Giorno 18: Sahagún. La metà esatta del Cammino francese!

La mia disperazione inizia a prendere il sopravvento, non so più cosa fare per dormire decentemente. Se non è il caldo e il russare, sono i dolori a tenermi sveglia. Non dico di non aver dormito del tutto, ma nonostante le creme e il tenere le gambe alzate, ci sono delle notti in cui i crampi hanno la meglio.
Ci si alza alle 5:00 perché abbiamo in programma di percorrere circa 30km.
Facciamo colazione all’aperto sotto le stelle grazie alle macchinette presenti nel patio dell’ostello, per poi partire con un buio così fitto da non vedere a un metro di distanza!
Si va avanti così per le prime due ore di cammino…non so se da sola mi sarei sentita a mio agio!
Si passa dallo sterrato all’asfalto, per poi tornare tra i campi,
Una delle particolarità incontrate lungo questa tratta (e non solo) sono le case costruite con mattoni fatti di argilla e paglia.

Incontreremo San Nicolàs del Real Camino, l’ultimo paese della Palencia per poi entrare nella provincia di León.

Camminiamo per circa 12 km prima di arrivare a Sahagún dove mi trovo ufficialmente a metà del cammino francese, la metà esatta di quel percorso che da SJPDP ti porta a Santiago de Compostela!
Anche se dal nome sembra di essere finiti in oriente!
Ritiriamo la nostra “Carta del Pellegrino” che attesta il passaggio per questo luogo e di cui vi riporto la foto qui sotto! Ovviamente bisogna pagare per averla…così come per avere il cartoncino per portarla via!
Oppure se preferite, sempre a pagamento, potete farvela spedire a casa.
Insomma basta che pagate e si fa tutto!
Lo so non è una cosa necessaria, così non è necessaria la Compostela a fine Cammino. Ma è un ricordo di un viaggio che non so se ripercorrerò mai, è un qualcosa che attesta che ce l’ho fatta davvero ed è più per me stessa che per le foto sui social!

Sahagún è la città dei santi Facundo e Primitivo, due legionari romani che si convertirono al cristianesimo e per questo martirizzati ed annegati nel fiume Cea.
Questo luogo non è solo il centro esatto del cammino francese come dimostrano diversi punto di interesse tra cui l’Arco di San Benito, ma è anche il punto in cui il cammino francese e quello di Madrid si uniscono.

Nel medioevo Sahagún viveva sotto la dominazione del monastero di San Benito ed era chiamata la Cluny di Spagna, nome dato dal monastero francese presente a Cluny e da cui prendevano il nome i monaci cluniacensi il cui credo si basava sulla carità.
Ma non erano così docili come possiamo immaginare.
Il monastero impose ai cittadini penitenze per chi mangiava carne, obbligandoli a cibarsi di pesce pescato dai monaci. Leggenda narra che i maiali venivano gettati nei fiumi per poi essere pescati e quindi poterli mangiare 😂
Anche qui le cose da vedere sono diverse ma il tempo è tiranno.

Facciamo una piccola colazione in un bar confiteria e …be …diciamo che M ha fatto colazione ed io ho mangiata un club sandwich 😅 e qui chi incontriamo? G. ovviamente! Era nei paraggi per fare il bucato e nell’attesa si è fermato al tavolo con noi per quattro chiacchere!
Ripartiamo lasciando Sahagún con il ponte in pietra sopra il rio Cea pronte per svariati km di nulla vicino alla statale.
Per fortuna è stato creato un passaggio per pellegrini costeggiato da alberi per dare un pò di pace!
Giusto una fermata strada facendo per dissetarsi con una bibita in un bar e gustare un prelibato snack dato dalla casa a base di acciughe e cipolle 🤪
E’ vero che non ero sul cammino per cuccare ma qui la fiatella prometteva bene!

Nel frattempo i nostri due amici brasiliani ci raggiungono ed insieme arriviamo al donativo che ci ospiterà per la notte e dove io farò un’altra esperienza che non pensavo di vivere lungo questo viaggio!

A me dispiace sempre lasciare recensioni negative ma bisogna essere onesti nei confronti di chi legge e cerca informazioni. Questo è stato tra gli ostelli meno belli in cui ho soggiornato e per meno belli includo anche il discorso pulizia.
Ero al donativo El burgo Ranero, raggiunto senza prenotazione.
Una volta arrivati in paese ci siamo guardati un pò intorno e venuti a conoscenza dell’esistenza di un donativo abbiamo pensato: perché no!
Sono stati per lo più degli incontri positivi quelli fatti finora….ecco appunto!

Accedo ad un’area comune dove si trova un grande tavolo e dove la volontaria della situazione ci accoglie.
Una volta sbrigata tutta la parte burocratica comprensiva di domande sul paese di provenienza e del perché ti trovi lì, ti viene dato il tuo posto letto.
Sarà stata anche l’accoglienza che mi ha portata ad avere un brutto ricordo di questo posto, visto che la signora in questione durante la registrazione non ha fatto altro che lamentarsi sulla vita da hospitalero, di quanto fosse costoso gestire questi posti, del fatto che la gente non è disposta a pagare a sufficienza, ecc. ecc. tutto stando comodamente seduta alla scrivania per tutto il suo orario “lavorativo” fino a prima della cena, per poi sparire fino al giorno dopo.

Le scarpe vengono lasciate al piano inferiore sotto la scala che porta al primo piano, sempre lì vicino c’è l’ingresso alla cucina. Molto semplice, con qualche stoviglia la cui pulizia lascia un pò in dubbio.
Sempre al piano terra c’è l’accesso al giardino (non male per il periodo estivo) e ai bagni; il punto cruciale del donativo. Sia i wc che le docce sono lasciate allo stato brado, in alcuni non era nemmeno possibile chiudersi dentro quindi dovevi sperare non passasse nessuno, mentre facevi pipì o altro!
Al piano superiore diverse stanze con le camere da letto.
Mi fa sorridere vedere come sui siti internet siano esposte foto con bei letti a castello di legno.
Saremo state sfortunate noi a dormire in letti a castello di ferro cigolanti con le molle delle reti che ti si conficcavano nella schiena.
Ma va bene così tutta esperienza…si impara ad adattarsi.
Infierisce anche vedere come è stato trattato Benjamin che al suo arrivo vedendo i cani che lo accompagnavano quasi non volevano farlo entrare.
Alla fine forse impietositi o disturbati dalla presenza di altri pellegrini che assistevano, gli hanno dato il permesso di dormire lì, ma i cani dovevano stare in giardino.
Io dico ci stà…ma nel momento in cui il tempo peggiora ed inizia un temporale tu i cani me li lasci fuori sotto l’acqua?
No!
E così Benjamin si è trovato dormire per terra nella sala comune insieme ai suoi cani per tenerli a bada.
Qui però scaglio una lancia a favore di chi poi è restio ad ospitare viaggiatori con animali. Perché io ti accolgo ma tu devi saper gestire i tuoi animali.
La mattina al risveglio la sala comune era ricoperto di deiezioni che per fortuna Benjamin ha provveduto a pulire prima che tutti scendessero dalle brande 🫣
Per fortuna non c’era Miss Simpatia!

Ma facciamo un passo indietro a quando siamo arrivati!

Una volta sistemati raggiungiamo un market per fare la spesa per la cena e scorte per il viaggio; oltre che alla tappa fissa in farmacia!
Sono così stanca che non voglio saperne di uscire a mangiare, inoltre 15 giorni di cucina spagnola ben condita iniziano a pesare. Ma vi dirò… nonostante non mi sia mai tirata indietro su nulla, perché ormai sapete che io quando sono in viaggio devo assaggiare la qualunque, sono riuscita a rientrare con tre chili in meno!

Una cosa positiva c’è!
I miei piedi stanno meglio!
La crema nonostante il costante camminarci sopra è riuscita a creare uno strato protettivo abbastanza resistente, non avete idea di che sollievo sia.

Arriva il momento della cena in ostello composta da noodles precotti, piselli e carote in vaschetta e bibite! Una cena nella sala comune in compagnia di altri pellegrini provenienti come sempre da un pò ovunque.
Ad un certo punto un’atmosfera da baita di montagna: il tempo fuori terribile, temporale e freddo, noi dentro con la stufa a legna che lavorava senza sosta e Benjamin che suonava la chitarra!
Ed è qui che ho fatto quell’esperienze di cui vi dicevo prima e che mai avrei pensato di vivere. Ho assaggiato della pasta cucinata dai nostri amici brasiliani, cotta nel microonde. 😆
Lo so che ti è appena venuto un colpo al cuore…ma loro ne andavano così fieri che mi dispiaceva rifiutare.
Ad M. no….M. se ne è fregata della loro sensibilità e si è rifiutata categoricamente di assaggiare quella pasta dal colore strano servita in tazza e cucinata con un brodo Knorr spagnolo, funghi, pomodori e peperoncino! 🤣
Inizio a pensare di poter partecipare anche a Pechino Express!😂

Si è fatto tardi, siamo tutti stanchi, il meteo promette una giornata a venire difficile ed è ora di andare a dormire…domani raggiungerò León!

A presto,
Deb!

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