Cos’è il Cammino di Finisterre e Muxía
Il Cammino di Finisterre e Muxía non è un Cammino jacobeo, ecco perché questa seconda parte di viaggio possiamo considerarla a sé, dove Santiago è un punto di partenza.
Ancora oggi, nonostante il Cammino abbia avuto un aumento notevole di pellegrini, sono in pochi coloro che decidono di proseguire per questo tratto.
Dal mio personale punto di vista non l’ho vissuto come una seconda parte di viaggio, se hai seguito la mia avventura saprai infatti che Santiago per me non è stato un punto di arrivo ma di passaggio perché sono partita da Saint-Jean-Pied-de-Port proprio con l’intento di arrivare all’oceano.
E’ vero però che ho incontrato davvero pochissime persone in questa parte di viaggio.
Considerando anche il fatto che era ormai novembre, dove l’affluenza di persone è minore già nel tratto francese, figuriamoci qui!
Questa via vede le sue origini in epoca pre-cristiana quando Finis Terrae, oggi Finisterre, e Muxía facevano parte di quel lembo di terra del mondo conosciuto, fino alla scoperta dell’America!
Questo luogo veniva battuto dai pellegrini anche per raccogliere personalmente le famose conchiglie di capesante a testimonianza di essere arrivati fin qui.
La nomina di “Costa da Morte” deriva dal fatto che qui il sole va a morire (tramonta) ma con il tempo è stata utilizzata anche per indicare la pericolosità di questo luogo. Si sono verificati nel corso del tempo diversi incidenti legati sia a naufragi che decessi dovuti a pellegrini che volendo “omaggiare” il loro arrivo si sono immersi in queste acque rimanendo in balia della forti correnti.
Questo voler raggiungere l’oceano come forma di chiusura, veniva considerato un atto pagano dalla Chiesa, tanto che nel corso del tempo furono costruite delle strutture per portare, anche qui, il cristianesimo. Troviamo a Finisterre il Santuario del Santo Cristo ed a Muxía quello della Virxe da Barca.
Si tratta di 120 km divisi in quattro giorni attraverso la Galicia.
Non c’è un senso preciso per questa parte di Cammino, c’è chi preferisce raggiungere prima Finisterre e chi Muxía, così come c’è chi vuole raggiungere solo una delle due mete.
Nel mio caso ero partita con l’intento di avere come tappa finale Finisterre passando per Muxía e poi fare rientro in pullman mentre c’è chi percorre un intero giro ad anello a piedi.
Consiglio questa esperienza di viaggio anche solo per chi ha voglia di vivere una settimana zaino in spalla nella natura galiziana! Ci si trova a scoprire contesti davvero pazzeschi camminando la dove solo chi ha un fuoristrada ed è della zona vi si addentra.
Si percorrono campi agricoli, colline e boschi nel silenzio totale, in compagnia talvolta di animali al pascolo!
Le famose frecce gialle e le conche sono ben presenti a segnalare meticolosamente il percorso.
Proseguendo si inizierà a scorgere in lontananza l’oceano e il profumo della salsedine che continueranno ad andare e venire a causa dei sali scendi che, per fortuna, non saranno più duri come quelli del cammino francese!
Anche se devo ammetterlo, con tutti i chilometri che avevo alle spalle, si facevano comunque sentire a fine giornata!
Si parte da Santiago percorrendo i primi, circa, 60km lungo una strada comune sia per Finisterre che Muxía, fino ad arrivare ad un caratteristico bivio dove dovrai decidere da che parte andare!
Attenzione alle scorte, i centri abitati e quindi anche bar e supporti di vario genere, sono pochissimi.
Adesso però abbandono la parte teorica e vi porto nella mia esperienza in questo tratto di Cammino!
Tappa 1: Santiago – Negreira 29,5 km
La sveglia suona alle 6:30.
Non troppo presto, visto che sono sola non voglio muovermi con il buio, e poi onestamente ho sonno quindi faccio finta di non sentirla, la spengo e mi giro dall’altra parte 😅
Fino alle 07:00 poi mi arrendo e mi alzo!
Lo zaino è già pronto, mi vesto e faccio colazione.
Saluto M.! Oggi le nostre strade prenderanno direzioni opposte, io proseguo il mio viaggio mentre lei farà ritorno a casa. Sarà strano non condividere con lei tutto questo.
Però ho un nuovo compagno di viaggio!
Si chiama Teru bōzu!
Se sei un appassionato di Giappone saprai di cosa si tratta! E’ un amuleto del folklore giapponese il cui scopo è quello di allontanare il maltempo, un ragazzo me lo ha fatto conoscere a Santiago e ho deciso di crearne uno per me. Diciamo che ha funzionato ma non troppo qualche pioggerellina il giorno della partenza me l’ha fatta prendere comunque! Ma l’ho perdonato perché il mal tempo l’ho trovato solo in un’occasione, doveva solo entrare nella parte!
Per uscire dalla città utilizzo il navigatore del telefono con le indicazioni date dalle guide del Cammino, così da non sbagliare, anche se le frecce non tardano ad arrivare.
La tappa per Negreira non è nemmeno così lunga e impegnativa, sono circa 22 km.
Una volta lasciata la città si entra subito in piena campagna per poi percorrere dei sentieri che si districano tra i boschi con il loro profumo di eucalipto e delle bellissime querce. Perdersi nei propri pensieri o semplicemente godendosi il paesaggio ti porta in un attimo a raggiungere la meta.
Attraverso piccoli abitati fino a salire all’Alto de Mar de Ovellas dove un importante ponte medievale, di nome Puente Maceira sul río Tambre, si presenta subito maestoso. Un significativo punto di comunicazione tra Santiago e Finisterre.
Sono le 13:00 quando arrivo a Negreira dove ho intenzione di fermarmi. Non voglio rischiare di trovarmi da sola per boschi con il buio o non trovare un posto dove dormire. Quindi decido di “limitarmi” a rispettare le tappe canoniche.
Ma ancora una volta questo viaggio mi ricorda che programmare troppo non serve a nulla quindi…
L’albergue che avevo puntato è chiuso!
Sono obbligata a proseguire! Proprio come avevo prestabilito!
Cerco una struttura aperta e prenoto, così proseguo per altri 7 km arrivando intorno alle 16:30.
Pensa lo sbattimento prima di Internet!
Alloggio all’ Albergue Alto da Pena, aperto ai soli pellegrini.
Appare così tra le fresche frasche della natura galiziana!
Dopo una bella salita sotto una pioggia tipica della zona, mi ritrovo lungo questo sentiero che mi porta a quello che sembra l’orto di una casa privata!
Noto altre persone e controllando con il navigatore ho la conferma che mi trovo nel posto giusto! Le foto su internet combaciano quindi… ok non sto entrando in casa di qualcuno!
La struttura si divide in due parti, la zona bar e ristorante dove mi fermo per fare tutte le solite registrazioni per poi uscire e raggiungere la parte dedicata alle camere. E qui vedo l’ingresso principale della struttura raggiungibile con strada asfaltata…adesso sì che si capisce che è una struttura!
Vengo accompagnata in quella che sarà la mia stanza e dove una volta entrata, sorpresa!
Trovo M. ed L. due ragazze con cui avevo già trascorso dei momenti lungo il cammino francese ma con cui non avevo mai avuto modo di legare.
Insieme a loro condivido la stanza con un altro ragazzo che vedrò solo in quell’occasione! Chissà che fine ha fatto!
Le camere sono molto basiche con letti a castello in ferro, una finestra, alcuni sono fortunati e hanno un balconcino e… basta! Alla fine cosa serve di più?
I bagni esterni alla camera sono praticamente dei bagni di casa! Tipiche piastrelle di qualche anno fa con una vasca usata anche come doccia, un lavandino in ceramica molto anni ’80/’90, wc e si fa la coda aspettando il proprio turno!
L’acqua è bollente ed è confortante dopo la classica giornata di cammino sotto la pioggia!
Ritorno in camera per sistemare le mie cose e prepararmi per il giorno a seguire per poi riposare e scrivere il mio diario in attesa dell’ora di cena.
Raggiungiamo la zona bar della struttura e nel mentre arriva il proprietario a cavallo! Ebbene sì…organizzano uscite a cavallo, quindi qual ora vi dovesse piacere l’idea… sapete che struttura raggiungere!
Da qui veniamo accompagnati in una zona isolata dal resto del contesto!
Vi si accede attraverso al classica porta delle stalle per cavalli a doppia apertura, et voilà!
Una bellissima stanza con le pareti in sasso, l’arredo in legno che ricorda uno chalet di montagna e una stufa a legna che rende l’ambiente accogliente.
Siamo una bella tavolata di pellegrini affamati provenienti da un pò ovunque che condividono le loro esperienze di viaggio!
Il personale è molto gentile e la cena era davvero ottima ed abbondante! Con 10€ abbiamo mangiato una minestra di lenticchie, verdure e chorizo, a seguire pasta al ragù (sì non era la nostra pasta al ragù ma devo essere onesta non era affatto male! Mi starò abituando!), torta fatta in casa, pane, acqua e vino a volontà.
Passiamo così una bella cena conviviale che ad un certo punto viene interrotta dalla stanchezza generale.
Domani la tappa è decisamente più lunga, quindi siamo tutti d’accordo sul dover andare a dormire!
A domani!
Tappa 2: Negreira – Logoso 29,3 km
La notte passa tranquilla, mi sveglio alle 06:30, quando sento gli altri muoversi, ma avendo già preparato tutto la sera prima decido di oziare ancora un pò tanto la colazione è prevista per le 07:30!
Poco dopo le otto sono in partenza godendomi una bellissima alba.
Cammino tra brevi tratti di asfalto che portano a piccoli villaggi, che per lo più trovo con poco movimento, per passare in un attimo ai boschi meravigliosi di questa zona.
E’ un’altra tappa in cui bisogna semplicemente godersi la natura circostante e lasciare che tutto scorra.
In solitudine diventa una meditazione camminata!
Si attraversa un contesto noto per la produzione di cappelli femminili in paglia (così.. se volete portarvi a casa un souvenir!) e per l’architettura popolare.
I famosi hórreos non mancano mai qui!
Tanto che affascinata mi trovo spesso a fermarmi ad ammirarne alcuni che sono veramente giganti!
Ne avevo parlato in un post su Instagram ma non avevo accennato di queste affascinanti strutture in uno di questi articoli.
Gli hórreos non sono una variante spagnola di quei famosi biscottini ma si tratta di granai rialzati in pietra o legno.
Il loro scopo è quello di proteggere il contenuto dall’umidità e dagli animali.
Ce ne sono di diverse grandezze, da piccini e tanto teneri ad alcuni che sono così grandi da mettere soggezione.
Non so a voi ma a me danno un’idea un pò gotica che in una giornata di pioggia e nebbia sarebbero perfetti per dei film horror!
E’ importante ricordarsi di partire con tutte le opportune scorte per la giornata perché non si incontrerà granché! Ecco perché ne approfitto per fermarmi in un bar lungo una statale giusto per fare una pausa caffè. Durante questa sosta assisto alla conversazione tra il barista e un cliente. Non ho potuto fare a meno di registrarne un pezzetto perché il gallego stretto è come l’arabo!
Spero, per chi comprende quello che sta dicendo questo signore, non ci siano parolacce!
Riprendo il mio viaggio con difficoltà, oggi le gambe sono veramente pesanti e questo mi rende molto lenta.
Arrivo a Logoso che è quasi sera, stremata…ma non senza aver fatto le opportune amicizie strada facendo.
Alloggio all’ Albergue O Logoso – Dumbría un posto molto carino con un personale accogliente. La ragazza dell’accettazione mi fa presente ha la possibilità, per questa notte, di fare una stanza per sole ragazze! Entro in camera e chi trovo?!
Esatto M. e L. !
A farlo apposta non ci si riusciva!
Mi sistemo in una piccola ma graziosa camera con pareti in sasso e due letti a castello. Forse un pò scomodi i bagni ma più che scomodi direi con poca privacy perché non dotati di una porta che isola la zona bagni da tutto il resto e così ad un certo punto in tre eravamo con le lacrime agli occhi perché mentre eravamo in camera sentivamo tutti gli stenti del poveraccio che era nel bagno poco distante da lì! Che brutte persone che siamo ma era talmente imbarazzante da non poter evitare una bella risata!
Mi sistemo e porto i panni a lavare dato che qui se ne occupa il personale che gentilmente ci riporta i panni puliti ed asciugati in camera divisi in tre catini differenti. 😍
A questo punto mi concedo una pausa birretta al bar dell’albergue, non enorme ma molto accogliente. Luogo dove farò colazione l’indomani!
Per cena mi unisco alle ragazze, rimaniamo in albergue anche perché fuori non c’è nulla se non boschi!
Abbiamo modo di conoscerci meglio, di parlare un pò di noi e scoprire cosa ci ha portate qui.
Una lombarda, una toscana e una siciliana..no non è una barzelletta!
Una gran bella serata fatta di risate, confronti e lacrime date da tante emozioni condivise! Ma siamo tutte e tre davvero stanche e alle 21:30 ci mettiamo in ritirata.
Almeno per loro perché io all’una di notte spalanco gli occhi per i crampi alle gambe e basta…fine del sonno.
Purtroppo non ricordo quanto ho speso per colazione, cena e pernotto ma era una cifra nella media, nonostante siano luoghi isolati non se ne approfittano.
Tappa 3: Logoso – Muxía 28,7km
Sono le 07:00 e siamo tutte e tre pronte per partire!
Faremo poca strada insieme perché oggi si arriva al famoso bivio dove saluterò M. ed L. che si dirigono verso Finisterre mentre io prendo la strada per Muxía tutta completamente in solitudine.
Non incontrerò nessun pellegrino per tutto il giorno.
Saranno 28 chilometri difficili per i dolori e la mancanza di riposo ma il contesto è davvero impagabile!
Tutto un sali scendi per boschi, paesi e campi.
Mi godo il profumo di eucalipto che tanto mi mancherà.
In queste tratte si sale fino a camminare ai piedi di enormi pale eoliche, non chiedetemi perché ma mi piacciono un sacco!
E come sempre le indicazioni non mancano!
La giornata è molto calda e anche in questa tratta gli appoggi da parte di bar ed altre strutture è molto rara quindi appena ne trovo uno ne approfitto per una piccola pausa e per fare delle piccole scorte.
Arrivo in un bar dove non capisco se sono ben accetta o meno, un signore anziano fa da guardia all’ingresso e mi guarda imbronciato, all’interno mi vengono riservate giusto poche parole a dovere ma in questo caso penso sia più per una questione di comprensione perché il ragazzo all’interno non mi nega un sorriso.
Capisco comunque che è anche un loro modo di essere a cui ormai dopo più di un mese mi sono abituata!
Sorrido nel vedere l’accoglienza fatta all’ingresso da un avviso molto semplice e diretto.
A circa 10km dalla fine perdo le segnalazioni, finisco per campi. Ma porcaccia…avevo appena finito di dire che qui le segnalazioni non mancano!
Non so dove sono ma non mi preoccupo perché la direzione da prendere in questo caso non è difficile da capire. Quello che mi preoccupa è di quanto possa allungare la tratta in questo modo.
Decido di spostarmi sulla strada principale finché in qualche modo non mi ritrovo e dopo circa 2 km ecco una freccia!
In lontananza l’oceano, stupendo!
Passo dopo passo mi avvicino sempre di più alla costa fino ad arrivare a Muxía, cammino lungo la spiaggia e mi sembra un sogno!
I suoni, i colori e i profumi…tutto un altro contesto…tutto così pazzesco.
Decido di andare subito in ostello, visto che non è tardi, così da alleggerirmi e poi uscire di nuovo.
Raggiungo l’ Albergue Muxía che sembra chiuso! Ma avevo una prenotazione quindi cerco di capire se c’è un altro ingresso o qualche campanello. Trovo un numero di telefono da chiamare per avvisare del mio arrivo e attendo!
Vista la poca affluenza ho carta bianca quindi mi sistemo dove meglio credo nella camerata che tiene quasi cinquanta posti letto a castello.
Procedo con la mia solita prassi nel sistemare tutte le mie cose anche per l’indomani e mi godo una bella doccia calda con i bagni tutti per me! C’è un un phon, che non è così scontato da trovare! E non è il mini phon da viaggio che M. mi aveva regalato strada facendo!
Povero piccolo phon abusato da tutti fin dal primo giorno! Ricordo ancora quando qualcuno a Roncisvalle vagamdo chiedeva se qualcuno avesse un phon ed è comparso lui…M. lo ha rivisto dopo ore! Come ha fatto a non fondersi non si sa!
Inoltre a subito giorni e giorni di frustrazione nel dover asciugare i miei capelli, tanto che delle volte si surriscaldava si spegneva e dovevo aspettare che riprendesse vita!
Gli spazi sono grandi e puliti, inoltre viene fornito un codice per aprire la porta di ingresso così da non essere limitati con gli orari. C’è una cucina attrezzata che mi verrà utile sia per la cena che per la colazione!
Ci sono diversi armadietti dove ripongo un pò di cose prima di uscire e una volta alleggerito il carico raggiungo l’oceano.
Mi avvicino alla costa e mi rendo conto di essere l’unica pellegrina, pazzesco come si diventa facilmente riconoscibili! Le persone ti guardano con un misto di curiosità e amore, come per cercare di capire cosa stai vivendo!
Eccomi qui alla Costa da Morte dove ho modo di vedere il Faro de Mugía. Non so tu che stai leggendo ma io ho una passione per i fari, mi affascinano, in qualche modo mi fanno sognare.
Questo non è bellissimo esteticamente ne così imponente rispetto a svariati fari famosi nel mondo ma…ha comunque la magia del luogo. Così decido di camminare sugli scogli fino a potermi sedere alla base di questa meraviglia e godermi un pò in solitudine le onde che si infrangono davanti a me.
Da qui mi sposto ad ammirare un monumento chiamato “Pedra da Ferida” (pietra della ferita). Davanti a cui si trova la pietra riportante il km “0” di Muxía.
Questo monumento è stato eretto per ricordare uno dei più grandi disastri ambientali in Europa, causato dall’affondamento della petroliera Prestige nell’oceano Atlantico il 13 novembre 2002, e che trasportava 77mila tonnellate di combustibile che colpirono circa 3mila km di coste.
Si tratta di un enorme blocco in granito alto undici metri e pesante circa 400 tonnellate.
Attraverso la fessura si vede l’oceano a simboleggiare una ferita aperta da quando le coste galiziane furono macchiate di nero dal petrolio arrivato dopo il naufragio della vecchia petroliera.
Poco distante dal monumento non si può non notare la “Pedra dos Cadris” chiamata anche “Piedra de los riñones” (Pietra dei reni) per la sua forma e perché le vengono attribuite proprietà curative.
Si ritiene che passando nove volte sotto di essa, vengono curate le malattie renali, mal di schiena e mal di testa.
Io sarò sincera ci sono passata solo una volta perché un pò mi vergognavo! Molte persone non conoscono questa usanza e ti guardano come se fossi impazzito!
E poi c’è lei… la Pedra de Abalar. La sua circonferenza è di 30m e di spessore fra i 15 ed i 30cm.
Leggenda narra che sia lo scafo che ha portato a Muxía la Madonna.
Si dice che si muova secondo la sua volontà, o in arrivo di eventi funesti, e che solo chi è puro d’animo riesce a far muovere la pietra e farle produrre un suono vibrante. E niente qui non ci ho nemmeno provato!
E poi lui…. il “Santuario da Virxe da Barca“.
Rivolto verso l’oceano, a due passi dall’acqua, così modesto eppure così suggestivo.
E chiuso!
Nulla l’ho ammirato da fuori!
Quello che vediamo ora non è l’originale perché purtroppo è stato distrutto da un incendio scoppiato da un fulmine il 25 dicembre 2013.
Quello originale era un santuario celtico precristiano.
Secondo la leggenda, è qui che la Vergine Maria sbarcò su una barca di pietra (appunto la “Pedra de Abalar”) per aiutare San Giacomo a convertire le persone al cristianesimo.
Mi godo il contesto fino al calare del sole, non posso lasciarmi scappare questo tramonto!
Prima di fare rientro in albergue gironzolo un pò per Muxía, mi fermo in un bar/ristorante pieno di locals e in una solitudine che da più fastidio a chi mi circonda che a me mi godo un aperitivo!
Nel rientro in albergue trovo un market e ne approfitto per prendere qualcosa da mangiare per cena e colazione. Ormai e preferisco rientrare, finalmente trovo un pò di movimento!
Arrivo in albergue e ci sono altri pellegrini intenti a chiacchierare con l’ospitalero.
Giusto qualche momento di condivisione, l’occasione per farmi rilasciare la Muxiana, che vi mostro nell’articolo dedicato al mio arrivo a Santiago dove parlo di tutta la documentazione in merito al Cammino!
Raggiungo il mio letto per scrivere il mio diario e guardare un film prima di provare a dormire, speriamo bene!
Tappa 4: Muxía – Finisterre 37,6 km
Dopo un’altra notte non proprio tranquilla, decido di muovermi con 30 min. di anticipo così da prendermela con calma viste le difficoltà.
Faccio colazione insieme agli altri e mi avvio.
Completamente sola, io mi chiedo dove sparisca la gente quando esce dalle strutture! Sono tutti ologrammi?!
Poco importa voglio godermi quello che mi circonda con il suono della natura, mi godo un’alba nella zona del porto che lascia senza parole. I gabbiano se la cantano e il suono dell’oceano gli risponde.
Mentre lascio Muxía camminando sulla strada asfaltata e penso che oggi sarà l’ultimo giorno di cammino; la vedo emotivamente impegnativa!
Ho dei piccoli attacchi d’ansia al pensiero che tutto questo è giunto alla fine ma allo stesso tempo sono colma di gioia per esserci riuscita, da sola!
Passo vicino alla spiaggia di Lourido che tutto fa venir voglia tranne che di iniziare a camminare per tutto il giorno!
Più mi allontano più il contesto cambia, lascio l’oceano, che rimane sempre in lontananza, per salire e tornare ad essere circondata dal verde. Ci sono tratti di forte pendenza, campi e boschi si alternano e di nuovo non incontro nessuno! Solo una coppia di ragazzi lungo tutto il tragitto che andavano nel senso opposto.
Questa tappa viene definita quella più selvaggia e affascinante e non hanno tutti i torti!
Ogni tanto qualche piccolo paese che sembra deserto.
E’ domenica e anche in questa zona della Spagna non ci si sogna minimamente di trovare movimento durante questa giornata!
Proprio per questo ho dovuto rinunciare alla Fisterrana. Da un lato mi dispiace perché avevo collezionato tutti i documenti possibili da SJPDP ad oggi, dall’altro gli do poca importanza perché non è quello che fa il Cammino, mi accontento del mio timbro con il km 0 di Finisterre!
Parto piuttosto carica, ho abbastanza scorte di cibo per arrivare tranquillamente alla meta, i soliti dolori li sto gestendo piuttosto bene, ma dopo 20 km la necessità di un bagno inizia a farsi sentire.
Mi guardo intorno ed è tutto bosco. Potrei inoltrarmi un pò e nascondermi dietro un albero…ma non è abbastanza fitto…mi sento a disagio!
Con la fortuna che ho non è passato nessuno finora ma appena mi calo le braghe arriva un pullman di gente!
Decido di proseguire così fino al 23esimo chilometro dove trovo quella che viene chiamata “oasi per pellegrini“.
Una casetta adibita a punto di appoggio per viaggiatori dove trovare riparo, riposo e cibo. Tutto ad offerta, scambio o gratuitamente per coloro che non hanno supporto economico.
Non c’è ovviamente l’ombra di un pellegrino ma vengo accolta da un soggetto molto alternativo, vestito con un camice bianco coperto di vernice, un pittore che in quel momento lavorava nell’orto, eccentrico come il contesto che mi circonda!
Gli chiedo se c’è possibilità di utilizzare il bagno e ridendo, in spagnolo, mi risponde “Certo!” poi guarda fuori, indica il campo dietro la struttura e continua “il campo è il bagno!”.
Sì certo non la faccio nel bosco da sola e vado a farla nell’orto con te che mi guardi! 🤭
Lo ringrazio e ridendo tra me e me proseguo…aspettando di tornare nel bosco!
Si giunge così a Lires l’ultimo posto dove è possibile fare scorte perché da qui e Finisterre c’è solo natura.
Quando il mare inizierà a comparire anche alla vostra sinistra significa che siete ormai arrivati.
Le gambe sono di legno, i piedi gonfi e bruciano…è il 7 di novembre e fa un caldo esagerato!
Tra una pianta e l’altra in lontananza si fa largo un panorama stupendo fatto di un cielo azzurro che finisce nel blu dell’oceano e lunghe spiagge bianche.
Sono gli ultimi dieci km, sono stremata, vado avanti cercando di convincermi che manca poco, mi devo spronare in continuazione.
Sono così evidentemente a pezzi che ad un certo punto alle porte di Finisterre un signore uscendo di casa mi guarda e mi incoraggia pure lui a non mollare dicendomi: !dai che sei arrivata, coraggio! Mancano solo due km”.
Solo 2 km… in quel momento mi è sembrata una presa in giro!
Sembrano infiniti… 900 e qualcosa km e questi piccoli ultimi due km finali sembrano così lunghi e pesanti più di tutti quello fatti finora.
Gli ultimi due continuo a ripetermi.
Volendo essere precisi non è nemmeno questo il punto più ad ovest d’Europa.
Isole escluse, geograficamente si trova in Portogallo, a Cabo da Roca, dove ovviamente c’è un fare pazzesco 🤣
Ti riporto una foto di repertorio di quando ormai tantissimi anni fa sono stata in questo posto che ti consiglio!
Decido di andare prima in albergue, abbandonare lo zaino, farmi una doccia, togliermi le scarpe e poi raggiungere la costa in ciabatte con addosso il meno possibile. Ho bisogno di alleggerirmi.
Arrivo all’ Albergue Mar de Fora che durante il periodo estivo non deve essere niente male visto che c’è anche la piscina e la possibilità di grigliare.
In sostanza è una villetta trasformata in albergue!
Diverse stanze con letti a castello, singoli o matrimoniali, bagni e una cucina attrezzata.
Faccio le solite registrazioni e raggiungo la mia camera dove trovo altre persone. Sono tutti impegnati a farsi i fatti loro, credo fosse proprio un gruppo di amici in viaggio.
Mi considerano poco ma onestamente meglio così, non voglio fare troppo tardi per il tramonto quindi mi sistemo, mi lavo, chiudo tutto nell’armadietto fornito di chiave e sono pronta per fare altri 3 km per arrivare alla costa!
Camminare così è tutta un’altra cosa, non dico di non avere più dolori ma sembro un’altra persona!
Più mi avvicino al faro e più il numero di turisti aumenta, c’è la coda di auto e moto sulla strada asfaltata, e un via vai di persone a piedi sul ciglio della strada, non mi aspettavo tutta questa affluenza in questo periodo dell’anno! Ma in questo punto credo non manchino mai!
Nel mentre mi godo il contesto che non è affatto male!
Poi in lontananza lo vedo.
Mi prende un nodo alla gola, gli occhi bruciano ma non voglio piangere!
Mi fermo a godermi il momento.
Cerco di assaporare ogni istante così da poterlo chiudere dentro di me e custodirlo per sempre!
Sono davanti al sasso che segna il km zero, dietro di lui il faro e poi l’oceano.
Sono qui! Ma è vero?!
Obbligatoria la foto!
Nel mentre arriva una conoscenza fatta lungo il cammino che vedendomi scoppia in un pianto liberatorio!
Mi abbraccia e mi guarda con un sorriso immenso per poi esclamare in inglese: “Ce l’abbiamo fatta!”
Solo chi ha compiuto un esperienza così può capire quanto può significare questa frase!
I turisti ci guardando emozionati, qualcuno ci fa delle foto!
Da qui mi sposto sul retro del faro per godermi il tramonto.
36 giorni di viaggio e, nonostante i dolori ovunque, in termini di tempo mi sembra di essere partita ieri!
Il tempo è volato e i km scivolati sotto i piedi.
Ho conosciuto persone, visto luoghi meravigliosi, camminato sotto un sole cocente, sotto l’acqua inarrestabile, sotto lo zero e per fortuna ho schivato la neve!
E tutto è successo così velocemente che è quasi sembrato un sogno.
Prendo posto tra gli scogli cercando per quanto possibile un luogo appartato.
Mi siedo e aspetto…godendomi ogni secondo.
Appena il sole inizia a calare davanti a me tutto prende un colore sempre più rosso, il cielo pare infuocato!
E’ una cosa mai vista!
Prendo consapevolezza del fatto che sta calando il sipario su un viaggio unico, qualcosa che non si ripeterà mai. La prima volta di qualcosa è sempre un momento irripetibile.
Scoppio in un pianto che racchiude tutte le emozioni di quello che ho vissuto. Non riesco più a trattenermi, me ne frego di tutti quelli che mi circondano!
Sto piangendo ancora per l’emozione mentre scrivo queste parole ricordando quel momento!
Penso al fatto che erano davvero tanti anni che volevo vivere questa esperienza ma non ero in grado di farlo, prima per l’anoressia e poi perché non credevo di poterne essere in grado.
Penso che alla fine sono partita, da sola, e ce l’ho fatta tra gioie e dolori.
Penso alle persone incontrate, ai luoghi visti, alle giornate vissute al fatto che prima mi sarei estraniata da tutto questo, rimanendo nell’angolo in silenzio guardando gli altri viverle. Mentre qui mi sono lanciata nel mezzo del vortice e per una volta nella mia vita mi dico che sono fiera di me!
Penso a papà…a quanto vorrei fosse ancora qui per condividere tanta gioia. Lui ha sempre compreso questa mia voglia di andare per il mondo.
Penso al mio compagno e al fatto che se non fosse stato per lui non sarei, forse, mai partita!
Ringrazio quel giorno in cui mi ha detto compra quei biglietti e parti!
Ancora una volta mi ha aiutata a cambiare tutto!
Resto lì a far scorrere i pensieri mentre il sole muore.
Quante volte questo Sole è magnificamente tramontato per un numero infinito di pellegrini nel corso della storia!?
Rimango lì finché arriva il buio!
Poi faccio una cosa che non si dovrebbe fare… 🫣
Tradizione vuole che un pellegrino giunto alla fine del suo cammino bruci qualcosa che ha fatto parte del viaggio.
Oggi questa pratica è vietata per il rischio incendi grazie a color che nel tempo non hanno avuto criterio nel fare le cose. Un tempo era usanza bruciare un indumento, un oggetto portato con sé fin dall’inizio. Oggi i vestiti sono per lo più fatti di fibre sintetiche quindi non è decisamente il caso di bruciarli.
Ho voluto rischiare la multa ed ho sacrificato un foglio della guida che mi ero creata per questo viaggio!
Una guida personale con tutte le tappe che mi ero prefissata di fare, cose da vedere, posti dove dormire, mangiare ecc.
Ma una cosa che il Cammino mi ha insegnato è l’imprevedibilità!
Abituata a programmare ogni singolo istante dei miei viaggi sono partita con la stessa idea e come ho sempre raccontato fin dal primo giorno, tutto è stato scombinato fin dall’inizio!
Così la mia bella guida non mi è mai servita a nulla!
La mia mania del controllo legata anche ai disturbi alimentari è un qualcosa che ho sempre fatto molta fatica ad abbandonare…qui l’ho dovuto fare!
Così mi metto tra gli scogli con il mio foglio in mano, ringrazio e sorrido per l’ironia della cosa, per tutto il vissuto, e saluto la mia compagna di viaggio abbandonando anche una parte di me.
A questo punto devo fare rientro ripercorrendo i 3 km fatti per arrivare qui. Peccato che non c’è nemmeno un lampione, si cammina alternando un piccolo sentiero al di la del guardrail, a tratti esposti sul ciglio della strada con le macchine che ti passano a pelo.
Sfrutto la torcia del telefono quanto meno per farmi vedere!
Prima di fare rientro in albergue voglio raggiungere un posto molto famoso a Finisterre, devo anche cenare quindi ne approfitto per unire le due cose.
Si tratta del bar “A Galería Bibliotaberna”, un luogo molto frequentato sia dai locals che dai turisti. Durante il giorno si ha modo di godere di una bellissima vista sul porto mentre quando fa buio, come nel mio caso, ci si gode il particolare interno!
Cosa rende questo posto magico?
Be tutto quello che c’è esposto al suo interno!
Una marea di oggetti provenienti da ogni dove e che fanno parte di una collezione di ricordi del proprietario che va avanti da 20anni!
Prendo posto e mi godo un panino con una birretta circondata da pochissime altre persone, decisamente del luogo vista la confidenza che hanno con il posto. Cinque di questi sono intenti in un appassionata partita a carte! Non capisco una parola di quello che dicono ma sono divertenti da guardare!
Sono veramente stanca sia fisicamente che emotivamente, è l’ultima sera qui ma decido comunque alle 22:00 di andare a dormire, tanto fuori è completamente buio e di girare sola non me la sento.
Inoltre il mio viaggio deve ancora continuare, sì non è finita qui!
Essendo arrivata prima del tempo prefissato ho ancora diversi giorni liberi, così ho deciso di anticipare il volo di rientro, ho comunque tre giorni di vagabondaggio!
Quindi raggiungerò A Coruña!
Ma questa è un’altra storia!
Che strano non dover più raccontare di questa avventura! Ci ho messo un pò lo so, scusami!
Spero davvero che tutto questo possa essere di aiuto.
L’ho condiviso perché così rimarrà un bellissimo ricordo per me e perché nel mio piccolo possa aiutare chi (come ho fatto io prima di partire) va cercando informazioni, racconti, esperienze in merito a questa avventura. Una parte di me spera di poter dare quel pizzico di coraggio a chi ha il timore di prendere lo zaino e partire proprio come me a suo tempo.
Quando si crede di non esserne in grado.
Non farlo…parti!
Il Cammino non fa miracoli ma ci mette del suo!
Sono rientrata cosciente di avere molta più forza e grinta di quello che credevo. Così come mi ha messa davanti a dei difetti su cui poi ho deciso di lavorare.
Mi ha spronata ad intraprendere qualcosa di nuovo, quindi sì il Cammino fa fare un bel lavoro su di sé ma per me è un lavoro che iniziato quando si tornata a casa! Ti cambia se tu sei disposto a farlo.
E’ stato l’ultimo viaggio di questo tipo? No assolutamente!
Anzi sono rientrata già con l’idea di un paio di avventure simili in testa. Ma ci vorrà del tempo prima di realizzarle.. serve un certo budget!
Per ora resto a disposizione per qualsiasi domanda, chiarimenti o altro.
Potrai contattarmi attraverso i commenti o gli altri canali messi a disposizione alla fine di ogni articolo.
Grazie per aver seguito la mia avventura!
A presto,
Deb!
Non sono esperta di cammini, ma non credevo che ci fosse una prosecuzione a quello di Santiago. La tua descrizione di questa zona mi ha colpita. Conoscere l’origine del nome Finisterre e le altre curiosità legate al passaggio dei pellegrini e al loro arrivo dinanzi all’oceano mi ha molto emozionato.
Ti ringrazio Lisa!!! E’ un tratto molto suggestivo che consiglio a molti!
Seguo con molto interesse il tuo cammino, una di quelle cose che la mia testa vorrebbe fare ma il mio fisico ne è spaventato… Grazie a questo tuo “diario” sto scoprendo molte cose e informazioni, chissà che un giorno mi convinco!
Spero di poter leggere la tua esperienza un giorno!🤗
Come mi è già successo in passato, leggere diari di cammino come il tuo mi appassiona terribilmente. Non ne ho mai affrontato uno, e non credo che mi cimenterò mai in un impresa simile (sono estremamente conscia dei miei limiti). Ma trovo estremamente umano ed emozionate quello che scrivi anche solo nelle piccole cose. Complimenti davvero per ciò che hai portato a termine.
Gratitudine immensa per le tue parole!🙏
Complimenti per l’articolo meraviglioso ma soprattutto per tutti questi km macinati! Mi piacerebbe molto provare un’esperienza simile 😍
Grazie di cuore!!! Ti auguro di poter realizza questo desiderio!
Avevo già sentito parlare di questo cammino perché tra i miei conoscenti c’è un impavido che lo ha già intrapreso con successo. Grandissima Deb, non ti fermi mai!
Grazie di cuore!!!
Che storia, ragazza mia! E che strada, quanta ne hai percorsa con le tue sole forze, del corpo e dell’anima. Non posso che ammirare tutto questo, e un po’ invidiarlo. Non so se ce la farei, anche se amo molto camminare!
Ti ringrazio davvero🙏 sono sicura ne saresti capace! 🤗
Complimenti per aver continuato oltre Santiago il cammino e averci portato con te in questo viaggio incredibile, tappa dopo tappa, emozione dopo emozione. Chapeau a te, Deb!!
Grazie mille Veronica!! Sei molto gentile!
In effetti non conoscevo questa seconda parte di cammino. Deve essere bellissimo così vista oceano! Complimenti per averlo portato a termine!
Ti ringrazio !
In effetti non conoscevo questa seconda parte di cammino. Deve essere bellissimo così vista oceano! Complimenti per averlo portato a termine!
Grazie mille!🙏