Ore 06.15 suona la sveglia.
Abbandono il mio scricchiolante materassino e scendo dal letto a castello cercando di non disturbare le mie compagne di stanza che continuano a dormire. Raccolgo tutte le mie cose ed esco decidendo di sistemare il tutto in bagno, rendendomi conto una volta lì di aver seminato dei pezzi come pollicino.
Bene Deb, dobbiamo rivedere un attimo l’organizzazione della mattina!
Scendo per fare colazione con il gruppo di ragazze con cui mi ero messa d’accordo e intorno alle 7.00 siamo fuori dall’albergue con altre persone con cui si erano accordate. La prima tappa parte da Saint-Jean-Pied-de-Port e dopo ben 26km e il superamento dei Pirenei prevede l’arrivo a Roncisvalle. Qui le armate di Carlo Magno, guidate da Orlando, furono sorprese da dei briganti e massacrate a tradimento; da allora questa storia viene raccontata con la famosa: “Chanson de Roland”.
E’ buio e c’è un vento fortissimo ma particolarmente caldo chiamato viento de levante, sto bene in pantaloncini! Attraversiamo il borgo tutti emozionati perché sta effettivamente iniziando la nostra avventura, una decina di persone che si avviano verso la stessa meta con motivazioni differenti! A quest’ora è ancora buio, foto e video non rendono la magia del contesto. Un profumo di pane e brioches fa venire voglia di fermarsi, inoltre cosa strana, non c’è nessuno in giro a parte noi, e due passanti che molto probabilmente andavano al lavoro!
Attraversiamo il famoso ponte sul fiume Nive fino ad arrivare al momento decisivo; Via Alta o Via Bassa? Vorrei tanto percorrere la famosa Route Nepoléon ma la maggioranza opta per la Via Bassa e il buon senso mi dice di non andare da sola al buio per una via considerata pericolosa in caso di mal tempo, anche se fino a quel momento tutto dava a pensare tranne che potesse creare problemi.
Iniziamo a camminare e non so ancora che ritmo tenere, non ho mai camminato con uno zaino da 9kg sulla schiena e non so cosa mi aspetti. Le emozioni di questa nuova “cosa” sono tante e difficili da spiegare, c’è voglia di scoprire e allo stesso tempo timore! Cerco di andare con quanta più calma possibile e mi rendo conto che il grosso gruppo iniziale già a pochi km dalla partenza si sta sfaldando ma ad un certo punto questa spaccatura diventa decisamente troppo evidente; qualcosa non va.
Io e le ragazze rimaste iniziamo ad insospettirci e….nulla non abbiamo badato ad una freccia sbagliando così strada ed allungando la giornata di 3km finendo per farne circa 29 totali!
Partiamo bene!
La freccia indicava verso il basso ma al buio non abbiamo badato alla strada, interpretando quella freccia rivolta in giù nel modo sbagliato! In tutto questo siamo tornate indietro per prendere il percorso consigliato e scoprire dopo un pò di km che saremmo comunque tornate su quella strada! Questo interpretare male alcune frecce o non notarle addirittura, non è una cosa così insolita lungo questo viaggio. Ecco perché, soprattutto durante le prime ore del mattino, quando è ancora buio, bisogna prestare maggior attenzione.
Ma perché cambiare strada per poi ritrovarsi di nuovo lì? Capita lungo il percorso che vengano fatte delle deviazioni per evitare di camminare sul ciglio della strada. Così come in alcuni casi vengono consigliate delle opzioni tra l’antica via, che porta a passare tra vecchi paesini e/o sentieri, oppure tagliare lungo la strada principale moderna per accorciare il tragitto; tornando alla fine sempre sulla stessa via. Starà a voi scegliere le tratte da intraprendere.
Inizia a far luce e finalmente ci si gode un pò di più il contesto. Il tempo non è dei migliori ma almeno non piove, il dispiacere di non aver intrapreso la Via Alta si fa sentire. Qualche pascolo che ci guarda stranito e nient’altro! Fin qui la tratta si presenta tranquilla e senza troppe difficoltà!
Nel mentre faccio nuovi incontri, strada facendo un altro gruppo di ragazzi, che M. , F. e B. avevano già conosciuto, ci raggiungono. E’ qui, che senza saperlo, troverò tutte insieme quelle che poi andranno a creare il gruppo di persone con cui condividerò tra i momenti più importanti di questo viaggio! Ci saranno persone con cui ho scambiato semplici momenti, parole, cene, qualche km …ma le lascerò alla loro strada. Tra queste invece ci sono persone che a distanza di tempo sono ancora presenti nella mia vita e questo, ancora, non potevo immaginarlo!
Camminando tutti insieme per un tratto iniziamo ad inoltrarci nella natura, nel mentre ha iniziato a piovere tanto da doversi coprire con i K-way. Arriviamo in un piccolo tratto di bosco incantevole dove notiamo quello che è gesto molto comune lungo il Cammino ma che all’inizio appare insolito. In quella che è una piccola grotta troviamo diversi vestiti abbandonati ma riposti sulle rocce con ordine. Qui qualcuno ha capito che il suo carico era eccessivo ed ha quindi deciso di abbandonare il di più per altri pellegrini a cui potessero servire. Troverete la qualunque: vestiti, scarpe, attrezzatura di vario genere, cibo negli ostelli lasciato per il prossimo e via dicendo!
Una foto di rito in questo punto particolare e si riprende! Il tempo peggiora sempre di più e nel mentre passiamo dalla natura all’asfalto.
Piove, piove senza interruzione, fine e costante per tutto il giorno. Ok devo ammetterlo, abbiamo fatto la scelta giusta!
Ci troviamo così quasi inaspettatamente sul confine. E’ domenica, non c’è nessuno in giro se non pellegrini e solo un cartello ti fa capire in che punto ti trovi e, non da poco, è tutto chiuso!
C’è un legame tra le due zone di confine, tanto che questa zona della Francia, viene definita bassa Navarra. Questo perché la sua origine è legata a quella della Navarra spagnola che insieme, nel Medioevo, facevano parte del Reino de Navarra.
Continua il nostro cammino lungo il ciglio della strada.
Arriviamo nei pressi di Luzaide Valcarlos, dove finalmente troviamo ristoro nell’unico bar incontrato e soprattutto aperto! Non dimenticate questa cosa della domenica perché rischierete di camminare per svariati km senza trovare nulla!
Facciamo occupazione nella veranda di questo posto e qui mi rendo conto che fin da subito le tue abitudini vengono stravolte. Un esempio? Ero convinta di essere una persona che non poteva uscire di casa senza fare colazione, bene lungo il Cammino sono arrivata a percorrere più di 15 km prima di poter fare quella che potevo considerare una colazione!
Non ricordo quanto siamo rimasti, mezz’ora, un’ora, il tempo di rifocillarsi. Ci siamo scaldati un pò, qualcuno ha cambiato i vestiti zuppi e ci siamo conosciuti meglio! Alla fine il tempo non ne voleva sapere di migliorare quindi siamo ripartiti sotto l’acqua.
I km passavano e la fatica iniziava a farsi sentire. Inoltre le mie racchette hanno deciso di rompersi! Non so se per colpa dell’acqua o altro, ma senza racchette non potevo farcela! Si smontavano ogni volta che le sollevavo da terra, ad un certo punto ero così sfinita ed innervosita che avrei voluto lanciarle. Per fortuna non l’ho fatto! Un dolore alle anche ha iniziato ad essere sempre più intenso ed i miei pensieri negativi iniziavano a farsi strada; come sempre non consideravo la realtà dei fatti ma semplicemente che non ero io ad essere all’altezza della situazione.
I primi giorni sono i più duri, ci vogliono circa 10 giorni per far sì che il corpo si abitui, ma è tutto molto soggettivo.
Arriviamo all’ultimo tratto che è quello più faticosa, giustamente il meglio alla fine!
Sento il bisogno di fermarmi spesso per far passare il dolore ma torna appena riprendo a camminare. Vorrei piangere e gridare ma nonostante tutto non ho mai pensato nemmeno una volta di voler mollare.
A quel punto si è completamente immersi nella natura e si sale, si continua a salire fino a raggiungere Passo di Roncisvalle o Puerto de Ibañeta. Qui si dice che Orlando vi morì durante la battaglia di Roncisvalle, inoltre troverete una particolare chiesetta moderna dedicata alla Vergine di Roncisvalle. Dà conforto, come a dire: ok siete arrivati in alto dai che è fatta! Troverete una piccola campana, che veniva suonata per indicare la via ai pellegrini durante le giornata di brutto tempo o nella notte.
Se guarderete anche il video a fine articolo in questo punto sentirete anche la mia voce spezzata. Non mi ricordavo così ed è assurdo come la nostra mente superi il dolore. Faticavo anche a parlare!
Dai che è quasi fatta, continuavo a ripetermi e ad ogni scollino speravo di vedere la Collegiata ma non arrivava. Però sono arrivate le mucche! Ci siamo ritrovati in mezzo ad una mandria che riposava. Abbiamo sbagliato qualcosa? Perché siamo finiti qui in mezzo alle mucche che ci guardano anche male!? Talmente concentrati su queste mucche che non ci siamo resi conto che davanti a noi piano piano appariva lei: la Collegiata! Quasi come un miraggio tra le piante fa capolino questa enorme struttura! Ed io sogno una doccia calda! Sembrerà assurdo ma in quel momento non ho più pensato al dolore! Era ancora presente certo, faticavo a camminare certo, ma vedere la meta mi ha tolto un peso dalla mente da non dargli più attenzione.
E qui viene spontanea una domanda: e quindi sei contenta di aver fatto la Via bassa? In parte sì!
Il dispiacere di non aver goduto del panorama della Via Alta, oggi è ancora presente, ma con il brutto tempo il panorama non c’è quindi tanto ne vale! Inoltre se avessi intrapreso quella via non avrei avuto modo di consolidare certe conoscenze e qui entra in gioco l’aspetto mistico del Cammino che ti porta a vivere determinate situazioni sempre per un motivo! Ho avuto la fortuna di vivere i Pirenei in moto e a piedi, magari un giorno ci tornerò e vivrò questa esperienza mancata! Per chi dice che la Via Bassa è una scorciatoia…be mi vien da dire…beati loro che sono così allenti!
La Collegiata Reale di Roncisvalle è un edificio religioso risalente al ‘400 ed oggi è la Confraternita di Santa María de Roncesvalles ad occuparsi di questo luogo e dei pellegrini che la raggiungono.
Pronti via appena arrivati ci becchiamo un cazziatone!
Siamo corsi verso la prima porta trovata e un addetto all’accoglienza ci ha ripresi perché non era quella la porta d’ingresso ma dovevamo entrare dalla porta esattamente sul lato opposto; scusi cosa cambia sempre qui devo entrare! Va be non facciamo polemiche ed entriamo dalla porta che vogliono loro!
All’ingresso ci viene chiesto di compilare un formulario anonimo per delle loro statistiche. Da qui ci mandano in cassa collocata in uno dei soliti tristi negozi di souvenir presente nei luoghi religiosi; pernotto, cena e colazione €28,00.
Da qui ci viene chiesto di lasciare le scarpe nell’apposita area, dove data la giornata, troviamo anche tantissima carta da giornale da infilare nelle scarpe, un gesto non così scontato. Resta la speranza che si asciughino per tempo!
Con uno dei bigliettini dati in cassa raggiungiamo i nostri posti letto. Per darvi un’idea di quanto sia grande questo luogo vi dico solo che il dormitorio dove eravamo noi era di tre piani con 100 posti letto ognuno! Ogni piano diviso in quattro posti letto a castello ognuno con il proprio armadietto, separati dagli altri con dei divisori per dare una parvenza di privacy (questa parola fa un pò ridere lungo il Cammino!). Il posto è ben gestito e pulito.
Una volta tolte le scarpe e lo zaino mi sento già più rigenerata, il tempo di sistemare letto e oggetti personali e corro in doccia!
Un cambiamento avvenuto lungo il Cammino a seguito del Covid, oltre all’aumento dei prezzi in generale, è la gestione dei luoghi. Ad ogni pellegrino vengono dati dei kit monouso per il letto su cui poi viene riposta la propria roba come il sacco a pelo, rendendo il tutto un pò più igienico. Questo non vale proprio ma vi racconterò ogni cosa a suo tempo!😱
Dopo il cazziatone iniziale poteva non mancare una bella figura di 💩? Chissà perché sul Cammino a lungo andare ci riconoscevano tutti…😅 Arrivo davanti al bagno con F. e sento la voce di M. e B che ci dicono: VENITE VENITE! Ok, non c’è nessuno in giro ed entriamo in doccia….peccato fosse il bagno degli uomini! OPS! Ce ne siamo accorte quando una di noi è uscita e si è trovata davanti un pellegrino!! Proprio a me doveva capitare!? Io aspettato che si liberasse il bagno per scappare! Talmente stanche da non aver notato vicino allo stipite della porta la sagoma dell’omino! Ok questa bella figuraccia me la prendo e me la porto a casa!
Sarà l’inizio di una serie di momento unici! Mi sento felice, anche se sono stanca, lontana da casa da sola come mai prima e in una situazione sconosciuta, sono felice di aver intrapreso questo viaggio. Ma fatico ad approcciarmi agli altri, una parte di me vorrebbe isolarsi e non parlare con nessuno, l’altra mi dice che sono qui per supera anche questo aspetto! Da un lato vorrei essere sola per riuscire a cavarmela con le mie forze ma il Cammino, che in parte decide per te, ha scombinato tutti i piani che avevo in mente rendendo quest’avventura completamente diversa da come me l’aspettavo! Non era ancora il momento di restare da sola!
Mi renderò conto fin da subito che tutto quello che avevo immaginato, programmato, pensato di poter fare…andrà tutto a quel paese! Quindi non programmate troppo perché entrerete come in un Universo parallelo dove ogni cosa non può essere programmata prima del tempo!
Per esempio prima di partire avevo pensato di arrivare a Roncisvalle, partecipare alla messa del Pellegrino e riposare, invece, non solo la messa è stata spostata per il cambio dell’ora ma la Chiesa era chiusa quindi non l’ho nemmeno visitata e non sono nemmeno andata a riposare perché siamo andati tutti al bar a bere una birra! 🤣
Mi aggrego agli altri facendo una cosa per me molto insolita…non mi sono preparata per uscire! Ho volutamente NON portare alcun tipo di make up e quant’altro in questo viaggio per affrontare quella parte di me che per motivi ormai noti è sempre stata particolarmente legata all’aspetto fisico. Niente apparenza…li sei come sei! Ed è bellissimo…nessuno bada all’abbigliamento, trucco, parrucco ed abbigliamento. I vestiti sono sempre gli stessi lavati e rilavati, si esce a mangiare in ciabatte e calzini, i capelli pettinati in qualche modo e la faccia…be basta che sia pulita!
Tra questo momento di relax in compagnia e la cena ho avuto modo di trovare una soluzione per le mie racchette rotte. Dato che “l’ingranaggio” (non so come definirlo) era andato, sono ricorsa all’ultima spiaggia chiedendo, allo scorbutico uomo all’ingresso, del nastro! Be sta di fatto che mi ha risolto un problema! Quel bellissimo nastro per la segnaletica giallo/nero mi ha “aggiustato” le racchette che mi hanno portata fino a Finisterre! Voi direte non potevi ricomprarle? No…non solo non le ho comprate e le ho usate fino alla fine, ma le ho anche riportate a casa e sono ancora come me come un cimelio; perché anche loro come me ce l’hanno fatta!
Arriva l’ora di cena e le persone vengono divise tra due strutture vicine, sarà il biglietto dato sempre dalla gentile signorina alla cassa a dirvi in quale dovrete recarvi! Questo vale anche per la colazione!
Il menù è previsto di due opzioni per portata più acqua e vino. Come primo la scelta era tra minestra e pasta…ma la minestrina non mi andava, errore Deb. Ho rivalutato le minestre in Spagna! Soprattutto dopo quel piatto di pasta che vi mostro qui sotto, a tratti scotta e bruciata! Va be mi sono rifatta con lo spezzatino di secondo che era decisamente migliore! Ci sarebbe stato anche il dolce ma il mio solito problema con il lattosio mi ha fatto optare per la frutta!
Subito dopo cena andiamo a dormire, ero stanca, non vedevo l’ora di sdraiarmi ma per la terza notte di fila…si dorme domani! Uno dei pellegrini vicino a me ha passato tutta la notte a russare e scoreggiare…sì hai letto bene! Volevo ucciderlo! Così come tutti avremmo voluto eliminare colui che a notte fonda ha fatto partire l’allarme aprendo una porta di emergenza. Questo è uno degli aspetti del condividere la notte con molte persone. Non so ho affrontato il giorno successivo con tre notti in bianco alle spalle.
Ore 6.00 la Collegiata accende le luci, ore 7.00 danno la colazione entro le ore 8.00 devono essere tutti fuori! Ma di questa nuova giornata ve ne parlerò nel prossimo articolo!
Si dice che il Cammino si divide in tre fasi:
La prima: quella fisica, di spoliazione. Uno può pensare che è assurdo partire ed affrontare quello che è considerato il tratto più impegnativo. Vien da pensare: ma come, nemmeno il tempo di partire e mi vogliono già far fuori! In realtà di tratti impegnativi non mancheranno fino alla fine, ma avremo imparato ad affrontarli. Questa parte iniziale è quella del dolore fisico, il corpo si ribella a questa nuova vita, e tu pellegrino devi imparare a superarlo.
La seconda: quella psicologica, riflessiva. Dicono sia la parte in cui si va incontro alle Meseta. In realtà ognuno raggiunge le varie fasi semplicemente quando è pronto. Questa fase del Cammino si raggiunge quando si è andati oltre il dolore fisico, che non smetterà di esserci ma imparerete a superarlo, dedicandovi allo spirito e al rapporto con gli altri. Qui se ne vedono delle belle!
La terza: quella della rinascita o il cammino meditativo. Qui ciò che ci succede dentro ha la priorità. Siamo e stiamo cambiando, siamo e stiamo diventando più consapevoli. Ci circondiamo di pochi e godiamo del mondo che ci circonda rivolgendoci ad esso con uno sguardo diverso.
Grazie per aver letto questo articolo, per qualsiasi chiarimento io sono qui!
A presto,
Deb!