempo con Marco in officina, adesso mi metto a guardare le manovre come i pensionati in cantiere!

Alla fine ce l’ha fatta ed io ho potuto proseguire la mia ricerca giungendo ad un risultato positivo! Proprio dietro l’angolo delle grandi gesta, eccola, una bella piazza circolare con tutti i suoi bei portici e… un bagno pubblico! Pronto ad accogliere i pellegrini visto che fuori dal bagno c’è anche un tavolino con tanto di penna e sello! Adesso posso anche mangiare e bere quindi esco dal bagno e decido di aspettare i miei compagni di viaggio seduta sui muretti mangiando qualcosa. Non faccio in tempo a mettermi comoda che vedo arrivare una folla verso di me! Un pullman di turisti in età avanzata che accorrono verso il sello. Insomma uno di quei gruppi che il vero pellegrino un pò poco tollera. Sì perché mentre tu ti fai zaino in spalla, con tutte le fatiche possibili, quasi 800km a piedi per arrivare alla meta, loro con il pullman si fanno tappa dopo tappa a pari diritti. Voi mi direte: sono persone anziane. Certo…loro. Ma non ci sono solo gli anziani su questi mezzi! Tra pullman e taxi di persone che prendono scorciatoie ce ne sono parecchie. Sembrerò ottusa ma a meno che non ci siano reali problematiche fisiche, non capisco il senso di vivere questo viaggio così. Rimango per poco sola in questa mia chiusura mentale perché nel mentre il resto dei miei compagni di viaggio mi raggiunge esprimendo ad alta voce quello che fino a quel momento avevo solo pensato!

Riprendiamo il cammino e una volta abbandonato il paese torniamo in mezzo ai campi! E’ qui che ad un certo punto davanti a noi si presenta un cartello con scritto: “Loading 27% per il paradiso!” Da lì a poco avremmo incontrato il “giardino Zen”. Una distesa di piante di olivo e in mezzo a questi un’area zen fatta di teli, amache, libri e tutto quello che può regalare un momento di relax ai passanti. Oltre a questo un piccolo banchetto colmo di cose da mangiare e bere…tutto ad offerta! Diceva bene il cartello!

Ahimè dobbiamo lasciare questo bellissimo posto per proseguire! Non so dire quanto sia passato prima dell’arrivo a Lorca, ma è qui che abbiamo deciso di pranzare! In una graziosa piazzetta di questo paese dove hanno deciso di fare tutti sosta, pullman compreso (una persecuzione! Forse erano pure gli stessi di prima!). Ci fermiamo qui perché c’erano a disposizione: panchine, zone d’ombra e un grazioso bar con una ragazza tanto disponibile al lavorarci! Il bar di nome Eztitsu ha anche un sello tanto carino che non potete farvi scappare! Pranziamo in compagnia di un paio di gatti che vorrebbero condividere il nostro pranzo con loro, gelato, caffè e si riparte!

Arriviamo ad Estella nel pomeriggio. Attenzione non Estrella! Quella è la famosa birra (Estrella Damm) che viene prodotta a Barcellona!
Estella, in basco Lizarra, è definita la Toledo del nord. Arriviamo alle porte della città quasi senza rendercene conto perché l’ingresso lascia poco intendere la bella cittadina a cui si sta andando incontro! Lungo il fiume Ega lì per lì sembrano esserci delle case non molto vissute, avanzando il contesto diventa molto più attraente fino ad arrivare al centro storico dove tutto cambia! Se avrai la fortuna di arrivare qui a fine maggio potrai godere dell’arrivo di El Baile de la Era, un festival folkloristico. Invece se arriverai il primo di agosto potrai festeggiare San Fermines, ma non come quello di Pamplona che ormai è diventata più una questione turistica. Qui si festeggia con corse dei tori ogni mattina, musica per tutto il giorno e festeggiamenti per tutta la notte. La Festa di Estella è un festival per la popolazione locale, il Navarros.
Una delle prime cose che si incontrano di Estella è la chiesa del Santo Sepolcro che come tutte sembra essere molto interessante ma non ci soffermiamo su nulla perché è ormai tardi per gli orari del pellegrino e dobbiamo ancora trovare un posto dove dormire dato che, a quanto pare, Estella è stata la tappa di tutti i pellegrini del giorno! Gli unici posti disponibili li ha fermati uno dei ragazzi arrivato prima di noi ma anche se avevamo i posti prenotati dovevamo sbrigarci altrimenti li avrebbero dati ad altri. Ed è così che accolti da tanto amore arriviamo all’Albergue Capuchinos Rocamador; pure un albergue religioso! E per la modica cifra di: 16€ il pernotto, 10,50€ la cena e 3,5€ la colazione. Hai capito la spiritualità francescana!
Troppo…troppo dato il trattamento freddo di chi ci ha accolto, troppo per un pernotto che non ha offerto nulla di più di altri posti in cui abbiamo dormito spendendo la metà; ma non c’era scelta se non quella di camminare ancora in cerca di altro. Il complesso è molto grande con diverse stanze con tre posti letto a castello.

Una volta fatte le registrazioni raggiungiamo la stanza assegnata per sistemarci e poi solita prassi: preparazione dei letti con kit monouso, sistemazione dei nostri zaini, stretching, doccia, scrittura del diario e riposo.
Finalmente la doccia! In Spagna hanno dei problemi con i bagni! Un gran numero di stanze divise su più piani, dedicate ad un alto numero di pellegrini che arrivano sporchi e puzzolenti… e trovi due docce per piano 🙁 Sono stata fortunata a potermi lavare in un orario inusuale che mi ha permesso di godermi la doccia in solitudine; ma non vorrei essere qui in alta stagione!
Una volta pulite ed alleggerite, abbandoniamo gli zaini, chiudo le cose importanti nell’armadietto messo a disposizione per ogni posto letto, così da potermi portare appresso il meno possibile, e ci avviamo per le vie di Estella. Non nascondo che mi stupisce fin da subito, capisco perché è tanto rinomata. Il centro storico dal carattere decisamente medievale, è ben curato e anche se non grandissimo le cose da vedere sono diverse. Purtroppo come sempre il tempo a mia disposizione per fare la turista è molto poco ma ne approfitto!

Tra le cose che si possono visitare ad Estella troviamo:

  • Palazzo del Re di Navarra. Palazzo romanico con capitello raffigurante Rolando mentre combatte con il gigante Ferraù.
  • La Cappella di San’Andrea con la sua reliquia, cioè una clavicola!
  • La chiesa di San Miguel con il Giudizio Finale raffigurato sul portale con capre demoniache e scimmie musicanti.
  • La Chiesa del Santo Sepolcro con crocifissioni, ultime cene, mostri, chimere Santi e comuni mortali.
  • Il Convento di Santo Domingo.

Ma non solo! Partendo dall’albergue iniziamo a camminare in direzione di una farmacia e un negozio per delle calze più adatte per M. e già il passeggiare per le vie non è cosa da poco visto quanto sono belle e ben conservate! Qua e là sbuca qualche graziosa piazza con qualche bel locale dove fare degli aperitivi. Mentre loro fanno shopping io ne approfitto per visitare la poco distante Chiesa di San Pedro de la Rua dove poi mi avrebbero raggiunta!

Chiesa di San Pedro de la Rua

La chiesa in stile romanico possiede delle particolari raffigurazioni di mostri e scene bibliche scolpite nei capitelli. Così chiara e in alto ad una scalinata risalta su tutto il contesto! Visto che mi perdo sempre nel fare foto e video ne approfitto ed entro. Rimango affascinata dai giochi di colore creati dalla luce sui vetri colorati. Nemmeno il tempo di guardarmi intorno e il custode mi bracca, sono l’unica persone all’interno e lui ha trovato qualcuno con cui parlare 🤦‍♀️ Non mi dispiace se non fosse che non mi dà tregua. Grazie al cielo arrivano le altre ragazze e mi salvano!! Ci propone la visita al chiosco, che sarebbe anche molto bello ed interessante ma ci aspettano in una delle piazze di Estella!

Chiesa di San Pedro de la Rua

Nel cercare di raggiungere il resto del gruppo finiamo per conoscere un’altra zona della città e rispettive piazze, mi ripeto lo so.. ma questa cittadina continua a stupirmi per la sua bellezza. Ci ritroviamo in Plaza de los Fueros, dove si tiene il mercato tradizionale, o mercato medievale che si spinge fino ai vicolo circostante dove i venditori indossano abiti d’epoca ed offrono le merci proprio come si faceva nei tempi passati. Peccato non essere arrivati nel giorno giusto! Però non è qui che ci aspettano ma esattamente dal lato opposto! Ops 😅
Per la precisione ci attendono in quello che è il bar della stazione ferroviaria di Estella nella piazza centrale. Non so da voi ma dalle mie parti se mi dicono: ti aspetto al bar della stazione! Io nemmeno ci vado! Sono tutti luoghi non proprio belli e ben frequentati. Qui invece la struttura oltre che ad essere storica è ben conservata ed ha un bar moderno che offre dei pinchos da capogiro!

Aperitivo!

Dato che ormai il gruppo bene o male si è creato a rotazione si offre da bere! Decido che questo aperitivo lo voglio offrire io, è la mia volta! Ma nulla…sto viaggiando con dei folli! Nessuno vuole farmi pagare perché sono l’unica che dovrà viaggiare più di tutti… Sono “quella” che deve arrivare all’oceano, devo risparmiare! Quando vi dico che qui tutto cambia! Stiamo parlando di persone che mi conoscono da cinque giorni, ma sono cinque giorni h24 tra gioie e dolori!
Raggiungiamo la struttura per l’ora di cena prevista e scopriamo, come al solito, che il nostro tavolo è il più numeroso e chiassoso di tutti! Se intorno a noi c’erano solo tavolini da 4 noi ci siamo ritrovati ad unire tavoli per dieci scappati di casa poco silenziosi! Ma eravamo così belli tutti insieme a ridere e scherzare! La scelta per la cena si divideva tra piatti unici a base di carne o pesce con: verdure/insalata, riso e patatine fritte. Pane, acqua, vino, dolce e caffè. Insomma non siamo andati di certo a letto affamati! E mi prendo anche il premio Obelix per essere riuscita a finire tutto! Oh ragazzi camminare mi mette fame cosa ci posso fare?!

Dopo cena c’è chi si ritira, chi si disperde all’esterno e chi rimane ancora un pò per quattro chiacchiere. Ed è qui che la serata degenera! Tra chi ha alzato troppo il gomito e si ritrova in mutande vagando per la struttura e qualt’altro. Più che in un ostello religioso sembrava di essere al campeggio estivo lontani dai genitori! Bella la compagnia ma per me è stop! Non sono bigotta ma non sto facendo questo viaggio per ritrovarmi la mattina alle cinque con una sbornia da gestire. Mentre rientro in camera mi imbatto in un coreano mezzo nudo che passeggia per i corridoi ridendo praticamente da solo! OooooK benissimo un’altra vittima della serata! Così ad una certa saluto tutti e mi ritiro nel mio…rumoroso letto cigolante con le mie compagne di stanza!
Ci tengo a precisare che non è stato fatto disturbo della quiete pubblica o danni alla struttura!
E’ il caso di riposare! Non vorrei essere nei festaioli domani mattina!

A presto,
La Deb!

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